AGI - Si apre una nuova stagione in Rai: l'ad Fuortes lascia, comunica al ministero dell'Economia le sue dimissioni, "prendo atto che non ci sono più le condizioni per proseguire il mio lavoro", spiega. Poi l'affondo: "Dall'inizio del 2023 sulla carica da me ricoperta e sulla mia persona si è aperto uno scontro politico che contribuisce a indebolire la Rai e il Servizio pubblico. Allo stesso tempo ho registrato all'interno del Consiglio di amministrazione della Rai il venir meno dell'atteggiamento costruttivo che lo aveva caratterizzato, indispensabile alla gestione della prima azienda culturale italiana".
Ed ancora: "Non posso, pur di arrivare all'approvazione in Cda dei nuovi piani di produzione, accettare il compromesso di condividere cambiamenti, sebbene ovviamente legittimi, di linea editoriale e una programmazione che non considero nell'interesse della Rai".
Le fasi della successione
Ora sarà il ministero dell'Economia, azionista della Rai, ad indicare il successore. Scelta che dovrebbe arrivare nel Consiglio dei ministri di giovedì che si occuperà del dossier delle nomine, dopo che la scorsa riunione non aveva sciolto il nodo della Guardia di Finanza (intanto martedì pomeriggio ci sarà il passaggio di consegne tra l'attuale comandante ed il comandante in seconda, Andrea De Gennaro).
Per la sostituzione di Fuortes il favorito è Roberto Sergio, direttore di Radio Rai, in un secondo momento dovrebbe poi essere indicare come direttore generale l'ex consigliere Giampaolo Rossi.
Dopo la formalizzazione in Cda, il 17 maggio dovrebbe esserci l'audizione in Commissione Vigilanza Rai della presidente e dell'amministratore delegato dell'azienda.
"L'azienda è in crisi"
La prima mossa dell'esecutivo e della maggioranza sarà quella, secondo quanto si apprende, di chiedere una 'due diligence' sui conti di viale Mazzini. "L'azienda è in crisi", l'allarme. "La situazione è tutt'altro che florida" ed è nota ormai da mesi e non preoccupa solo noi", osservano in una nota gli esponenti di Fratelli d'Italia nella commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai.
"Ricordiamo - aggiungono - che l'Azienda attende un piano industriale da oltre un anno e mezzo; che per tale ragione il rinnovo del contratto di servizio - scaduto nel 2021 - è fermo; che il budget 2023 è stato approvato col voto di minoranza di 3 consiglieri su 7, tra i quali lo stesso Ad; che il bilancio 2022 è stato chiuso con un preoccupante indebitamento; che la crisi di ascolti aggregati della Rai è ormai un tema di riflessione circa la produzione dei contenuti; che sull'Azienda pendono istruttorie per violazioni delle norme sulla pubblicità; che la crisi è ulteriormente palesata dal fatto che le sei sigle sindacali che rappresentano i lavoratori della Rai hanno dichiarato prima lo stato di agitazione poi lo sciopero generale".
Lo scontro politico
Il passo indietro di Fuortes alimenta lo scontro politico tra maggioranza e opposizioni. "Le opposizioni fanno il loro lavoro e per carità non le discuto, ma la scelta di dimettersi l'ha presa lui, non è una scelta che gli ha imposto nessuno. Non mi risulta abbia ricevuto pressioni", dice la premier Meloni.
"Si pongono come doverosi alcuni interrogativi, a cui lo stesso ad dimissionario avrebbe il dovere di rispondere. A cosa fa riferimento, esattamente, quando parla di cambiamenti di linea editoriale e di una programmazione che non considera nell'interesse dell'azienda?", attacca il Movimento 5 stelle. "Dov'era l'urgenza di azzerare e di nominare i nuovi vertici? Nei conti? Negli ascolti? No. L'unico scopo era quello di epurare una buona gestione per far spazio ai loro uomini", la critica del Pd.
"Se ha deciso di lasciare avrà avuto le sue ragioni - ha detto il vicepremier Tajani -. Ora bisogna lavorare perché possa esserci un momento positivo per l'azienda, anche dal punto di vista economico, c'è da risanare. Daremo tutti quanti delle indicazioni positivi al Mef, però si lavorerà per sostenere la tv pubblica perché possa rendere il miglior servizio possibile ai cittadini".
"Non faccio i palinsesti Rai, se Fuortes si è dimesso avrà avuto le sue buone motivazioni", il commento di Salvini. "Le polemiche sulle dimissioni di Carlo Fuortes sono assolutamente pretestuose", afferma il capo politico di Noi Moderati Lupi.
"Prendo atto con rammarico delle dimissioni dell'ad Carlo Fuortes, pur rispettando i motivi della sua decisione. Esprimo il mio dispiacere personale per il modo talvolta sgradevole con cui la vicenda e' stata trattata dai media e desidero ringraziarlo per l'impegno e la passione con cui ha lavorato in questi 21 mesi in Rai", commenta in una nota la presidente della Rai, Soldi.