AGI - Non accenna a placarsi la polemica sul generale dell'Esercito Roberto Vannacci, autore di "Il mondo al contrario", un saggio di circa 300 pagine con frasi denunciate come omofobe e razziste. E proprio i contenuti del libro, che hanno fatto esplodere la bufera, sono il motivo della decisione dello Stato maggiore dell'Esercito di sollevarlo dalla guida dell'Istituto geografico militare.
L'Esercito ha ufficializzato l'avvicendamento di Vannacci al comando dell'Istituto Geografico militare di Firenze e l'apertura di un'inchiesta interna in relazione al volume. Il provvedimento, si legge in una nota, è stato adottato "per tutelare sia l'Esercito sia il Generale Vannacci, sovraesposto mediaticamente dalla vicenda legata al suo libro".
"Va infatti considerato che al Comandante dell'Istituto Geografico Militare è anche attribuita la responsabilità territoriale e la gestione dei rapporti tra Esercito, autorità e istituzioni locali", si sottolinea. "Parallelamente è stata avviata un'inchiesta volta all'accertamento dei fatti", un "atto dovuto ai sensi degli articoli 552 e 553 del Testo Unico dell'Ordinamento Militare".
L'Esercito aveva preannunciato la rimozione dall'incarico e l'apertura di un procedimento disciplinare a carico dell'ex comandante della Folgore dopo il clamore suscitato dal pamphlet autopubblicato su Amazon.
A Vannacci subentra alla guida dell'Istituto geografico militare il Generale di Divisione Massimo Panizzi, il suo superiore diretto lungo la catena gerarchica, che manterrà le funzioni di Comandante dell'Area Territoriale del Comando delle Forze Operative Terrestri.
"Il provvedimento di natura amministrativa" adottato lunedì, sottolinea la nota, "è di piena e specifica competenza del Vertice della Forza Armata, ai sensi dell'art. 95 del Testo Unico dell'Ordinamento Militare (D.P.R. 90 del 2010)".
Il generale non fa marcia indietro
Il generale, tuttavia, non fa marcia indietro. E, anzi, ribadisce le sue convinzioni, negando di essere stato "rimosso" ma semplicemente "avvicendato" nell'incarico. Ma a rinfocolare la polemica non sono tanto le reiterate dichiarazioni del generale, quanto la presa o meno di distanza dal suo pensiero.
E, di conseguenza, la condivisione o meno delle decisioni assunte dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, che è subito intervenuto per stigmatizzare quanto detto da Vannacci. C'è chi, tra le opposizioni, rileva come nel centrodestra si siano aperte delle 'crepe' e chi, invece, invoca l'intervento della premier Giorgia Meloni, rimasta sinora silente sulla vicenda.
La telefonata di Salvini
Nella polemica, poi, si inserisce un nuovo 'elemento': il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, innanzitutto spiega che acquisterà il libro, "perché prima di condannare e giudicare è giusto leggere, conoscere, capire", e perché "mi rifiuto di pensare che in Italia ci sia un Grande Fratello che dice cosa si può leggere e cosa no". Dopodiché osserva: "Se il generale scrive qualcosa che non ha niente a che fare con segreti di Stato o con il suo lavoro, ed esprime dei suoi pensieri nero su bianco, ha il dovere e il diritto di farlo". Poi, poco dopo la diretta Facebook del leader, la Lega fa sapere di una telefonata "molto cordiale" tra lo stesso Salvini e il generale Vannacci.
Le opposizioni attaccano e invocano una presa di posizione da parte della premier: "Di fronte alla decisione, giusta, anche se è il minimo sindacale, del ministro Guido Crosetto di 'imbarcare' il generale Vannacci, aspirante ideologo della destra razzista, omofoba e putiniana, i colonnelli di FdI Donzelli e Bignami hanno preso le distanze dal loro ministro, invocando, a sproposito, la libertà di espressione. A questo punto una domanda sorge spontanea: che cosa pensa di questa vicenda la premier, che finora si è trincerata in un imbarazzante silenzio? Da che parte sta Giorgia Meloni?", chiede ad esempio il responsabile economico del Pd Antonio Misiani.
Vannacci: "La telefonata di Salvini mi ha fatto piacere"
"Non dirò nulla sul contenuto della comunicazione con Salvini, ma mi ha fatto piacere sicuramente. Come fa piacere ogni volta che qualcuno mostra interesse per un servitore dello Stato e per come può sentirsi": lo ha detto il generale Roberto Vannacci in un'intervista al Corriere della Sera dopo la solidarietà espressagli dal leader leghista. "Non sono un mostro, ne' un orco", ha aggiunto l'ex comandante della Folgore che ha escluso passi indietro: "Fintanto che non offendo e non ledo la dignità di qualcuno ho diritto ad esprimere la mia opinione".
"Se dico che una persona non mi piace non è un'offesa", ha insistito Vannacci, "rivendico il diritto di criticare, purché rimanga nel perimetro delle cose non perseguibili per legge. Per questo credo che la legge Zan sull'omotransfobia avrebbe aperto una strada ai limiti dei delitti d'opinione. Le mie idee intercettano quelle di una grande moltitudine di persone. Non mi ergo a paladino della maggioranza degli italiani, ma le mie argomentazioni evidentemente trovano una certa rispondenza".
Il generale ha ribadito di non ritenere di aver "leso la dignità delle Forze armate": "Nella nota d'autore del libro ho spiegato che le mie erano opinioni personali e che non rappresentavano il punto di vista delle Forze armate. Per questo considero le parole dello Stato maggiore pleonastiche e ridondanti".
Cosetto: "Ho agito da ministro, rifarei tutto"
Sul caso del generale dell'Esercito Roberto Vannacci "rifarei quello che ho fatto perché il ministro alla Difesa, di tutti i cittadini italiani e di tutti i militari, doveva agire cosi'. Non ho parlato e non mi sono mosso da esponente politico, ma, trattandosi di una cosa che toccava il mio ministero, da rappresentante delle istituzioni".
Guido Crosetto lo dice al Corriere della Sera e sul dibattito politico esploso dopo la pubblicazione del libro dell'alto ufficiale aggiunge: "Sono intervenuto, in realtà, per cercare di spegnerlo sul nascere. Quando mi sono reso conto che stava montando una pesante polemica e che si stava trasformando in un attacco alla Folgore, alle Forze armate e all'Esercito, quindi al cuore della Difesa, sono intervenuto".
Commentando le parole pronunciate da alcuni esponenti del centrodestra, da Donzelli al segretario della Lega, spiega infine: "Mi sembra che Donzelli abbia espresso le sue opinioni politiche ma sulla mia decisione mi abbia dato ragione. Cosi' come Salvini si è limitato a dare un giudizio politico su alcune affermazioni del libro di Vannacci senza discutere le mie scelte".
Con Crosetto o contro Crosetto
"Sul caso Vannacci sto con Guido Crosetto, la posizione del ministro della Difesa è corretta e gli attacchi che gli sono stati rivolti sono ingiustificati", afferma la coordinatrice di Italia Viva Raffaella Paita, che poi aggiunge: "Questa maggioranza non riesce a trovare una linea comune su nulla. La presa di distanza di oggi è particolarmente grave perché arriva dal vicepremier. Cosa aspetta la presidente del Consiglio Meloni a intervenire e a chiarire qual è la posizione del governo?".
Rincara il capogruppo di Azione-Iv al Senato, Enrico Borghi: "Se il vicepremier dissente dal ministro della Difesa su un atto grave legato alla disciplina dell'Esercito, c'è un serio problema istituzionale". E il capogruppo dem in commissione Difesa, Stefano Graziano, insiste: "Meloni dica se lei sta dalla parte del ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha giustamente avallato l'avvicendamento del generale, o dalla parte di Salvini".
Nella maggioranza, intanto, si negano divisioni o distanze, proprio all'indomani di un lungo incontro tra la presidente del Consiglio e il vicepremier leghista, avvenuto lontano dai riflettori e nella tranquillità della masseria pugliese in cui la premier sta trascorrendo gli ultimi scampoli di vacanza. "Crosetto ha fatto bene a dissociarsi", spiega il vicepresidente leghista del Senato Gianmarco Centinaio.
"La pretesa della sinistra di sostenere che esisterebbero frizioni all'interno del governo sulla questione Vannacci non è altro che un goffo tentativo di allontanare da sé un'evidenza che è del tutto nota agli italiani: nulla c'entra quanto fatto dal ministro Crosetto rispetto a una situazione che è stata portata alla sua attenzione e che da ministro della Difesa ha affrontato", sostiene il viceministro di FdI alle Infrastrutture Galeazzo Bignami, secondo il quale "ciò che risulta inaccettabile è la presunzione di superiorità morale della sinistra".
E il vicepresidente della Camera, Giorgio Mulè, di Forza Italia, scandisce: "Sto convintamente con Crosetto". Per l'ex ministro della Difesa, il dem Lorenzo Guerini, "le polemiche contro Crosetto sono senza senso".