AGI - È l'ambasciatore di Fratelli d'Italia, colui che poco più di un mese fa, prima del voto del 25 settembre, è volato negli Stati Uniti per esporre all'amministrazione Biden il programma e, soprattutto, illustrare la collocazione internazionale del nuovo governo e del partito di Giorgia Meloni.
In quella occasione, Urso ha confermato l'atlantismo di FdI e assicurato che il nuovo esecutivo avrebbe proseguito sulla strada di Mario Draghi. Da presidente del Copasir, ultimo incarico ricoperto, ha collaborato con Draghi sugli aiuti all'Ucraina e messo in guardia sulla propaganda russa in Italia.
Prima della missione negli Usa, il presidente del Copasir era stato a Kiev per incontrare i vertici del governo e del parlamento ucraino, e in Polonia sempre per garantire la posizione del nuovo governo.
Il Mise è casa sua. Vi approda per la prima volta nel 2001 come viceministro delle Attività produttive del Governo Berlusconi II con delega al Commercio estero. Stesso incarico nel Berlusconi III, fino al 2006. Alle politiche del 2008 viene ricandidato nelle liste del Popolo della Libertà e diventa sottosegretario per lo Sviluppo economico.
Nel giugno 2009 torna viceministro sempre dello sviluppo economico occupandosi sempre di Commercio estero. Resta viceministro fino alle dimissioni nel novembre 2010.
Dimissioni dovute alla rottura tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, essendo Urso esponente di Generazione Italia, la corrente finiana del Popolo della Liberta'. Dopo essersi dimesso da Futuro e Libertà per divergenze proprio con Gianfranco Fini (doveva essere coordinatore, fu nominato invece portavoce del partito).
Così il 19 aprile del 2011 Urso fonda FareItalia un'associazione che aveva come finalità la nascita di un nuovo centrodestra liberale ed europeo con un saldo riferimento nel Ppe (Partito Popolare europeo).
Nel 2013 non viene ricandidato nelle liste del Popolo della libertà e nel 2015 aderisce a Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni nelle cui liste torna in Parlamento nel 2018.
In quell'occasione dichiarò: "Sono un imprenditore italiano e dunque un vero patriota, come dice la stessa Giorgia. Anche nel Veneto, ci può essere una destra che guarda alle imprese, che parla il linguaggio della produzione e che può competere all'interno di una coalizione di alleati anche con la Lega".
Un'affermazione che a distanza di 4 anni si rivelò lungimirante considerando i successi di FdI nel Nord Est del paese lo scorso 25 settembre e che gli ha garantito la rielezione sempre in Veneto.