AGI - Il premier Giorgia Meloni fa chiarezza sul bonus cultura e spiega che l'intenzione del governo è di rivedere la misura e di limitarla al momento ai redditi più bassi: in questo modo, "sarebbe più impattante".
"Questi 500 euro al compimento dei 18 anni vengono riconosciuti a tutti, a prescindere dal reddito. Io penso che non ci sia ragione per la quale i figli di un milionario, di un parlamentare, mia figlia se domani compisse 18 anni, ne ha molti di meno. Penso potrei rinunciare ai 500 euro per comprarle dei libri o dei contenuti culturali. Credo che la stessa misura, concentrata su chi ha i redditi più bassi possa essere molto più impattante", ha detto nel corso di una diretta Facebook.
"Credo che vada intodotto un limite al reddito - ha aggiunto - di chi accede a questa misura e che occorra lavorare un po' sulle truffe, perché se ne sono viste diverse. Confermiamo vogliamo apportare modifiche alla norma senza però levare risorse da questa destinazione".
"Negli ultimi giorni c'è stata molta polemica su un emendamento che è stato presentato dai partiti della maggioranza sul bonus ai 18enni per la cultura. Si dice vogliamo abolirlo. In realtà non vogliamo abolirlo. Noi crediamo sia molto importante avvicinare i giovani alla cultura. Il ministro Sangiuliano sta lavorando parallelamente con gli operatori del settore ad una carta cultura. Però sicuramente la 18 app va rivista". Altro tema affrontato è quello della commissione sui pos dopo la misura della manovra che elimina l'obbligo di transazioni elettroniche sotto i 60 euro.
"Togliere la commissione ai pos? Non possiamo farlo"
L'abolizione delle commissioni sui pos, ha spiegato il presidente del Consiglio, "sarebbe anticostituzionale". E ha ricordato che "c'è una lettera che la Bce scrive nel 2019 all'allora ministro dell'Economia Gualtieri e ai presidenti di Camera e Senato sulle misure di abbassamento del tetto" in cui l'Eurotower "fa una serie di critiche all'abbassamento del contante", definendolo "particolarmente importante per alcune categorie sociali" e unica "moneta legale" che consente ai cittadini di regolare un pagamento immediatamente senza tariffe per il suo utilizzo. "La Banca centrale dice al governo italiano di allora di fare attenzione perché la moneta elettronica ha un problema di commissioni".
"Molti dicono 'perché non togliete le commissioni?' Perchè non possiamo farlo, sarebbe incostituzionale - ha proseguito Giorgia Meloni - la moneta elettronica è privata e lo Stato non può impedire a chi offre il servizio di guadagnarci una commissione. Questo è il motivo per cui Bankitalia fa le sue valutazioni cireca il tema dell'innalzamento del tetto al contante".
L'Europa questa settimana, dopo le polemiche di chi dice che "vogliamo favorire gli evasori - ha concluso il premier - ha deciso di fissare il tetto al contante a 10.000 euro, il doppio di quanto stabilito dal governo italiano. Chiedo a chi dice che vogliamo favorire gli evasori: l'Europa vuole favorire gli evasori? Non credo, forse abbiamo ragione noi anche quando diciamo che il tetto al contante funziona se è una misura europea".