AGI - I conti non tornano: i voti per Ignazio La Russa sono più di quelli preventivati e a disposizione della maggioranza di centrodestra. E così, tra le fila dell'opposizione è già partita la caccia alla 'maninà che ha aiutato l'elezione dell'esponente di Fratelli d'Italia.
Per il segretario Pd, Enrico Letta, "il voto di oggi al Senato certifica tristemente che una parte dell'opposizione non aspetta altro che entrare in maggioranza". Un "comportamento irresponsabile oltre ogni limite", tuona il leader dem. Nel Partito Democratico sono in tanti a pensarla allo stesso modo. Il senatore Marco Meloni si limita a segnalare che si tratta di un "comportamento grave e irresponsabile che deve essere denunciato con la massima forza" e aggiunge: "Mentre la maggioranza è partita divisa, una parte dell'opposizione ha fornito un soccorso decisivo per l'elezione di La Russa a presidente del Senato".
A Palazzo Madama il fondatore di Fratelli d'Italia supera il quorum delle 104 preferenze (senza i voti di Forza Italia) grazie a 17 senatori fuori della maggioranza. Standing ovation per Liliana Segre che presiede la seduta inaugurale della legislatura
Un riferimento, questo, al fatto che gran parte di Forza Italia non ha votato. "I conti sono presto fatti", viene quindi suggerito dalle fila Pd: "Nove senatori di Calenda e Renzi più altri del Maie". Angelo Bonelli chiama direttamente in causa i leader di Azione e Italia Viva chiedendo loro di spiegare. Una ricostruzione che non convince tutti. Calenda respinge le accuse dei 'colleghì parlamentari e degli osservatori che, sui social network, se la prendono con lui: "Non esiste che liberali come noi votino un nostalgico del fascismo". Renzi, a domanda diretta dei cronisti, risponde: "Io sono molto rispettoso delle Istituzioni. Vado ad ascoltare il discorso del presidente del Senato che non ho votato".
La presidente del gruppo Azione-Iv, Raffaella Paita, assicura che i suoi senatori hanno "votato compattamente scheda bianca per l'elezione del presidente del Senato. Quello che è accaduto in aula a palazzo Madama è un regolamento di conti tutto interno al centrodestra, con una maggioranza che di fatto, alla sua prima prova, entra in difficoltà", è la linea dei centristi: "Il soccorso delle opposizioni si è materializzato in circa 19 voti: non voglio puntare il dito contro nessuno, ma come dimostra la matematica le dinamiche sono state più che evidenti".
Nei capannelli in Transatlantico c'è chi tira in ballo anche gli strascichi lasciati dalle liste elettorali e dalla tormentata fase della campagna elettorale: "Sia nel Pd che nei Cinque Stelle", viene osservato, "potrebbe esserci qualche mal di pancia che si è manifestato così", viene aggiunto. A smascherare il 'colpevole' potrebbero essere gli incarichi parlamentari che arriveranno nei prossimi giorni perché, a seconda di come voteranno maggioranza e opposizione sulle presidenze delle commissioni permanenti e di garanzia - alcune delle quali spettano per prassi consolidata all'opposizione - si capirà quali eventuali accordi siano intercorsi e fra quali forze parlamentari.
"Chi ha votato La Russa non essendo parte della maggioranza? Si capirà dagli incarichi istituzionali che arriveranno ora, dalle vicepresidenze al Senato, alle Commissioni parlamentari", spiega la senatrice dem, Sandra Zampa. Qualcuno, nelle fila dell'opposizione, non è disposto pero' ad aspettare e suggerisce di ricorrere a una sorta di Var dell'Aula del Senato. Ovvero, ricontrollare dai filmati il tempo impiegato ad entrare ed uscire dallo scranno perché, si sottolinea, "se un senatore scrive il nome sulla scheda ci impiega più tempo che non a depositare scheda bianca. In quel caso sarebbe chiaro che chi ha assicurato di aver lasciato scheda bianca, in realtà, si è regolato diversamente". L'indicazione data a tutti i gruppi di opposizione, infatti, era quella di votare scheda bianca.