AGI - "A preoccuparmi oggi non sono solo i limiti della Legge 194, vale a dire l'obiezione di coscienza organizzata in molte regioni o la mancata prescrizione della RU486; non mi preoccupano nemmeno le varie campagne dei movimenti Provita, né penso che la legge 194 sia a rischio di essere cancellata da questa maggioranza parlamentare di destra reazionaria. Il mio timore è che diventerà inapplicabile di fatto, in tutte le Regioni". Lo scrive la leader di +Europa, Emma Bonino, in un articolo su L'Unità a 45 anni dalla legge sull'aborto.
"La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha più volte chiarito che non intende abolire, né modificare, la direttiva ma 'applicare la legge 194'. Quello che raccontano però le regioni amministrate dalle forze di centrodestra, mostra una situazione ben diversa da quella descritta dalla premier. Il caso Marche - sottolinea Bonino - ne è l'esempio più palese. Solo in questa Regione la percentuale media di obiezione per il 2021 è pari al 69 per cento, leggermente inferiore a quella riscontrata negli ultimi dieci anni, pari al 70 per cento, ma poco più alta della media nazionale", aggiunge.
"Su 17 strutture sanitarie - riprende Bonino - 12 sono punti per l'interruzione di gravidanza: in una non si pratica l'aborto (Fermo) e nelle altre quattro non ci sono ginecologi non obiettori. Quattro su dodici hanno più dell'80 per cento di ginecologi obiettori. Le Marche sono la Regione del centro Italia dove meno si pratica l'aborto farmacologico. Sono al 13 per cento, quando la media nazionale, già molto bassa, è al 24-25 per cento. Ma la Legge 194 dice che tutti i servizi ospedalieri devono garantire l'interruzione di gravidanza. E quindi mi aspetto che, nonostante l'obiezione o i governi regionali di centro destra, la legge venga applicata e rispettata".
"E, secondo me, il modo più efficace per difendere la 194 è lottare per i nuovi diritti ancora da conquistare, dalla cittadinanza, all'eutanasia, alla legalizzazione della cannabis, e via dicendo", conclude Bonino.