AGI - "Questa preoccupazione non la leggo, io penso che quel che vedete è uno spread sotto media scorso anno, la Borsa che sale, una previsione di crescita del Pil più alta di Francia e Germania e di quel che era stato previsto". Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, risponde così alle domande dei giornalisti sulle ipotesi di preoccupazione dei mercati finanziari riguardo all'economia italiana.
"Questo è quel che vedono i mercati e a me interessano i fatti - ha proseguito Meloni parlando con i cronisti all'ambasciata d'Italia a Londra - e i fatti dicono che l'economia italiana sta andando molto bene e che i provvedimenti presi da questo governo erano efficaci, c'è una ripresa dell'ottimismo, della voglia di fare, e dato che ci coinvolge tutti penso che questi elementi vadano sottolineati, non si può sempre fare il Tafazzi di turno anche quando le cose vanno bene perché non ci aiutiamo", ha aggiunto.
Glossario: Il personaggio citato da Meloni è stato interpretato per anni da Giacomo Poretti, del trio Aldo, Giovanni e Giacomo. Tafazzi indossava una tuta di calzamaglia nera con un sospensorio di colore bianco e il suo successo era dovuto al fatto che, senza motivo, si percuoteva l'inguine con una bottiglia di plastica vuota auto-infliggendosi del dolore
Una tesi che il leader di Fratelli d'Italia ha poi sottolineato in un messaggio sui suoi social. "L'economia italiana cresce oltre le stime previste e sprona il nostro governo a far ancora di più per sostenere chi produce ricchezza nella nostra nazione". "Questi dati - riprende il presidente del Consiglio - ne sono la dimostrazione: le nostre imprese, quando messe nella condizione di sprigionare tutto il loro potenziale, sanno fare la differenza rendendo l'Italia forte e competitiva e favorendo il benessere di tutti gli italiani".
Pnrr
Nella sua trasferta in Gran Bretagna, Meloni ha toccato anche altri punti. Uno di questi è il Pnrr. "La volontà indiscussa e indiscutibile è spendere i soldi" del Piano ma per farlo "devi andare a valutare delle ipotesi che non sono realistiche e in quel caso correggerle per spendere i soldi - ha aggiunto Meloni - è una grande sfida per noi, è il primo tema di cui ci occupiamo, su cui siamo concentratissimi e un tema su cui secondo me non c'è da essere preoccupati".
"Quando serviranno i poteri sostitutivi verranno usati - ha ripetuto Meloni - quando sarà necessario dire che qualcosa non va bene, si correggerà e ci stiamo lavorando con forza. Non alimentiamo un racconto che non esiste perché la fase è delicata", ha concluso.
L'ipotesi cui sta lavorando il governo britannico sui respingimenti di migranti in Ruanda "non è una iniziativa che stiamo prevedendo noi. Però sicuramente se si trovano soluzioni anche nei paesi africani o in altri paesi, per evitare che la congestione avvenga tutta negli stessi luoghi, questo aiuta".
Ruanda, migranti e razzismo
"Non so quali siano i principi che vengono violati. Questo racconto per cui il Ruanda come qualsiasi nazione africana è una nazione impresentabile, quello è razzismo. Non è una questione di deportazione, di fronte all'immigrazione illegale non stai deportando nessuno". Il premier ha risposto, durante il punto stampa, anche a una domanda sulla 'soluzione' Ruanda prospettata dal governo britannico per il respingimento dei migranti possa violare i principi della Corte europea dei diritti umani.
"Quando queste persone arrivano tu processi le loro richieste - ha aggiunto - c'è un tempo nel quale quella richiesta va processata e per capire se c'è il diritto ad avere la protezione internazionale o no. Nel qual caso, secondo tutte le Corti del mondo, se non hai diritto alla copertura devi tornare a casa. La stessa Ue prevede dei centri dove trattenere queste persone durante la richiesta - ha proseguito - dove queste richieste vengano processate è assolutamente secondario. Il punto che dobbiamo considerare è che la materia diventa molto più difficile da gestire se tu pensi di poter concentrare la pressione solo su alcune nazioni".
"Io non sono d'accordo sul principio di deportazione - ha aggiunto Meloni - non vi rendete conto della gravità del temine utilizzato. Io non la vedo come una deportazione ma come un accordo tra Stati liberi nei quali viene garantita la sicurezza delle persone e credo che parlare di deportazione o lasciare intendere che il Ruanda sarebbe un Paese che non rispetta i diritti e sarebbe una nazione inadeguata o indegna, credo che questo sì sia un modo di razzista di leggere le cose", ha ribadito.