AGI - "Il 25 Aprile è come la data di nascita di ognuno di noi, non si dimentica mai". Così, Ferdinando Tascini, 100 anni compiuti lo scorso 28 dicembre, tra gli ultimi "carcerieri" di Mussolini, commenta così la ricorrenza. Nato a Todi, terzo di cinque fratelli. Si iscrive all'istituto agrario Ciuffelli di Todi, ma è costretto ad interrompere gli studi per la chiamata nell'esercito durante il secondo conflitto mondiale. Inviato nel Montenegro per quasi un anno, Si arruola poi nell'Arma dei carabinieri. Richiamato in Italia viene scelto per una missione speciale e segreta. Si ritrova a sua insaputa a Campo Imperatore, Gran Sasso, a guardia di Mussolini.
Finita la guerra Ferdinando riesce a conseguire il diploma di perito agrario. Inizia la sua attività lavorativa presso varie aziende agricole del perugino. Nel '50 si trasferisce in Alta Valle del Tevere insieme alla moglie Adiana ("la maestra di Riosecco") dove a Città di Castello crea una azienda agricola specializzata nella tabacchicoltura. Oggi vive a San Donino con la sua numerosa famiglia, quattro figli, nove nipoti e sette pronipoti, godendosi l'ombra della quercia centenaria da lui curata con amore.
"Straordinarie le parole di Mattarella"
Impossibilitato ad intervenire alle celebrazioni ufficiali davanti al monumento alla Resistenza Altotiberina a Città di Castello, ha comunque voluto manifestare vicinanza a tutti coloro che hanno preso parte alle manifestazioni pubbliche e più in generale agli Italiani tutti. Nella sua residenza sulle colline tifernati, ha seguito la diretta televisiva e l'intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
"Le straordinarie parole del Presidente Mattarella - ha detto Tascini - mi hanno commosso e fatto sentire orgoglioso di essere Italiano e di aver dato il mio contributo come tanti altri, troppi con la vita purtroppo, alla affermazione della democrazia e della libertà che oggi tutti possiamo festeggiare". "La Costituzione, dopo i tragici momenti della guerra è stata sempre e sara' per me e per la mia famiglia la bussola della vita che ci guida, di cui andare orgogliosi. Una bussola di vita che in particolare i nostri giovani dovranno sempre avere presente per orientarsi nel cammino della loro vita" ha concluso Tascini.