AGI - "Serve fare di più oppure il Paese non avrà futuro". Indipendenza economica, realizzazione professionale, partecipazione attiva alla vita politica e nelle istituzioni: traguardi ancora lontani per gli under 35 in Italia tenuti a freno dalle briglie del caro vita, dell'abbandono scolastico e della disoccupazione.
Tanto da spingere sempre più ragazzi alla fuga (forzata) all'estero alla ricerca di migliori condizioni occupazionali. Non è un Paese per giovani quello che emerge dal rapporto sullo stato di salute delle politiche giovanili - dall'inizio della legislatura - elaborato dal Centro studi di 20e30 e presentato nella sala Matteotti della Camera dei deputati.
Il think tank - composto da ricercatori e dottorandi - ha elaborato le richieste arrivate durante la scorsa campagna elettorale da oltre 5mila giovani. Il solco generazionale, emerge dallo studio, è sempre più profondo. Per questo i protagonisti del rapporto tendono una mano alla politica con una serie di proposte (più politiche attive e welfare aziendale, sostegno al diritto allo studio, affitti calmierati) per "tramutare la rabbia e l'incertezza verso il futuro in "energia e linfa per provare a invertire la rotta".
Un invito colto dai parlamentari sia di maggioranza e sia di opposizione - Lega, FI e Pd - pronti, assicurano, ad ascoltare le istanze degli under 35 e a coinvolgerli maggiormente nei processi decisionali. Nella consapevolezza che la questione giovanile non riguarda solo una fetta di popolazione ma è legata allo sviluppo dell'intero Paese.
"Sono troppi i giovani - ha detto in un videomessaggio Anna Ascani vicepresidente Pd della Camera - che non hanno fiducia nella classe politica e che non partecipano al voto, questo è un dato che deve preoccupare tutti. Dobbiamo coinvolgere i giovani e non solo citarli, è necessario un forte protagonismo giovanile a tutti i livelli istituzionali. Occorre poi ascoltare le loro richieste sui diversi temi: scuola, ambiente, diritti civili, questione abitativa, le sfide non mancano, tocca alla politica essere concreta nelle azioni per diventare credibile".
Fa un passo in avanti Alessandro Cattaneo collegato con l'evento organizzato in media partnership con RaiNews 24. "Non chiudetevi in un recinto - è l'invito rivolto alla platea di giovani dal vice coordinatore nazionale di Forza Italia - e non rimanete nel mezzo ma occorre prendere decisioni e sostenere istanze. È importante che ci sia un impegno diretto in politica, ci sono tanti partiti se non ve ne piace nessuno fatelo voi un partito".
Una 'provocazione' costruttiva colta positivamente dagli organizzatori. "Accogliamo a braccia aperte questo invito" ha detto Lorenzo Pavanello, presidente dell'Associazione 20e30. Intanto pero', secondo lo studio, lo scollamento con il 'palazzo' è un problema ben radicato. Lo scenario è quello di un "sistema-Paese che presta poca attenzione alle future generazioni, non riuscendo a operare in maniera organica e a incidere sulle cause profonde di problemi che spesso risultano essere molto articolati, radicati e complessi. L'Italia - rileva lo studio - appare infatti puntare sull'autonomia del giovane under 35 e sulle loro possibilità di trovare indipendenza, ma non riesce nella pratica a perseguire davvero questo intento. L'eta' media dell'attuale classe politica è di 51 anni".
L'analisi dell'attuale rappresentanza giovanile nelle istituzioni "si aggrava - si spiega nel rapporto - se si evidenzia che il 68,1% dei parlamentari ha tra i 40 e i 60 anni e gli under 30 eletti in Parlamento sono stati soltanto quattro. È stato dimostrato come il mancato coinvolgimento dei giovani all'interno dei processi decisionali vada a incidere direttamente sulla loro fiducia nella politica e sulla loro partecipazione: il 43% degli under 35 dichiara di non avere alcuna fiducia nei partiti e non ritiene che il voto possa influenzare la propria vita".
"Purtroppo - ha detto Luca Toccalini, segretario della Lega Giovani - dopo la pandemia la questione giovanile è diventata sempre più una piaga sociale. Per questo sul tema ho presentato una Commissione d'inchiesta volta a coinvolgere ragazzi e ragazze all'interno delle istituzioni italiane". Il deputato del Carroccio ha lanciato la proposta di un incontro con i giovani e il ministro Valditara.
"Il punto di partenza - ha spiegato Mattia Angeleri, direttore del Centro studi 20e30 - è che il 12,7% dei ragazzi in Italia abbandona precocemente la scuola dell'obbligo. La permanenza agli studi in un Paese con un numero di laureati fra i 25 e i 34 anni molto basso, siamo la penultima nazione nella classifica dell'Unione Europea, appare pertanto prioritaria. Con la nostra attività abbiamo dimostrato che esiste oggi un mondo silente, di politica sommersa e lontana, fatta da giovani non adeguatamente rappresentati".
Giulia Sonzogno, dottoranda in Urban Studies & Regional Science, Social Sciences, presso il Gran Sasso Science Institute ha sottolineato tre caratteristiche importanti del rapporto "Le richieste dei giovani alla politica" presentato questa mattina: "è indipendente, è il risultato di un monitoraggio civico fondamentale per coinvolgere i giovani nelle politiche attive ed, infine, è il risultato di un lavoro partecipato".