AGI - La scomparsa di Silvio Berlusconi rappresenta senza dubbio un evento dirompente nella politica italiana. Le conseguenze di questo evento, sul piano dell’assetto politico e istituzionale, potrebbero diventare visibili solo tra qualche mese. Quelle sul piano del clima di opinione, invece, potremmo vederle molto prima, già dalle prossime settimane – se non addirittura nei prossimi giorni.
L’incognita più grossa riguarda – e non potrebbe essere diversamente – lo stato di salute di Forza Italia, il partito “inventato”, costruito e guidato per quasi 30 anni proprio da Silvio Berlusconi. La prima e più immediata conseguenza della sua scomparsa potrebbe essere proprio un impatto sulle intenzioni di voto di Forza Italia.
Anche se è troppo presto per dire se questo impatto ci sarà, non è azzardato ipotizzare che, almeno in un primo momento, FI farà registrare una certa crescita dei consensi, una sorta di “tributo” post mortem da parte di elettori che magari in passato avevano votato per il partito di Berlusconi – salvo poi riposizionarsi su altre opzioni.
Per ora, alla vigilia di quello che potrebbe costituire il più grande “scossone” al panorama delle intenzioni di voto da diversi mesi a questa parte, la situazione fotografata dalla nostra Supermedia continua ad essere piuttosto stabile, anche se si registrano alcune novità: i primi due partiti perdono un po’ di terreno (soprattutto il PD, che cala di quasi mezzo punto), mentre si registra una certa vivacità tra i soggetti minori.
In particolare, tutti i partiti che si aggirano intorno al 3% (attuale soglia di sbarramento prevista dalla legge elettorale nazionale) sembrano riavvicinarsi, con Azione che scende sotto il 4%, Italia Viva che sale al 3,2% (superando l’alleanza Versi/Sinistra) e +Europa che fa un discreto balzo al 2,5%: il partito ora guidato da Riccardo Magi appare piuttosto tonico nell’ultimo periodo, soprattutto in alcune rilevazioni (EMG) che lo danno in netta crescita, sopra il 3%.
Tutti questi partiti, però, dovranno fare i conti col fatto che il prossimo appuntamento elettorale di un certo rilievo – le Europee 2024, che si terranno esattamente tra un anno – prevede una soglia di sbarramento del 4%. Se si votasse domani per il Parlamento di Strasburgo, in altre parole, otterrebbero seggi solo Fratelli d’Italia (gruppo dei Conservatori), PD (Socialdemocratici), Lega (Nazionalisti) e Forza Italia (Popolari).
Se, come si è detto, per quanto riguarda i partiti è lecito attendersi nelle prossime settimane una crescita di Forza Italia – principalmente a scapito degli altri partiti di centrodestra – il discorso si fa decisamente più incerto per quanto riguarda le aree politiche: sarà interessante vedere se nel complesso anche il centrodestra beneficerà di un consenso maggiorato (anche se magari occasionale) oppure se il 46,3% di cui lo accredita la Supermedia odierna, e che costituisce uno dei valori più alti raggiunti dalla coalizione dalle elezioni dello scorso 25 settembre, rappresenta un “tetto” oltre il quale è strutturalmente difficile, se non impossibile, andare.
Tutte queste considerazioni, è bene puntualizzarlo, devono tener conto di un fattore inevitabile: la tendenza, nei giorni e nelle settimane immediatamente successivi alla scomparsa di un personaggio pubblico così rilevante, a conferire “l’onore delle armi” anche a chi ha sempre reputato Silvio Berlusconi un avversario politico.
Le prime tracce di questa tendenza le si possono scorgere già oggi nel recentissimo sondaggio, realizzato proprio nelle ore successive alla morte di Berlusconi, dall’istituto Ipsos. Il 55% degli italiani intervistati dall’istituto di Nando Pagnoncelli, proprio nella giornata di lunedì 12 giugno, afferma che in futuro manterrà un ricordo positivo dell’ex premier e fondatore di Forza Italia, contro un 38% che ne avrà invece un ricordo negativo. Sul piano meno personale e più politico, i giudizi sono più equilibrati, ma comunque prevalentemente benevoli: secondo il 47% degli intervistati, con il Berlusconi politico l’Italia si sarebbe modernizzata, mentre il 35% ritiene che abbia imboccato la via del declino.
Sulla “domanda delle domande”, quella su quale leader – o quale partito – raccoglierà “l’eredità politica” di Berlusconi, non abbiamo ancora dati. Ma una recente inchiesta di SWG, svolta appena un mese fa, in occasione delle dimissioni di Berlusconi dal lungo ricovero (passato anche dalla terapia intensiva) avvenuto nel periodo pasquale [LINK https://www.agi.it/politica/news/2023-04-07/berlusconi_premier_parole_ospedale_leucemia-20859508/ ], sembra indicare che i principali indiziati siano Giorgia Meloni e il suo partito, Fratelli d’Italia.
Il 30% degli elettori di Forza Italia intervistati da SWG un mese fa, infatti, indicava proprio FDI come il partito che avrebbe votato con maggiore probabilità in caso di scomparsa di FI, mentre un altro 18% indicava comunque altri soggetti di centrodestra (Lega, Noi Moderati). Per quanto riguarda invece i soggetti di opposizione, secondo il recente sondaggio di Ipsos sono le formazioni dell’ex Terzo Polo le più accreditate ad attrarre il voto moderato eventualmente in uscita da Forza Italia (34%). Il 16% crede che questi elettori potrebbero andare verso il PD, mentre solo l’8% ritiene verosimile che questo elettorato moderato si possa dirigere verso il Movimento 5 Stelle.
NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto. La ponderazione odierna, che include sondaggi realizzati dal 1° al 14 giugno, è stata effettuata il giorno 15 giugno sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. I sondaggi considerati sono stati realizzati dagli istituti EMG (data di pubblicazione: 12 giugno), Euromedia (8 giugno), Noto (6 giugno), Piepoli (6 giugno), SWG (5 e 12 giugno) e Tecnè (3 e 10 giugno).
La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it.