AGI - Corteo a Roma organizzato dal M5S contro il precariato e tutte le "alte precarietà". Assieme a lui sarà in piazza anche la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein.
Presidente Giuseppe Conte, oggi scendete in piazza contro il precariato. Perché questa scelta?
"Perché c'è bisogno di qualcuno che dica basta con fermezza alle vite precarie degli italiani. Noi ci siamo e speriamo che anche altri battano un colpo. Gli slogan del premier Meloni si battono con idee e proposte serie per un'altra Italia. Noi le abbiamo: vedremo chi sceglierà di stare dalla parte giusta su salario minimo, lotta ai contratti precari, aiuti su caromutui, caroaffitti e carovita, stop alla corsa al riarmo. Avremo tante voci sul nostro palco: giovani, precari, ambientalisti, associazioni del Terzo settore, Moni Ovadia che ci parlerà di pace. È ora di metterle insieme per combattere non solo il precariato sul lavoro ma anche altre precarietà: dalla Sanità degli 'eroi' della pandemia dimenticati al cambiamento climatico, fino alla minaccia di una escalation nucleare in Ucraina".
Perché sul salario minimo, vostro cavallo di battaglia, non siete riusciti a compattare le opposizioni? Che cosa manca alla sinistra per essere convinta?
"Quella sul salario minimo è una battaglia di civiltà e l'Italia deve colmare questo ritardo. È surreale un Paese con stipendi cosi' bassi rispetto al resto d'Europa e incapace di alzare subito le buste paga. Durante il mio secondo governo anche all'interno della maggioranza non tutte le forze politiche si sono mostrate disponibili ad abbracciare il criterio di una soglia minima stabilita legalmente. Adesso vedo aperture nel Pd e da ultimo anche da parte di Calenda. Certo non sarà facile visto che ora governa Meloni, che volta le spalle senza colpo ferire a chi ha stipendi sotto la soglia di povertà. Ma io non mi arrendo e so che questa è una battaglia che vinceremo. Spero in fretta pensando a chi vive ogni giorno con l'angoscia di non poter fare la spesa".
Presidente Conte, si parla di maggioranza 'pigliatutto'. L'opposizione può avere risultati concreti?
"L'arroganza della maggioranza non può essere un alibi per desistere dal combattere con determinazione le proprie battaglie, dentro e fuori dalle Aule parlamentari. La piazza di oggi nasce per questo, per dire che ci sono larghi settori del Paese che non si sentono rappresentati, invisibili agli occhi della maggioranza, che invece avendo voce e forza tenta di offrire una visione edulcorata della realtà di vita dei cittadini. È l'Italia che non riesce più a fare la spesa, a pagare il mutuo, a trovare una casa in affitto o un lavoro dignitoso. È l'Italia che non esiste nel dibattito pubblico e nelle tv pubbliche e private, dove negli ultimi giorni Silvio Berlusconi è stato citato ogni 4 minuti per 72 ore. A queste persone daremo noi voce e volto, facendole salire sul palco".
Esiste un fronte progressista che sul lavoro può davvero unirsi per riformare il sistema del welfare?
"Lo vedremo alla prova dei fatti. A luglio la proposta di legge sul salario minimo a mia prima firma arriverà in Aula alla Camera e vedremo se su questo il fronte progressista saprà unirsi per raggiungere l'obiettivo. Voglio essere fiducioso, è una riforma che ci chiedono i cittadini".
Quali sono i due o tre punti su cui secondo Lei si possono compattare le forze politiche perché al di la' degli annunci si possa arrivare a un piano condiviso per occuparsi del futuro dei nostri figli?
"Guardi, qualche mese fa ho lanciato dalle pagine di un quotidiano nazionale un appello al Governo e a tutti i partiti per sederci intorno a un tavolo e lavorare per far si' che nemmeno un euro del Pnrr vada sprecato. L'ho fatto perché sono convinto che questa sia la sfida cruciale che oggi il nostro Paese non può perdere, quei soldi non sono di Conte, non sono della Meloni, sono dell'Italia e abbiamo la responsabilità di investirli nel migliore dei modi, soprattutto per il bene delle future generazioni. Ecco, questa era sicuramente un'occasione in cui responsabilmente si poteva lavorare tutti insieme per il bene del Paese. La maggioranza, con arroganza, ci ha fatto sapere che intende fare da sola. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. La Corte dei Conti ha registrato i ritardi e le hanno messo il bavaglio, cancellando il controllo concomitante".
Molti dicono che non siete sufficientemente presenti sui territori anche alla luce delle ultime amministrative, ma la vita delle persone - lavoro incluso - parte da lì. Che cosa pensa di cambiare nel Movimento?
"Il cambiamento è già iniziato: abbiamo sostanzialmente nominato i coordinatori regionali e provinciali e sono partiti i primi 84 gruppi territoriali. Il radicamento sui territori parte da qui, ma dobbiamo essere consapevoli che richiede tempo e che i frutti li raccoglieremo in futuro. In più in autunno prenderà ufficialmente il via il progetto giovani: ieri li ho incontrati erano un paio di centinaia in presenza e piu' del doppio da remoto, pieni di entusiasmo, di idee, di energia".
Molti esponenti del M5s ritengono che il Pd si sia allineato alle vostre posizioni, ad esempio sul reddito di cittadinanza. È cosi'?
"Queste valutazioni le lascio agli altri, a me interessano i risultati. E se oggi anche il Pd è favorevole a una misura di protezione sociale come il reddito di cittadinanza e al salario minimo, questo non può che rendere più forti queste nostre battaglie".
Il timone M5s è contendibile?
"Certo che lo è, la democrazia interna è un valore irrinunciabile. Il nostro Statuto parla chiaro: il Presidente è eletto attraverso una consultazione in Rete e resta in carica per quattro anni. Il Presidente è eleggibile per non più di due mandati consecutivi".
L'interlocuzione con Beppe Grillo è buona?
"Con Grillo ci sentiamo spesso, il suo contributo di idee è prezioso, perché guarda sempre al futuro, alla prossima sfida su diritti, lavoro, ambiente, tecnologie".
È possibile un patto con il Pd?
"Con il PD coltiviamo un naturale dialogo, anche ieri ci siamo sentiti con Schlein. Ci sono temi su cui si possono portare avanti battaglie insieme e trovare convergenze. Riteniamo fuori luogo pero' parlare di un'alleanza organica. Sul tavolo ci sono ancora distanze importanti, come quella sulla transizione ecologica, sul tema delle armi, sul campo largo".
La preoccupa di più la riforma della giustizia o la realizzazione dei progetti del Pnrr?
"L'ultimo intervento del Governo in tema di giustizia non è isolato, risponde a un disegno organico che sin dall'insediamento questa maggioranza sta perseguendo: liberare spazi di enorme impunita', cancellare presidi contro la corruzione e mette il bavaglio alla stampa. Da ultimo ha sfruttato anche l'onda emotiva della morte di Berlusconi. Si sta scientificamente costruendo una giustizia di stampo censitario: ricchi, potenti, politici e colletti bianchi, non andranno più in galera. Tutti gli altri cittadini continueranno a essere carne da macello per soddisfare la finta immagine di una destra tutta 'ordine e rigore'. Siamo davvero in pericolo non solo per i ritardi nell'attuazione del PNRR, ma anche per correggere la rotta che sta portando a favorire la distribuzione di cosi' ingenti risorse pubbliche a gruppi e comitati di affari scaltri e ammanicati. I 209 miliardi ci sono stati messi a disposizione per consentirci l'adeguamento ai migliori standard europei e internazionali, visto che eravamo in quasi tutte le classifiche fanalino di coda, ma noi cosi' ci stiamo allontanando sempre più dall'Europa e lo dice uno che ha sempre ragionato di 'europeismo critico'".