AGI - Avvio burrascoso per il centrodestra con La Russa che diventa presidente del Senato con i voti dell'opposizione.
Berlusconi vede di primo mattino Meloni a Montecitorio, una fonte parlamentare di Fdi assicura che il presidente di Forza Italia alla sua interlocutrice avrebbe assicurato il voto a palazzo Madama.
Dopo una lunga riunione tra i senatori azzurri l'ex presidente del Consiglio, pur ribadendo la necessità di tenere la porta aperta del dialogo con gli alleati, si fa portavoce della spinta degli esponenti forzisti che spingono per un 'segnale'. E così FI si sfila. Solo il Cavaliere e l'ex presidente del Senato Casellati entrano nell'emiciclo, gli altri non ritirano la scheda.
L'ex ministro della Difesa supera i 104 con i sì di esponenti delle forze politiche non del centrodestra (c'è chi - lo fa lo stesso Berlusconi - ipotizza il supporto di Renzi - che nega -, degli autonomisti, di cattolici del Pd e anche del Movimento 5 stelle tanto che c'è uno scontro in atto nell'opposizione con i dem che subito reagiscono), gli azzurri rimangono spiazzati e anche diversi 'big' di Fratelli d'Italia sono sorpresi.
Ma La Russa prende voti 'bipartisan', il partito aveva comunque lavorato sulle adesioni in vari gruppi e ora - osserva un dirigente di spicco di Fratelli d'Italia - "Fi si guardera' bene su come comportarsi, abbiamo dimostrato che i numeri per questa legislatura saranno comunque saldi".
Ma nel partito azzurro (dove alcuni non hanno condiviso la strategia portata avanti a palazzo Madama) guardano al dato di oggi - soprattutto a quello della Camera - in modo diverso.
"Meloni deve passare attraverso di noi, deve fare i conti con FI, altrimenti si schianta alla prima curva. A meno che - è il 'refrain' - dopo anni di opposizione all'unità nazionale non decida di fare accordi con Italia Viva e Calenda. Oggi si sono venduti i posti di vice presidenti e le guide delle commissioni...". Ma Meloni (che poi nel pomeriggio incontra Salvini) punta dritto.
Non intende trattare. "Non cambierà idea", la linea. Neanche sul dicastero della Giustizia dove si alzano nuovamente le quotazioni del magistrato Nordio.
Il Cavaliere stasera riunirà i fedelissimi a villa Grande e deciderà il da farsi in vista del voto di domani per la presidenza della Camera (il nome è quello del leghista Fontana) ma allo stato dell'arte l'obiettivo è replicare lo stesso atteggiamento tenuto a palazzo Madama.
"Perché non è stato fatto un accordo di maggioranza", si ribadisce. Altre fonti, però, non escludono che alla fine Forza Italia possa votare per il candidato scelto da Salvini. Ore frenetiche, quindi, nella coalizione.
Tanto che c'è chi afferma in FI che Fratelli d'Italia voglia 'scegliere' i ministri (oltre Tajani e Bernini, tra gli altri, c'è l'ipotesi Pichetto) per spaccare il partito, oltre la collocazione per gli esponenti di FI. "Non possiamo accettare veti", la linea del Cavaliere che uscendo dal Senato assicura "la trattativa è finita, Ronzulli non sarà ministro".
"Se si parte così con il voto sulle presidenze delle Camere con il governo sarà pure peggio", dice un dirigente azzurro.