AGI - Il prossimo segretario generale della Presidenza del Consiglio Deodato si sta confrontando con i capi gabinetto dei vari ministeri per i primi provvedimenti che si troverà a varare il governo. Prima che arrivino sul tavolo del Cdm è possibile che ci sia un confronto politico.
Intanto si partirà dal giuramento dei sottosegretari e dei viceministri e dal decreto per la spartizione delle deleghe per i ministri con e senza portafoglio e con il completamento della squadra.
Il lavoro sul sottogoverno va avanti
La Lega avrà due viceministri (Rixi alle Infrastrutture e un altro alla Transizione ecologica) e nove sottosegretari; anche Forza Italia avrà due viceministri (Sisto alla Giustizia ed è possibile che il fedelissimo di Berlusconi, Valentini, vada al Mise) e sei sottosegretari; uno per Noi con moderati e il resto a Fratelli d'Italia che dovrebbe avere, tra i viceministri, Leo al Mef e Cirielli agli Esteri.
Difficile che la partita possa essere chiusa in settimana, anche perché i leader stanno stringendo sulla lista all'interno dei propri partiti.
Meloni punta a chiudere venerdì ma non si esclude che la squadra venga completata lunedì. "Stiamo aspettando FI", dice un 'big' di Fratelli d'Italia.
Martedì Salvini e Berlusconi sono stati avvicinati da molti parlamentari (e soprattutto ex parlamentari) desiderosi di capire se le proprie richieste verranno accolte. La corsa è per i posti di viceministri e sottosegretari, ma anche per le guide della presidenza delle Commissioni.
Questa la divisione a Palazzo Madama: 5 a Fdi, 3 alla Lega, 2 a FI. Lo stesso criterio si utilizzerà per Montecitorio dove gli azzurri dovrebbero avere la presidenza di Bilancio e Infrastrutture.
Ma la preoccupazione nella maggioranza è legata proprio ai numeri nelle Commissioni. Berlusconi oggi ha ribadito "convintamente" la fiducia all'esecutivo, e accoglierà a villa Grande i ministri azzurri.
Il governo è pronto a partire
E il presidente del Consiglio, ribadendo i concetti già espressi martedì a Montecitorio, ha spiegato quale sarà la cifra delle prime mosse. "Dovremo fare una grande operazione di verità sull'Italia che ereditiamo. Quando ci sono risorse limitate devi scegliere dove andare, dove portare la nazione", ha detto oggi al Senato. Un ragionamento per spiegare che si partirà innanzitutto dal caro-bollette.
"Recupereremo le risorse nelle pieghe del bilancio: penso agli extraprofitti, con una norma che va riscritta, e all'extragettito".
La prima misura sarà quella di sbloccare il 'tesoretto' lasciato in eredità dal vecchio esecutivo.
Ma in realtà si starebbe lavorando a diversi provvedimenti che potrebbero riversarsi in un unico 'decretone' e riguardare anche altri ministeri oltre a quello presieduto da Giorgetti, come la Giustizia e gli Interni.
Il presidente del Consiglio nella sua replica a palazzo Madama è sceso maggiormente nei dettagli del 'manifesto' programmatico illustrato alla Camera. Spiegando qual è la sua "visione" del Paese.
E confermando, per esempio, l'intenzione di arrivare al taglio del cuneo fiscale di 5 punti entro la fine della legislatura. Conferma anche sull'aumento del tetto al contante già nella prossima legge di bilancio dove si rivedrà il reddito di cittadinanza, ci sarà l'estensione della flat tax e si rivedranno le misure del governo Draghi.
Ci sarà la proroga dello sconto per i carburanti e soprattutto arriveranno norme sull'energia, come "il disaccoppiamento" tra il gas e le altre fonti, "fermeremo la speculazione e incalzeremo l'Ue", dice Meloni.
Non bisognerà passare comunque "dalla dipendenza dal gas russo a quella dalle materie prime cinesi". C'è la volontà di sbloccare i rigassificatori, "basta un Dpcm". C'è l'intenzione di modificare il Pnrr: "Noi abbiamo detto una cosa molta chiara, non abbiamo detto che il piano deve essere riscritto e stravolto. Ma l'articolo 21 consente di fare degli aggiustamenti sulla base di scenari cambiati".
Nel programma non c'è il salario minimo, "e' uno specchietto per le allodole", meglio estendere la contrattazione collettiva. Ci sarà il presidenzialismo con Renzi che parlando nell'Aula del Senato ha lanciato un'apertura ma si prevede che i tempi per avviare il confronto siano lunghi. Ora la priorità è l'intervento sul 'caro bollette'.