AGI - "All'Italia serve pacificazione" perchè "a 77 anni dalla fine del Secondo conflitto mondiale siamo ancora in un interminabile dopoguerra". Ignazio La Russa incontra i cronisti della Stampa parlamentare per il tradizionale scambio di auguri ed elenca i desideri e gli obiettivi per l'avvenire.
Il Paese, nota il presidente del Senato, "pur nelle inevitabili e doverose profonde differenze di pensiero che si possono avere, non è pacificato. Se riuscissimo a fare qualche passo in questa direzione, sarei felice", afferma. Passi, insiste, andrebbero anche compiuti per "dare ancora più dignità alle Istituzioni". E in questa opera, aggiunge, il ruolo della stampa - "che è mediazione con i cittadini" - è "essenziale e decisivo".
"Mi piacerebbe - spiega ai giornalisti - che fossimo tutti nella stessa barca per essere censori quando i politici sbagliano ma anche divulgatori delle cose buone che emergono dalle istituzioni". è necessario anche, dice ancora, "lavorare sulla qualità della politica. E il modo migliore per farlo è la passione, che non va persa". Ai cronisti chiede anche "di essere un pò suggeritori dei politici, per indicare la strada giusta da intraprendere". Un ruolo, quello del suggeritore, che - rimarca rispondendo a una domanda - "non spetta a me che indosso l'abito dell'arbitro, che una volta era nero (e chissà cosa avreste scritto...) ma fortunatamente oggi è di tutti i colori".
A chi gli chiede se non senta la mancanza di un ruolo più operativo risponde con un secco: "Un casino! Se avessero voluto un presidente che dirige il traffico in Aula, avrebbero dovuto prendere un semaforo" continua rivendicando "uno piccolo spazio per esprimere la propria opinione anche a chi ha compiti come il mio". Il compito di seconda carica dello Stato, "una specie di macigno che mi porto dietro", scherza ancora.
La Russa non sfugge ai temi dell'oggi, a partire dalle fibrillazioni e "dall'affanno" sulla legge di Bilancio registrato alla Camera nei giorni e nelle ore appena passate. "Da anni la manovra la fa o la Camera o il Senato. Se non siamo capaci di arrivare al monocameralismo illuminato, facciamo una legge costituzionale in cui si dice che c'è il bicameralismo ad eccezione della legge finanziaria. Sarebbe più serio, piuttosto che farla rimbalzare tra Camera e Senato offrendo a chi tocca la seconda lettura solo l'occasione di saltare un pezzo di vacanze".
Il presidente invita il Parlamento a "interrogarsi" sul bicameralismo e sull'opportunità di rivedere la Seconda parte della Costituzione e ricorda alla maggioranza e all'opposizione la necessità di evitare l'esercizio provvisorio che "sarebbe un danno per l'immagine dell'Italia" e per i cittadini "che stanno vivendo sulla loro pelle le conseguenze indirette della guerra, la crescita della povertà e l'impossibilità dimostrata di superarla attraverso il solo assistenzialismo". Di riforme parla anche quando critica il taglio dei parlamentari entrato in vigore all'inizio della legislatura.
"Una scelta mossa da giuste considerazioni di risparmio. Ma visti i risultati, non so se ne è valsa la pena. Penso che abbiamo fatto un mezzo buco nell'acqua". Nel suo intervento non dimentica infine il conflitto in Ucraina e le recenti polemiche sull'invio di armi a Kiev.
"Lasciare l'Ucraina senza aiuti - sottolinea - sarebbe un errore. Abbiamo il dovere di aiutare quel Paese anche ricercando tutte le strade per la pace. Ma si illude chi sostiene che la pace possa essere più vicina lasciando gli ucraini in balia dell'invasione russa. Si arriverebbe a una pace più in fretta - scandisce - ma quella del cimitero, senza giustizia".