AGI - "L'evasione fiscale è un problema grave per qualunque paese, lo è in maniera importante per l'Italia e infatti si è fatto molto. Nel Pnrr questo è un tema che viene sottolineato con molta concretezza e molte indicazioni; è già stato tra l'altro definito con l'Ue e non vi sono segnali che venga cambiato".
Sergio Mattarella risponde "volentieri" a una domanda dei giornalisti sul rischio che le misure di lotta all'evasione fiscale contenute nel Pnrr cambino e mostra fiducia nel fatto che le indicazioni previste nel Piano non verranno 'smontate'.
Il capo dello Stato è a Berna, nel secondo giorno della sua visita di Stato in Svizzera. Il tema delle tasse è uno dei dossier nei rapporti bilaterali, tanto che il presidente federale Ignazio Cassis chiede con forza di far uscire il suo paese dalla black list dei paradisi fiscali, mentre proprio in queste ore tra Roma e Bruxelles è in corso una interlocuzione su alcuni passaggi della legge di bilancio italiana.
Il Presidente, che proprio mentre era impegnato nella visita ha firmato rapidamente la manovra autorizzandone la presentazione alle Camere, vola alto, non entra nei dettagli dei singoli provvedimenti, ma indica alcuni principi generali. Innanzitutto pone una questione metodologica quando nelle domande fatte a lui e al presidente svizzero si definisce l'Italia 'maglia nera' dell'evasione: "Bisogna avere cautela nelle definizioni, sono stato sempre diffidente su definizioni di maglia nera, primo in classifica o ultimo in classifica, perché generalmente nascono da criteri difformi da paese a paese. Sono stato sempre refrattario all'uso di queste definizioni che sono sostanzialmente ascientifiche" afferma davanti a un pubblico di giornalisti stranieri.
Detto questo è vero che l'evasione in Italia e' "un problema grave" ma molto è stato fatto per combatterla e molte misure sono state concordate tra la Ue e i due governi che si sono succeduti in questi anni. Ora, è l'invito del Presidente, il tanto fatto non va smontato e del resto "non vi sono segnali" che il Pnrr venga cambiato su questo.
Ma oltre al fisco in Svizzera si parla anche tanto di Ucraina. Mattarella ha apprezzato che, a fronte di una linea storicamente neutrale, Berna si sia spesa al fianco di Kiev adottando anche le sanzioni.
Il Presidente ha lanciato un appello, convinto che "che una efficace difesa dei valori democratici e dello Stato di diritto sia una responsabilità che ricade su noi tutti, popoli del continente". Il capo dello Stato parlava ovviamente in un contesto internazionale, mentre a Roma si ipotizza un nuovo decreto ad hoc per l'invio di aiuti militari all'Ucraina, preoccupato per una guerra che "ci riporta alla peggior epoca degli imperialismi e dei nazionalismi".
Dopo lo slancio iniziale di sostegno all'Ucraina, "la minaccia, posta dalla Russia alla pace e alla sicurezza del nostro continente, richiede da parte di tutte le democrazie, in particolare quelle europee, un rinnovato slancio di unita' e coesione".
In gioco c'è molto del nostro futuro: "Le autocrazie sfidano il modello di pacifica convivenza internazionale e di convivenza democratica: è questione grave e non dobbiamo sottovalutarla" esorta Mattarella, per il quale si tratta di "sfide che non possono essere agevolate da incertezze e divisioni fra i popoli liberi".
A unire Italia e Svizzera sono rapporti eccellenti, spiegano i due presidenti, e la volonta' comune di far riprtire un dialogo con la Ue per integrare la Confederazione nell'Unione rispettando la tradizionale autonomia elvetica. Domani Mattarella e Cassis saranno a Zurigo, al Politecnico, per un incontro con alcuni ricercatori e docenti italiani impegnati fiore all'occhiello degli atenei svizzeri.