AGI - "A un certo punto mi sono vista accusata continuamente, dalla mattina alla sera, di essere reazionaria, io che mi considero una moderata, ragionevole e laica. Mi dicono che sono una ultracattolica, ma che vuol dire? Sì è cattolici e basta, casomai".
Lo ha dichiarato la ministra per la Natalità, la Famiglia e le Pari opportunità Eugenia Roccella intervenendo all'assemblea del Forum delle associazioni familiari in corso a Roma. In merito alla nuova denominazione del suo dicastero, ha aggiunto: "Per noi la natalità è una bellissima parola, la nuova definizione del ministero non ha nulla a che fare con le politiche mussoliniane dei figli per la patria".
"Sono cresciuta in un'epoca in cui si guardava 'I pugni in tasca' e si vedeva la famiglia come un luogo malsano - ha raccontato Roccella -. Anche dopo la fine del periodo dell'antifamiglia, cultura e biotecnologie della post modernità hanno prodotto una continua erosione a un'istituzione solida e amata come la famiglia. Un punto fondamentale da realizzare è invece il prestigio della maternità, se dici che sei una manager tutti ti guardano con rispetto, se dici sono una mamma, fa tutt'altro effetto. Oggi la maternità è un desiderio dei singoli e delle donne soprattutto, perché sono le donne che fanno i figli ed è su loro che si scarica il peso della maternità. Serve invece creare una cultura che sia socialmente premiante per la maternità", ha aggiunto la ministra.
"Nessuno ha mai detto di voler rimettere mano alla legge 194 e anche la presidente Meloni l'ha ridetto fin troppe volte. La 194 non è assolutamente in discussione", ha dichiarato Roccella, che poi specificato che "l'aiuto alle madri in difficoltà non riguarda la questione della natalità. È una questione di giustizia nei confronti delle donne perché i figli non sono solo un privilegio dei ricchi. Se una donna vuole un figlio ma, per motivi di bisogno, ricorre all'aborto, questa è una profonda ingiustizia".