AGI - Le opposizioni non si tirano indietro e accettano l'invito arrivato da palazzo Chigi per un incontro in programma venerdì prossimo sul salario minimo. Assente Matteo Renzi, che non parteciperà al faccia a faccia: Italia viva, infatti, è l'unico partito di minoranza che non ha sottoscritto la proposta unitaria su una paga minima oraria di 9 euro lordi.
Elly Schlein, Giuseppe Conte, Carlo Calenda, Nicola Fratoianni, Angelo Bonelli e Riccardo Magi varcheranno quindi il portone della sede del governo per un confronto con la premier Giorgia Meloni. Tutti, dunque, hanno risposto positivamente, ma senza nutrire molte speranze sull'esito del dialogo, viene spiegato.
In un vis a vis da remoto i leader di M5s, Pd, Azione, Alleanza Verdi e Sinistra e Più Europa hanno concordato una linea unitaria: difesa ad oltranza della proposta di legge sul salario minimo, che la maggioranza ha messo in stand by dopo il via libera della Camera alla sospensiva di due mesi (se ne riparlerà quindi non prima di inizio ottobre) e avanti con la mobilitazione per la raccolta di firme, avviata dalle opposizioni (sempre ad esclusione di Iv) all'indomani del voto sul rinvio dell'esame del testo.
"C'è molto scetticismo sulle reali intenzioni della premier e del centrodestra", riferisce chi ha partecipato all'incontro tra i leader delle opposizioni svoltosi nel pomeriggio. Tanto che la segretaria del Pd mette subito in chiaro: "Andremo all'incontro sperando non sia uno specchietto per le allodole, una sceneggiata agostana sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori. Il governo ha avuto davanti per mesi la nostra proposta e su questa ci aspettiamo risposte".
Anche M5s tiene a ricordare che "sono mesi che il governo ha avuto la più ampia possibilità di confrontarsi con le opposizioni in Parlamento sul salario minimo legale. Ma gli unici atti concreti sono stati la presentazione di un emendamento per cancellare la nostra proposta di legge e un voto per rinviare di mesi la discussione".
Detto questo, "guardiamo alla sostanza e al problema di quasi 4 milioni di lavoratori sottopagati, quindi il Movimento 5 stelle ci sarà". Ma, è la sottolineatura, "non possiamo non constatare come questa convocazione ad agosto sia una corsa ai ripari tutta mediatica di Giorgia Meloni". Insomma, per i pentastellati si tratterbbe solo di un "maldestro tentativo di mettere una toppa".
Per il segretario di Più Europa Magi "sarà interessante ascoltare se il governo ha cambiato idea rispetto ai toni definitivi e contundenti utilizzati fino a pochi giorni". Idem Fratoianni: "Mi auguro che il tavolo di confronto sia vero e non il solito tavolo che abbiamo visto all'opera con le organizzazioni sindacali in tutti questi mesi. Tavoli spesso inutili e inconcludenti".
Bonelli assicura: "Ascolteremo cosa avrà da dirci la presidente Meloni dopo che hanno fatto di tutto per fermare la legge". Il coportavoce dei Verdi aggiunge: "I confronti non si rifiutano mai, ma non posso non rilevare che per mesi la maggioranza ha rifiutato qualsiasi tipo di confronto". Toni più concilianti, invece, vengono usati da Calenda, tra i primi a chiedere al governo di aprire al confronto: "La politica non è solo scontro. E noi dobbiamo fare di tutto per arrivare a risolvere il problema della povertà lavorativa. Fine. Questo è il nostro dovere di parlamentari e politici", sostiene il leader di Azione.
M5s, Verdi e Sinistra e Magi lamentano inoltre il metodo usato: una convocazione appresa dalle agenzie di stampa. Ma critiche a parte, all'incontro si va, è la linea unitaria. E tuttavia, le opposizioni non si presenteranno certo a palazzo Chigi con il cappello in mano, così come non c'è nessuna disponibilità a rinunciare al testo unitario: è il punto di caduta minimo, viene sottolineato. Insomma, se la premier si presenterà con la sua proposta, viene ancora spiegato dalle opposizioni, ovvero che si deve agire attraverso la contrattazione collettiva, allora non ci stiamo e la domanda sarebbe scontata: "Cosa ci ha convocato a fare?".
Ad alzare l'asticella, poi, ci pensa la leader dem: "Ci aspettiamo atti conseguenti e risposte anche sui ristori per famiglie e imprese colpite dall'alluvione e dalle frane in Emilia-Romagna", dove "nonostante le promesse di ristori al 100 per 100 non si è ancora visto un euro", e "sulle mancate dimissioni di De Angelis", dopo le dichiarazioni sulla strage di Bologna pronunciate dal capo della comunicazione del presidente della Regione Lazio, "e su cui Meloni non ha ancora detto nulla", incalza Schlein.
Sul fronte maggioranza si condivide l'apertura al dialogo, anche se non mancano le 'stilettate': "Ci hanno accusati di voler scappare perché abbiamo chiesto il tempo necessario per poter avviare il confronto. Penso che la miglior risposta sia il fatto di aver invitato coloro i quali dicevano di non andare in vacanza a ritornare dalle vacanze", afferma il capogruppo FdI Tommaso Foti.
"Dimostriamo di non aver innalzato alcuno steccato ideologico nei confronti delle altre forze politiche, si tratta di un'ulteriore prova della coerenza e coesione del centrodestra", spiega il viceministro al Lavoro Maria Teresa Bellucci. "Schlein non confonda la disponibilità al dialogo con l'accettazione in toto delle proposte del Pd", puntualizza infine Maurizio Lupi.
Dal testo delle opposizioni all'apertura di Meloni
Il salario minimo è oggetto di diverse proposte di legge presentate in Parlamento. Dopo una lunga discussione, caratterizzata da stop and go, le forze di opposizione, ad eccezione della sola Italia viva, hanno presentato alla Camera un testo unitario, sul quale però la maggioranza di centrodestra ha dato sin da subito battaglia, presentando un emendamento soppressivo dell'intera pdl.
Poi, a ridosso dell'avvio delle votazioni in commissione, è arrivata l'apertura da parte della premier Giorgia Meloni e così la maggioranza ha proposto una sorta di mediazione: andare in Aula e approvare una questione sospensiva di due mesi, per rinviare l'esame a dopo l'estate. E cosè è stato, di fronte alla protesta delle opposizioni.
Dopo alcuni giorni, da palazzo Chigi è giunta alle opposizioni la proposta per un incontro, che si terrà venerdì 11 agosto. Ma cosa prevede il testo delle opposizioni sul salario minimo? E quali sono le posizioni dei vari partiti sul tema?
La proposta unitaria delle opposizioni
Tutti i partiti di minoranza avevano presentato a inizio legislatura una propria proposta (dai 10 euro lordi di Avs ai 9,5 del Pd al lordo degli oneri contributivi e previdenziali, fino ai 9 euro lordi includendo per il calcolo anche la tredicesima). Poi la trattativa che si è conclusa con una proposta unitaria. Il testo, a prima firma del leader M5s Giuseppe Conte e sottoscritto da tutti i leader dei partiti di opposizione, tranne Matteo Renzi di Iv, fissa in 9 euro lordi il valore salariale minimo. Il testo prevede inoltre che la soglia minima venga aggiornata con cadenza annuale da una commissione ad hoc.
La proposta di IV
Il partito di Matteo Renzi propone che il livello del salario minimo orario non sia stabilito dalla legge ma da una commissione di esperti.
La posizione del governo e del centrodestra
Sin dall'avvio del suo governo la premier Giorgia Meloni si è detta non favorevole alla fissazione per legge di una soglia minima, spiegando che avrebbe rischiato di trasformarsi in un boomerang ("il salario minimo è un bel titolo, funziona molto bene come slogan, ma nella sua applicazione rischia di creare dei problemi").
Poi a luglio, in una intervista, la presidente del Consiglio ha mostrato le prime aperture: "Io credo nella contrattazione sindacale, credo che vada rafforzata, che vada trovata una soluzione per quei lavoratori e per quei contratti che non sono coperti senza però rischiare di abbassare i diritti di quelli che un contratto ce l'hanno".
Detto questo, ha aggiunto, "apriremo un confronto e cercheremo di capire se c'è una soluzione che può tenere insieme le due cose". Si arriva quindi alla convocazione delle opposizioni a palazzo Chigi. FdI è sulla linea del governo. Forza Italia ha presentato una sua proposta di legge che prevede di adeguare tutti i salari non coperti da contratto collettivo a quello previsto dal contratto nazionale leader per il settore di riferimento o, in assenza, pari alla media dei principali contratti collettivi applicati a settori affini. La Lega condivide la linea delle altre forze di maggioranza.
La posizione dell'Europa
Nell'ottobre del 2022 l'Ue ha approvato una direttiva sul salario minimo. L'obiettivo della direttiva è promuovere e creare condizioni favorevoli al fine di garantire ai lavoratori degli Stati membri una retribuzione minima adeguata, che può essere assicurata mediante contratto collettivo oppure per legge. Sono quindi stabilite procedure per l'adeguatezza dei salari minimi legali, per la promozione della contrattazione collettiva sulla determinazione dei salari e per migliorare l'effettivita' dell'applicazione dei salari minimi, indipendentemente dalla modalità della loro fissazione, legale o contrattuale.
Quanto al suo recepimento e attuazione, si dispone che "gli Stati membri adottano le misure necessarie per conformarsi alla direttiva entro il 15 novembre 2024".