AGI - Il telefono del generale Vannacci non la smette di squillare. Dopo quella di Roberto Fiore, che gli ha offerto la candidatura nelle file di Forza Nuova (l'alto ufficiale "ringrazia ma non risponde") c'è stata la telefonata, definita "molto cordiale", con il vicepremier e ministro Matteo Salvini.
Cosa i due si siano detti non è dato sapere, mentre domenica Fiore era stato prodigo di dettagli. "Vannacci non risponde alla nostra proposta ma ringrazia" scriveva il leader di Forza Nuova sui social network dopo aveva chiesto al generale finito al centro delle polemiche per il libro "Il Mondo al Contrario", di candidarsi nel colleggio di Monza.
"Nella speranza che sia contro la guerra, e contro la follia vaccinale, chiedo a Roberto Vannacci di presentarsi, per Forza Nuova, alle elezioni suppletive di Monza. Un atto di coraggio che lombardi e italiani apprezzerebbero. Gli italiani vogliono una Rivoluzione Italiana". In ogni caso, scrive ora Fiore, "Monza sarà teatro dello scontro politico culturale: da una parte gli italiani, a favore del senso comune, dall'altra le allucinazioni del potere. Il Popolo contro l'ex gigante buono oggi dr. Stranamore", conclude riferendosi al ministro della Difesa Guido Crosetto.
Proprio Crosetto torna sulla polemica per dire che "se Vannacci avesse scritto un libro sostenendo tesi opposte a quelle che sostiene in questi, io mi sarei comportato esattamente allo stesso modo, da Ministro. Chi mi attacca, da una parte o dall'altra, si sarebbe comportato all'opposto. Si, siamo diversi, e molto".
A difesa di Vanacci - ma in realtà della libertà di pensiero - si pronuncia Vittorio Sgarbi. "Nella garanzia dei diritti non ci sono gerarchie. Abbiamo visto che è riconosciuto legittimo dai vertici dell'Esercito il matrimonio di due persone dello stesso sesso" dice, "è un affare privato ma si consente che l'unione si compia in divisa. Non lo discutiamo ma, parimenti, dev'essere consentito non in divisa, ma in un libro, scrivere le proprie idee, tra l'altro legate a profondi principi cristiani senza patire sanzioni. In caso contrario, come è avvenuto, non si fa altro che confermare le idee e i pensieri che si intende punire. Ogni posizione e ogni libertà garantita dalla Costituzione non può essere censurata. Il pensiero progressista non può autoritariamente mortificare e spegnere il pensiero conservatore".
"Dopo il trattamento subito - conclude Sgarbi - il generale Vannacci potrà ancora scrivere e parlare o dovrà essere umiliato dalla dittatura della minoranza attraverso l'autorità dello Stato? Questo è regime".
Lo scontro tra Donzelli e Zan
La vicenda porta alla contrapposizione anche Giovanni Donzelli di FdI e il piddino Alessandro Zan, "È bastato che Donzelli toccasse un nervo scoperto del Pd, e cioè il tentativo di volersi sostituire alla autorità gerarchicamente competente a giudicare il comportamento del generale Vannacci, e contro di lui si è concentrato l'attacco dei fedeli e degli accoliti vari della Schlein. La tecnica è sempre la stessa, ha radici consolidate ed è scontata: accusare l'avversario politico di ciò che quest'ultimo non ha mai detto e montare una virulenta polemica. Donzelli ha solo ribadito che non spetta al Partito Democratico o ad altri partiti decidere cosa può e cosa non può essere scritto nei libri, un principio basilare in democrazia. Ma immediatamente la sinistra, come sempre quando è a corto di argomenti, arriva ad accusare Donzelli di essere razzista, omofobo e addirittura antisemita. Ma se pensano di condizionare così, con insulti e ricatti morali, il nostro operato, sbagliano grossolanamente" scrive in una nota il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Tommaso Foti.
"Rispetto i provvedimenti contro il generale Vannacci. Ma a tutti quelli che mugugnano 'che in Italia c'è la libertà di pensiero e va rispettata', rispondo: è vero, in democrazia hanno diritto di cittadinanza tutte le idee, eccetto però quelle che, se si affermassero, negherebbero ad altre idee o persone il diritto di esistere. Ci siamo già passati. Anche basta" risponde Alessandro Zan, responsabile Diritti del Pd.
"Zan mi dispiace avvertirla che nella Costituzione non c'è scritto che spetta a lei o al Pd il compito di stabilire cosa può essere scritto e detto. Difficile da capire? Il giorno in cui smetterete di insultarci ci chiederemo cosa abbiamo sbagliato" replica su Twitter Donzelli, responsabile organizzativo di FdI. Donzelli poi condivide il post dell'account ufficiale di FdI: "Non spetta certo al Pd elargire patenti di libertà".
"La nostra è una Costituzione laica, repubblicana e antifascista e non tolleriamo i tentativi di negare e rivedere la storia. Ne stiamo vedendo tante. La nostra costituzione non mette tutte le opinioni sullo stesso piano, non garantisce libertà a chi vuole negare diritto di espressione a gruppi di persone" chiosa la segretaria del Pd, Elly Schlein, alla Festa dell'Unita' di Castiglione del Lago.