AGI - Il giorno dopo le critiche sul blog di Beppe Grillo, è Matteo Salvini a mostrare scetticismo sull'annunciata partecipazione di Volodymyr Zelensky al Festival di Sanremo. "Speriamo che Sanremo rimanga il festival della canzone italiana e non altro", dice il vice premier a Rho, nel Milanese, per una visita alla fiera Homi.
"Avranno fatto le loro valutazioni, quello che spero è che la guerra finisca il prima possibile e che il palcoscenico della città dei fiori rimanga riservato alla musica", rincara. Se avrò tempo di guardare il Festival, tiene a precisare, "sarà per ascoltare le canzoni e non per ascoltare altro".
La presa di posizione del segretario leghista suscita critiche e condivisioni. Ieri, il blog di Grillo aveva ospitato un intervento del diplomatico Torquato Cardilli, ex ambasciatore in Albania, Tanzania, Arabia Saudita ed Angola, dal titolo 'Dalle bombe alle canzoni. Anche il dolore fa spettacolo'. "Possibile che i governi e i Parlamenti occidentali votino per la continuazione della guerra facendo passare l'idea che con quel voto rendono più vicina la pace?", si chiedeva Cardilli.
"Dimentico dei sacrifici del popolo ucraino, da consumato attore di cabaret - lamentava poi -, Zelensky ha da ultimo partecipato in video alla serata di gala di Los Angeles per il Grammy Awards 2022, al convegno di Davos a cui ha inviato la sua first lady per perorare aiuto dalla crema finanziaria e speculatrice mondiale ed ha chiesto di apparire sul palcoscenico dell'Ariston, durante il festival di Sanremo, grazie alla mediazione con Amadeus condotta da Vespa che lo ha intervistato. Puro spettacolo!"
Dal fronte del centrosinistra è l'ex deputato dem Filippo Sensi a criticare Salvini, ovvero "un ministro della Repubblica che ironizza su Zelensky a Sanremo nelle ore in cui l'Ucraina piange le vittime dei missili russi".
Mentre dubbi sull'opportunità di ospitare Zelensky sul palco dell'Ariston sono espressi dall'ex M5s Alessandro Di Battista, da sempre scettico sul sostegno dell'Occidente e della Nato all'Ucraina. "L'Europa al posto di ragionare ha spento il cervello. E gran parte dell'informazione le va dietro", scrive oggi su Facebook.
"Ogni armamento avrebbe dovuto cambiare le sorti della guerra. Dovremmo parlare ogni istante di tutto questo. Ma in Italia nelle prossime settimane si parlera' soprattutto di Zelensky a Sanremo ... a Sanremo...", sostiene. "A proposito di Sanremo, attendo con ansia che almeno una volta si citi quel che sta avvenendo in Palestina. Soltanto ieri, nel campo di Jenin, dove venne assassinata la giornalista Shireen Abu Akleh, un territorio dove le truppe israeliane neppure dovrebbero esserci, sono stati uccisi 8 palestinesi. Come sempre da parte del mainstream silenzio assoluto ...". Critico anche il vice presidente del Senato, Maurizio Gasparri di Forza Italia.
"Trovo sorprendente l'accostamento tra i balletti e le canzoni di Sanremo con l'aggressione all'Ucraina", dice a 'Radio Radicale' Gasparri. "Ho un grande rispetto per il popolo ucraino, dalla cui parte io e tanti altri esponenti politici restiamo accanto senza alcuna esitazione. Su questo Paese aggredito e bombardato dalla Russia non devono esserci dubbi. Anche per il Festival di Sanremo - riprende - ho un grande rispetto. Nel passato anche Gorbaciov e qualche altro esponente politico ha calcato questo palco, ma sinceramente mischiare la tragedia del popolo ucraino con il televoto delle canzoni non mi pare un accostamento opportuno".
"Viviamo in un frullatore mediatico dove si può passare da un balletto a una canzonetta e poi denunciare l'aggressione all'Ucraina. Trovo questo accostamento sorprendente", osserva.