AGI - Un gatto di casa sornione pronto a dispensare consigli ma senza scatti felini. Un comodo divano è preferibile all’agone politico: Romano Prodi rimane, come ormai da tempo, vicino al Pd ma quanto basta. Mantiene la giusta distanza.
Dopo il caso dei 101 franchi tiratori che fermarono la sua corsa al Colle, il Professore decise di non rinnovare più la tessera del Partito democratico, pur partecipando alle primarie che ha sempre caldeggiato come esempio di democrazia e partecipazione. Una linea che rimane la stessa anche con la guida di Elly Schlein.
Padre nobile sì (non a tempo pieno) ma senza tessera. “Personalmente - ha detto Prodi ad Agorà su rai 3 - credo che a 84 anni sarebbe strano riprendere la tessera del Partito Democratico. Sono un po' un gatto di casa, ma sono sempre vicino al Partito Democratico. Questo è l'unico partito. Che io sia iscritto o meno non ha nessuna importanza”. Bersani prende la tessera? “Ma Bersani è attivo in parlamento, io sono un professore in pensione. C'è una bella differenza”, osserva l’ex premier.
La casa di Prodi nel centro di Bologna, continua comunque ad essere una meta di pellegrinaggio politico per dirigenti, militanti e aspiranti leader del partito. Lo è stata anche nell’ultima tornata che ha visto la Schlein vincere ai gazebo contro il suo ex governatore Stefano Bonaccini. Prodi ha ‘benedetto’ la sintesi tra i due. “Schlein ha fatto bene a fare Bonaccini presidente del Pd e Bonaccini ha mostrato stile ad accettare l'incarico”.
L’esordio in Aula della leader dem sul salario minimo - al centro del primo ‘faccia a faccia’ con la premier Giorgia Meloni - è piaciuto al padre dell’Ulivo. “ É stata una bella idea. Come si fa a lavorare e ad avere problemi anche a comprare da mangiare? Come si fa a non avere il salario minimo oggi?” Quanto alle alleanze “facciamo le proposte giuste e poi si faranno le alleanze. Le alleanze sono un matrimonio non una imposizione. Con il salario minimo si è data una seria impostazione al tema dei diritti sociali. Il salario minimo è un diritto", osserva Prodi.
Per l’ex presidente del Consiglio i cattolici si sentono ancora a casa del Pd ma questo non significa esserne i padroni. Commentando le parole di Graziano Delrio sul rischio che i cattolici non si sentano più a casa nel Partito Democratico l’ex presidente del Consiglio ha spiegato: “i cattolici si sentono ancora a casa nel Pd. Ci sono diverse sensibilità, anch'io ho incontrato problemi con i Dico. La religione è ben diversa dalla politica, come diceva Sturzo. Nella società occorre fare determinate sintesi". Tuttavia “una cosa è sentirsi a proprio agio a casa, altra cosa è sentirsi padroni di casa. Bisogna distinguere i diritti, che sono di tutti, dalle bandiere, che possono essere dei singoli. Schlein dovrà interpretare le differenze tra diritti e bandiere",