AGI - La facciata di Palazzo Vecchio imbrattata da vernice rossa, la vasca della Barcaccia che diventa nera, e ancora: vernice sulla facciata di Palazzo Madama, quadri d'autore esposti nei musei danneggiati da colla.
La lista di monumenti e opere d'arte finite nel mirino di attivisti ambientalisti è lunga, senza contare poi gli episodi di vandalismo puro, di turisti con la mania di tornare a casa con souvenir "raschiati" dalle mura del Colosseo, o delle vestigia di Pompei.
Di solito gli imbrattatori e i vandali se la cavano con una denuncia a piede libero e un processo che si farà. Se stranieri, poi, il rientro a casa senza conseguenze è molto più di una possibilità.
Ma qualcosa potrebbe cambiare presto. E non in meglio, per chi dovesse decidere di fare azioni dimostrative o gesti inconsulti danneggiando un monumento o un'opera d'arte. Per i responsabili sono previste infatti multe fino a 60mila euro. Le prevede il disegno di legge che riporta "Disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici".
Il testo, che l'AGI ha potuto visionare, è stato portato in Consiglio dei ministri dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Lo schema all'esame del Cdm, composto da un articolo, stabilisce che, "ferme le sanzioni penali applicabili, chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali o paesaggistici propri o altrui è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 20.000 a euro 60.000".
Chi "deturpa o imbratta beni culturali o paesaggistici propri o altrui, ovvero destina i beni culturali a un uso pregiudizievole per la loro conservazione o integrità ovvero a un uso incompatibile con il loro carattere storico o artistico, è punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 10.000 a euro 40.000".
Il verbale contenente l'accertamento e la contestazione delle violazioni deve essere notificato al responsabile entro 120 giorni dal giorno in cui il fatto è stato commesso. I proventi delle sanzioni sono devoluti al Ministero della cultura che lo destinerà "prioritariamente" per il ripristino dei beni imbrattati o danneggiati. Se si paga la sanzione entro 30 giorni dalla notifica, si può godere di uno 'sconto', ma non se questo sconto si è ottenuto nei 5 anni precedenti il fatto.
"Per tutto quanto non espressamente indicato è applicabile la legge 689/1981. Quando per lo stesso fatto è stata applicata la sanzione amministrativa pecuniaria indicata ai commi 1 e 2 o una sanzione penale, l'autorità giudiziaria e l'autorità amministrativa tengono conto delle misure punitive già irrogate e la sanzione pecuniaria amministrativa "è limitata alla parte eccedente quella riscossa" dall'autorità amministrativa o da quella giudiziaria.