AGI - "Dopo aver letto tutto quello che è stato scritto, non ho ritrattato niente". Giuliano Amato interviene alla Stampa estera sulle sue dichiarazioni dei giorni scorsi sulla strage di Ustica. "Non ho mai detto che stavo dando la verità" sulla tragedia, aggiunge. "Ho detto che portavo avanti una delle ipotesi, specificando che io non avevo alcuna verità da offrire, e che il mio scopo era quello di provocare un avvicinamento alla verità".
"Non ho detto a Macron di chiedere scusa, ma che sono scemo? Ho chiesto di occuparsi della cosa", ha poi aggiunto. "Ho trovato singolare che in questi giorni sia stato detto che la politica con Ustica non c'entra. La politica può ancora fare molto, se vuole, perché la vicenda di Ustica sia chiarita". E ha spiegato di essere "molto amico della Francia. L'unica mia questione aperta con la Francia è la testata piantata da Zidane nel petto di Materazzi".
"Chi ha scritto che la mia intervista è fonte di attriti con la Francia - ha aggiunto - ha voluto creare un attrito, ha voluto dire una cosa non vera, che è una cosa che spesso in politica si fa ma non risponde alla verità". Amato ha poi chiarito di non aver sentito il premier Giorgia Meloni dopo le sue dichiarazioni a Repubblica.
La ragione dell'intervista sulla strage di Ustica "che ci crediate o no, è che una persona di 85 anni comincia a pensare che ha davanti a poco tempo e a chiedersi se c'è qualcosa di utile che può ancora fare, qualcosa di incompiuto che può provare a completare".
"Sogno una politica che abbia il divieto di comunicare ai cittadini attraverso i comunicatori, che dovrebbero trovare un lavoro altrove, e che costringa i politici a parlare con i cittadini, come accadeva quanto ero giovane", conclude.