AGI - Si apre una settimana cruciale per la nascita del nuovo governo: eletti i presidenti delle Camere e, martedì, i capigruppo parlamentari, mercoledì dovrebbe partire la convocazione delle consultazioni.
La data cerchiata è quella di giovedì 20. Piccola curiosità: dopo gli anni del Covid la sala stampa tornerà nel suo spazio tradizionale, la Loggia alla Vetrata, per ospitare dichiarazioni delle delegazioni e domande dei cronisti.
Sergio Mattarella nello studio alla Vetrata telefonerà al presidente emerito Giorgio Napolitano, riceverà Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, poi via via le delegazioni di coalizioni e partiti, fino a trarre le sue conclusioni per affidare un incarico.
Chi sarà l'incaricato e quanto tempo servirà a far nascere il nuovo esecutivo dipenderà dalla politica. Oggi è previsto un incontro tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, per cercare di appianare le frizioni dei giorni scorsi.
Se l'incontro si risolverà in una pace tra i due, l'iter per le consultazioni dovrebbe prevedere la salita al Colle degli alleati in un'unica delegazione, con l'indicazione unanime di Giorgia Meloni come premier, e quindi un incarico da parte del Capo dello Stato già venerdì.
La leader di FdI si potrebbe prendere qualche ora per un nuovo giro di orizzonte con i partiti di maggioranza e nel caso anche un giro di cortesia con i partiti di opposizione (nel passato i precedenti ci sono per entrambi i casi). Dopo qualche ora o giorno potrebbe tornare al Colle, sciogliere la riserva e giurare. I tempi previsti per il giuramento variano da sabato 22 a martedì 25.
Se invece il colloquio tra Meloni e Berlusconi non risolvesse tutti i problemi, se come minaccia qualcuno in FI la delegazione azzurra andasse da sola al Colle e non indicasse la leader di FdI come premier, Mattarella avrebbe davanti a sé diverse strade; i precedenti indicano più di una soluzione per superare l'impasse.
Il Capo dello Stato potrebbe fare un secondo giro di consultazioni, oppure dare a Giorgia Meloni un incarico pieno attendendo una schiarita dalle 'consultazioni' con gli alleati da presidente del Consiglio in pectore, o assegnare un incarico esplorativo, sempre a lei o a una figura istituzionale per dare altro tempo.
Se tutto si risolvesse, l'incarico a Giorgia Meloni sarebbe confemato seppure magari con qualche ora in più di tempo e dunque il giuramento slitterebbe di qualche giorno. Ma per il momento al Quirinale non si fanno troppe ipotesi di lungo periodo: il Presidente è abituato a procedere un passo alla volta man mano che la realtà gli si presenta concretamente e dunque attende di sentire dalla viva voce dei diretti interessati quali sono i loro propositi. Prima di allora tutto è prematuro, di certo ci sono solo il rispetto della Costituzione e della volontà popolare, il conforto dei precedenti e l'attenzione alle pressanti esigenze del Paese.