AGI - La Lombardia prova a reagire allo 'scossonè Moratti. La discesa in campo dell'ex assessore lombardo al Welfare in vista delle regionali provoca un terremoto nel centrodestra, area a cui apparteneva fino alle dimissioni di mercoledi' scorso. La candidatura di Moratti potrebbe convincere anche i più restii della coalizione (finora Matteo Salvini, che si era pubblicamente pronunciato per il voto a maggio in election day con le amministrative) a preferire l'ipotesi del voto a febbraio e a accelerare l'ufficializzazione della corsa di Attilio Fontana.
Ma la corsa dell'ex sindaca di Milano getta nel caos anche il centrosinistra, coalizione di cui Moratti vuole attrarre il sostegno, candidandosi con il Terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi. I dem ribadiscono il loro 'no', anche se l'invito di Moratti 'agita' il partito.
"Ieri siamo stati chiari in assemblea. Abbiamo indicato il nostro obiettivo: costruire una alleanza ampia fra tutte le forze che hanno fatto opposizione alla giunta di Attilio Fontana", spiega Vinicio Peluffo, segretario lombardo del Pd, interpellato dall'AGI. "Ci sono le condizioni e i tempi per completare questo lavoro prima delle regionali; diciamo si' alle primarie di coalizione; siamo pronti a presentare una cornice programmatica", spiega ancora l'esponente Pd.
"Noi siamo pronti. Abbiamo fatto una proposta. Se il Terzo Polo non vuole partecipare alla coalizione e andare avanti con Letizia Moratti, vuol dire che hanno deciso di sottrarsi a questa proposta e che alle regionali ci sarà una tripolarizzazione: il centrodestra con Fontana; il Terzo Polo con Moratti; il centrosinistra con il candidato che verrà scelto".
Per il Pd "la Lombardia è contendibile, per la prima volta dopo tanti anni non si voterà assieme alle politiche e si potrà fare una campagna elettorale sui temi dei territori, si potrà parlare di Lombardia", sottolinea ancora Peluffo. Noi ci muoviamo su questa linea, chi deciderà di percorrere un'altra strada si assumerà la responsabilità di una scelta diversa", conclude.
Ma una figura di rilievo tra i dem come il sindaco di Milano Beppe Sala mette in discussione l'ipotesi di ricorrere a primarie di coalizione (anche se Sala ribadisce una posizione tenuta fin dall'inizio) e chiede una sorta di verifica con la segreteria nazionale. è chiaro che, se il primo cittadino milanese fosse in campo, la via delle primarie sarebbe meno praticabile.
Ma fino a oggi Sala, rieletto a Palazzo Marino un anno fa, ha sempre smentito di essere disponibile a candidarsi. Cosi' come è da verificare la disponibilità di Carlo Cottarelli, finora vincolata al sostegno del Terzo polo.
Altra coalizione, altri problemi
L'addio di Moratti alla giunta e la sua candidatura è una spina nel fianco anche del presidente leghista Fontana, che deve ora fronteggiare le critiche della sua ex vice (durissime quelle sulle liste di attese negli ospedali, per cui il governatore si è detto "amareggiato"). Nel breve periodo la corsa di Moratti potrebbe in realtà funzionare da 'assist' per Fontana - ragiona un big leghista - in molti vi riconoscono il tentativo di Renzi di spaccare e distruggere definitivamente il Pd.
"Ma con il tempo - continua il dirigente lombardo - il danno di una ipotetica corsa a tre, con una campagna dura da parte di Moratti, potrebbe essere elevato anche per noi. Bisogna - è l'esortazione - ufficializzare subito la candidatura di Fontana e cominciare a chiedersi che campagna elettorale costruire attorno a lui, se una campagna sui temi della buona amministrazione o una campagna più politica".
"Il tema, infatti, è che la candidatura del leghista non è ancora stata ufficializzata dalla coalizione. La Lega ci deve dire se vogliono candidare lui - spiega uno degli sherpa più influenti di Fratelli d'Italia -. La candidatura di Moratti per il Terzo polo non cambia un granché per il centrodestra, anzi ci fa un regalo: la coalizione però deve trovare un candidato vincente".
"In Lombardia - prosegue il big meloniano - lo deve indicare la Lega, come nel Lazio lo sceglieremo noi, non si possono aspettare che glielo indichiamo noi anche in Lombardia; cosi' se poi va male ci vengono a dire che lo abbiamo imposto noi".
Da Palazzo Lombardia si osserva che la situazione non è mutata molto negli ultimi sei mesi. Moratti aveva gia' deciso e la nomina odierna di Guido Bertolaso è vista con grande soddisfazione. Bertolaso - si fa notare - da quasi due anni ha rapporti stretti con le strutture sanitarie: era lui che gestiva al posto di Moratti tutta la fase operativa dell'assessorato.
In presidenza si attendono una ufficializzazione della candidatura di Fontana da parte della coalizione "nelle prossime ore, al massimo giorni". Per quanto riguarda invece la data del voto è attesa per metà novembre l'approvazione della legge regionale che attribuisce la competenza della convocazione del voto al presidente, come avviene in altre Regioni.
Allo stato si può votare 30 giorni prima della proclamazione della data presidente uscente (prima data utile il 5 febbraio 2023) o 60 giorni dopo e l'orientamento della coalizione sarebbe di anticipare a febbraio.