AGI - La Supermedia di questa settimana (la penultima prima della pausa estiva) si segnala, ancora una volta, per la quasi totale assenza di variazioni di rilievo nel periodo che normalmente prendiamo in considerazione (14 giorni). Non è una novità, poiché sono diversi mesi ormai che il consenso ai partiti fa registrare pochissime variazioni, perlopiù estemporanee. A riprova di ciò, diversamente dal solito, questa settimana mettiamo a confronto il dato odierno con quello di un mese fa, da cui emerge chiaramente questo immobilismo.
Il quadro generale è ormai ben noto: Fratelli d’Italia è sempre il primo partito (28,7%) con un consenso che oscilla intorno al 29%. Fa impressione vedere come, anche rispetto a un mese fa, quasi tutti i partiti facciano registrare variazioni infinitesimali, statisticamente irrilevanti. L'unico dato significativo è il piccolo travaso di voti da Forza Italia alla Lega, conseguenza dello sgonfiamento "fisiologico" del partito di Silvio Berlusconi dopo il picco registrato a giugno in seguito alla scomparsa del fondatore. Si registra un piccolo segnale d'allarme per il PD, che si "adagia" sul filo del 20%, una soglia sotto la quale non era mai ridisceso dopo le prime settimane successive alla vittoria alle primarie di Elly Schlein.
Ancor più impressionante del dato dei partiti è però quello relativo alle coalizioni, intese come le alleanze che hanno presentato candidati comuni in occasione delle elezioni politiche del 25 settembre 2022. Se guardando al dato dei partiti è infatti possibile apprezzare alcuni cambiamenti (in corrispondenza del divorzio tra Azione e Italia Viva, oppure della morte di Berlusconi), il grafico con l’andamento delle coalizioni nell’ultimo anno mostra in modo estremamente chiaro come i rapporti di forza siano estremamente stabili e sostanzialmente immutati dall’inizio del Governo Meloni.
Ma, immobilismo a parte, si rileva anche un piccolo segnale d’allarme per il PD, tornato a lambire la soglia del 20%. Non c’è dubbio che la nuova leadership di Elly Schlein abbia rinvigorito l’elettorato dei democratici, soprattutto nelle prime settimane successive alla sua vittoria alle primarie; oltretutto, come mostrato da una recente indagine di SWG, gli elettori del PD sono molto compatti e apprezzano la giovane leader molto più di quanto non facciano gli elettori degli altri partiti. Quello delle leadership è un tema importante, perché gioca un ruolo non indifferente nelle dinamiche del consenso che riguardano le intenzioni di voto.
Come emerge dall’ultima rilevazione di Quorum/YouTrend per SkyTG24, infatti, Elly Schlein ottiene un livello di fiducia nell’elettorato complessivo che è piuttosto basso (22%), considerato che di norma gli indici di fiducia verso le leadership sono decisamente superiori alle percentuali delle intenzioni di voto verso i rispettivi partiti. Il dato di Schlein sembra mostrare che la fiducia nei suoi confronti non va molto oltre quello che è già oggi l’elettorato – sia pure virtuale – del suo partito, mentre tutti gli altri leader hanno, almeno sulla carta, un indice di gradimento tale da far intravedere un certo potenziale di espansione per i loro partiti.
Il dato di Giorgia Meloni, ad esempio (40%) si spiega con un livello di fiducia elevatissimo tra gli elettori di centrodestra, anche quelli che non votano FDI; al contrario, con questi dati, Elly Schlein faticherebbe non poco a porsi con successo come leader di una coalizione di centrosinistra che vada molto oltre al PD.
Gli indici di fiducia possono raccontare molto non solo sui leader di partito, ma anche su esponenti istituzionali con ruoli di governo: è il caso del Ministro per il Turismo Daniela Santanchè, che ha appena incassato un voto favorevole in Senato (con cui è stata respinta la mozione di sfiducia nei suoi confronti).
Ma le note polemiche che l’hanno coinvolta hanno avuto un effetto tangibile sulla sua popolarità: lo dimostra un recente sondaggio dell’istituto Noto, che ha testato il gradimento dei ministri del Governo Meloni, rilevando un saldo molto negativo per Santanchè (24%, 8 punti in meno rispetto al mese precedente) sia pure in un contesto che vede il dato medio per i membri dell’esecutivo rimanere tutto sommato stabile al 31,5%.
I rischi per Giorgia Meloni e la sua maggioranza, quindi, potrebbero arrivare da più lati oltre a quelli – già visti – riguardanti la grande popolarità della proposta di legge sul salario minimo, proposta avanzata dalle opposizioni ma respinta dal centrodestra.
NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto. La ponderazione odierna, che include sondaggi realizzati dal 13 al 26 luglio, è stata effettuata il giorno 27 luglio sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. I sondaggi considerati sono stati realizzati dagli istituti Euromedia (data di pubblicazione: 21 luglio), Noto (23 luglio), Quorum (24 luglio), SWG (17 e 24 luglio) e Tecnè (15 e 22 luglio). La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it.