AGi - Elly Schlein prende la tessera del Partito Democratico: un passaggio burocratico che, tuttavia, si riempie di significato dato che, per farlo, la deputata sceglie la Bolognina, circolo rimasto nell'immaginario collettivo della sinistra per la svolta di Occhetto che diede il via al passaggio dal Pci al Pds, poi Ds e poi Pd. A sentire Schlein, a pesare sulla scelta del circolo è stata la mozione dei sentimenti, più che che la storia: "Per me è una grande emozione rientrarci, in un circolo a cui sono legatissima perchè è il primo dove ho partecipato a un'assemblea del partito quasi dieci anni fa. Non c'è soluzione di continuità, il senso dell'impegno è lo stesso di allora cioè l'idea di provare a cambiare cioè non il potere per il potere ma il potere per cambiare in meglio le vite delle persone, delle comunità e anche del pianeta", spiega la candidata alla segreteria.
Sta di fatto, però, che il riferimento forte di Shlein rimane quella sinistra di cui si è perduta traccia, dentro e fuori il Pd: "C'è ancora oggi bisogno, più di ieri di partecipare, di iscriversi, in questo caso a un partito, perchè senza un contributo largo e plurale si fa fatica a ricostruire la sinistra che vogliamo", è l'appello - manifesto di Schlein: "Una sinistra attenta ai bisogni dei piu' fragili, attenta alle ragioni di un'emergenza climatica che necessita di una risposta urgente e che deve costruire l'alternativa per il paese in un momento in cui al governo ci sono le destre nazionaliste identitarie che già dimostrano di non avere risposte rispetto alle difficoltà che tante e tanti cittadini stanno vivendo".
A questo, la deputata dem aggiunge parole rassicuranti nei confronti di quel gruppo dirigente che, di fronte alla resistenza di Schlein a incontrare capi corrente e big di diversa provenienza, sembra temere una nuova rottamazione: "Non siamo qui per sostituirci. Siamo qui per entrare in punta di piedi e ricostruire, rinnovare, cambiare, insieme alla comunità democratica, alle migliori energie che dentro al Partito Democratico ci sono già".
Sul tasto del cambiamento batte anche Stefano Bonaccini, impegnato in un tour al Sud iniziato dalla Puglia, con l'abbraccio di Antonio Decaro e Michele Emiliano, e proseguito a Campobasso. "Le correnti hanno esaurito la loro funzione", è la premessa del candidato segretario in una intervista: "Non stanno producendo pensiero, sintesi, classe dirigente, merito. Un grande partito o è plurale e aperto o non è, ma bisogna cambiare radicalmente".
Con Bonaccini si sta schierando il grosso del gruppo dirigente dem, a cominciare dagli amministratori locali. Dopo Dario Nardella, divenuto coordinatore della 'mozione' del governatore dell'Emilia-Romagna, è stato il turno di Matteo Ricci, sindaco di Pesaro. E anche Michele Emiliano e Vincenzo De Luca, presidenti di Puglia e Campania, sono ormai vicinissimi a formalizzare il sostegno a Bonaccini: "Se te la senti di diventare parte di noi, noi ti auguriamo di poter prendere in mano la responsabilità di questo Paese, non solo del Pd", ha detto il governatore pugliese incontrando Bonaccini a Bari.
A preparare la strada all'abbraccio dei governatori del Sud a Bonaccini è stato il documento siglato durante un seminario sull'autonomia differenziata alla Camera, il mese scorso, e in cui il Pd usci' con una posizione condivisa di netta contrarietà alla bozza Calderoli, ma anche di apertura a ragionare su un nuovo testo. Era l'Autonomia differenziata, d'altra parte, uno dei principali nodi che alimentavano la diffidenza degli amministratori del Sud - ma anche e soprattutto degli esponenti Pd nel territorio - nei confronti del presidente dell'Emilia-Romagna.
E l'abbraccio con il Sud potrebbe concretizzarsi ulteriormente nelle prossime ore. Stando a quanto viene riferito da fonti dem, infatti, l'eurodeputata campana e vice presidente del Parlamento Europeo, Pina Picierno, sarebbe a un passo dall'entrare nel comitato a sostegno di Bonaccini. "Con un ruolo di peso", viene riferito. Non si tratterà, tuttavia, del ruolo di coordinatore già assegnato a Nardella, seppure alcune fonti dem sembravano indicare quella soluzione in virtu' della quasi perfetta sovrapponibilità delle figure del sindaco di Firenze con quella del governatore: entrambi uomini, entrambi amministratori in realtà del centro-nord. Serve, insomma, una donna, del Sud e con profilo spiccatamente europeista. Un ritratto che porta direttamente all'esponente campana del Pd.