AGI - Clima cordiale e costruttivo durante il colloquio tra Sergio Mattarella e Giorgia Meloni che si è tenuto al Quirinale, al termine del Consiglio supremo di difesa su Nato Ucraina e migranti. La precisazione del Quirinale sul clima del faccia a faccia tra presidente e premier spazza in un colpo solo le ricostruzioni di chi voleva un Sergio Mattarella con la matita rossa e blu 'interrogare' Giorgia Meloni, correggendo il ddl Nordio.
Innanzitutto perché la giustizia non è stata l'unico tema della chiacchierata tra i due, che hanno fatto accenno anche ai prossimi appuntamenti che attendono il Paese e il governo, tra cui il Pnrr, e poi perché non è lo Studio alla Vetrata, dove i due hanno parlato, il luogo deputato a emendare un ddl. Infine, al Colle non è sfuggita la serie di dichiarazioni di ieri della premier che ha aperto a un confronto con la magistratura sulle riforme e le diverse punteggiature di questi giorni del Sottosegretario Alfredo Mantovano, che hanno cercato di svelenire il clima.
Resta un testo, quello del ddl Nordio, che alla lente dei consiglieri giuridici del Colle mostra alcune sbavature, in particolare, ma non solo, sulle modalità di riforma del traffico di influenze e dell'abuso d'ufficio, soprattutto in vista della richiesta europea di trasparenza negli anni cruciali di spesa dei fondi del Pnrr. Ma il ddl deve prima andare alle Camere e, lì, può essere emendato sia dal governo sia da maggioranza e opposizione.
Solo alla fine il giudizio del capo dello Stato può essere vincolante. In questa fase, l'unico vero strumento per il Presidente è la 'moral suasion', messa in campo nel colloquio con la premier. Poi nelle prossime ore il ddl verrà firmato e si avvierà l'iter parlamentare. Quel che è certo è che Mattarella ha sempre auspicato un proficuo dialogo tra le istituzioni e non può che sperare e spronare a che i toni si raffreddino e si guardi innanzitutto, politica e magistratura insieme, all'obiettivo di una riforma della giustizia che faccia funzionare meglio l'intero processo, a favore dei cittadini e delle imprese, senza ledere l'autorevolezza e l'autonomia delle toghe.