AGI - Tutto in discussione, dal nome e dal simbolo fino all'identità stessa del Partito Democratico. Enrico Letta illustra agli iscritti, prima ancora che ai dirigenti dem, il percorso del congresso chiamato a riformare il partito dalle fondamenta.
E già questo è un segnale di quanto il congresso sarà aperto all'esterno, a cominciare dalle forze politiche, come Articolo Uno e Democrazia Solidale, che hanno partecipato alla Lista Italia Democratica e Progressista. In una lettera il segretario annuncia un congresso in quattro fasi che comincia con una "chiamata" a tutti quelli che vogliono essere protagonisti di questa fase.
"Abbiamo bisogno di un vero Congresso Costituente", premette Letta. "Per questo vi chiedo di partecipare con passione e impegno, accanto ad altri che spero vorranno raggiungerci per fare insieme un percorso che, come proporrò alla Direzione convocata per la prossima settimana, dovrebbe essere articolato in quattro fasi", spiega il segretario.
La prima fase "sarà quella della 'chiamatà. Durerà alcune settimane perché chi vuole partecipare a questa missione costituente, che parte dall'esperienza della lista 'Italia Democratica e Progressistà, possa iscriversi ed essere protagonista in tutto e per tutto". Un mese per raccogliere le forze, un periodo lungo abbastanza da tracciare il solco che delimiterà il nuovo Pd.
La seconda fase del congresso Pd "sarà quella dei 'nodi'. Consentirà ai partecipanti di confrontarsi su tutte le principali questioni da risolvere", scrive ancora Letta nella missiva, avvertendo che "quando dico tutte, intendo proprio tutte: l'identità, il profilo programmatico, il nome, il simbolo, le alleanze, l'organizzazione. E quando parlo di dibattito profondo e aperto, mi riferisco al lavoro nei circoli, ma anche a percorsi di partecipazione sperimentati con successo con le Agorà Democratiche".
Segue la terza fase, "quella del 'confronto' sulle candidature emerse tra i partecipanti al percorso costituente". Non un casting, ma un "confronto e una selezione per arrivare a due candidature tra tutte, da sottoporre poi al giudizio degli elettori". Un 'doppio turnò che mira a dare maggiore forza e rappresentanza al segretario o alla segretaria che verrà.
"Infine, la quarta fase, quella delle 'primarie'. Saranno i cittadini a indicare e legittimare la nuova leadership attraverso il voto".
Questo il metodo. nel merito, Letta punta a rinnovare il partito nella sua organizzazione interna e, soprattutto, nel gruppo dirigente, con l'ingresso di volti nomi e forze fresche. perché quello del congresso Pd, per Letta, "è un percorso che concilia l'urgenza di affrontare i nostri problemi con la indispensabile rigenerazione del gruppo dirigente. Contenuti forti e volti nuovi sono entrambi necessari. Gli uni senza gli altri rischiano di trasformare il Congresso in un casting e in una messa in scena staccata dalla realtà e lontana dalle persone".
Una impostazione che riceve il plauso da una larga parte di dirigenti e deputati. Goffredo Bettini, tra i primi a rispondere alla 'chiamata' di Letta, sottolinea che è stata "aperta la discussione su di noi e su tutte le possibili strade in grado di farci uscire da questa difficile situazione. Partecipazione e democrazia. Alla fine, competizione tra i leader".
Per la capogruppo Pd alla Camera, "serve un nuovo inizio per tornare a incontrare e rappresentare quella parte della società che aveva visto nel Pd una speranza ed una forza di cambiamento sulla strada dei diritti e della giustizia sociale".
Dunque, aggiunge Serracchiani, "ha ragione Letta nell'indicare un percorso per il Congresso Costituente che sia capace di rimettere tutto in discussione come premessa per recuperare capacità espansiva nella società. Dobbiamo saper coinvolgere tutti quelli che hanno a cuore questo processo. Tutto ciò senza dimenticare che siamo il secondo partito e ci spetta il compito di organizzare un'opposizione dura e intransigente alle destre", aggiunge Serracchiani facendo eco alle parole pronunciate dal segretario già nella notte elettorale. Per Piero Fassino, "non siamo condannati all'estinzione, ma si deve trarre dalla realtà la sollecitazione a mettere in campo i cambiamenti radicali necessari".
Tra i sindaci e gli amministratori è Matteo Ricci a sottolineare con favore le parole di Letta: "Bene il percorso proposto da Enrico Letta per il nuovo Pd. Mettiamocela tutta, insieme: con umiltà, determinazione e con il sorriso. Forza Partito Democratico". Non mancano, tuttavia, le voci dissonanti. Lia Quartapelle, esponente della segreteria Letta, vede nelle parole del segretario la volontà di "cambiare il nome per non cambiare nulla" e chiede che, anzichè un congresso costituente, si proceda all'elezione del segretario "applicando la carta dei valori e lo statuto del Pd".