AGI - Secondo test elettorale per il centrodestra. Dopo le Regionali di Lombardia e Lazio, nella prima metà di febbraio, la nuova 'prova' della coalizione di governo si svolge domenica e lunedì in Friuli Venezia Giulia, dove si vota per la presidenza della Regione, per il sindaco di Udine e di altri 23 Comuni.
In una Regione dove il centrodestra ha sfiorato il 50% alle scorse politiche (49,9%), i rapporti di forza tra i tre principali partiti della coalizione sono destinati a essere ribaltati rispetto alle Regionali del 2018, come avvenuto già in Lombardia a febbraio. Il 29 aprile di cinque anni fa, la Lega era nel pieno della trattativa per la formazione del governo insieme al Movimento 5 stelle e la foto della 'reunion' di Trieste con le altre forze del centrodestra a sostegno della candidatura del leghista Massimiliano Fedriga rischiò di mandare in frantumi il negoziato che invece poi portò, il primo giugno, alla formazione del Conte I.
Allora Fedriga vinse con il 57,09% dei voti contro il 26,8% andato al candidato del centrosinistra, Sergio Bolzonello, e l'11,7% ad Alessandro Fraleoni Morgera del Movimento 5 stelle. Oggi, Pd e M5s corrono insieme a sostegno del civico, ambientalista, Massimo Moretuzzo, mentre il Terzo Polo corre per superare la soglia di sbarramento al 4% con Alessandro Maran.
Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia sostengono compatte la ricandidatura di Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni, in proporzioni che si attendono ribaltate rispetto al 2018, quando la Lega si aggiudicò il 34,9%, Forza Italia il 12,1% e FdI il 5,5%. In Fvg, alle Politiche di settembre, il partito di Giorgia Meloni si è infatti aggiudicato il 31,3%, la Lega il 10,9%, FI il 6,7%.
Segnale del cambiamento dei rapporti di forza la campagna del presidente uscente, che ha diffuso manifesti che lo ritraggono insieme al presidente del Consiglio."Il mio volto affiancato a quello del premier si rivolge a chi vuole stabilità e continuità di governo", ha spiegato il leghista, legato a Meloni da un rapporto di amicizia personale almeno da quando faceva il capogruppo leghista a Montecitorio.
I rapporti con il segretario leghista Matteo Salvini sono apparsi invece a tratti forse un po' 'raffreddati' nei mesi scorsi, anche per conseguenza dei retroscena di stampa, sempre smentiti dall'interessato, in cui Fedriga veniva dipinto come pronto a scalare la Lega per prendersi la guida del partito.
Se qualche malumore può aver suscitato l'attivismo del governatore leghista a sostegno della sua lista, in via Bellerio prevale il realismo e l'obiettivo è quello di replicare, domenica in Friuli, il 'senso' del risultato in Lombardia, dove, sommando il buon esito della lista di Attilio Fontana, si è assottigliata la distanza della Lega da FdI.
Certamente occorre vedere quanto il consenso per il governatore in corsa per la riconferma sarà convogliato sulla sua lista e verificare che non vi sia un crollo dell'Alberto da Giussano, ma l'obiettivo leghista è la 'tenuta' rispetto al risultato delle politiche. Un risultato modello Lombardia (FdI 25%, Lega 16,5%, Lista Fontana 6,2%) potrebbe agevolare anche la trattativa per la formazione di una giunta che si preannuncia comunque dominata da ribaltati rapporti di forza tra alleati.
Sono quindi attesi, in piazza XX settembre a Udine, per chiudere la campagna di Fedriga, il premier Meloni, il segretario leghista Salvini, e il cooordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani (Silvio Berlusconi è uscito oggi dall'ospedale). Oltre ai leader del centrodestra interverrà dal palco anche il sindaco di Udine Pietro Forlanini.
Anche lui leghista, Forlanini è stato eletto con il 50,37% dei voti, di misura sul candidato del centrosinistra Vincenzo Martines (49,63%). Nel centrodestra si da' meno per scontata la conferma del sindaco di Udine, rispetto a quella di Fedriga. La corsa di Forlanini è insidiata dal centrosinistra che, insieme al Terzo Polo, schiera Felice De Toni, dal candidato del M5s Ivano Marchiol e dal civico Stefano Salme'.