AGI - È pressoché unanime, fatte salve le diverse sfumature, la condanna al discorso pronunciato dal presidente russo Vladimir Putin da parte dei leader dei partiti italiani. La convinzione è che la decisione di una mobilitazione parziale, con una escalation del conflitto in Ucraina, nasconda in realtà una forte difficoltà della Russia, anche a seguito della sanzioni.
Ma proprio perché le parole di Putin rappresentano una "segno di debolezza", non bisogna commettere l'errore di abbassare il livello di guardia e sottovalutare le possibili conseguenze. Per questo, è l'appello che accomuna i principali leader italiani, bisogna restare uniti e compatti nella difesa dell'Ucraina.
Giorgia Meloni
"La mia impressione è che il discorso di Putin dimostra una grandissima difficoltà in Ucraina, è un discorso che tradisce debolezza, una mossa abbastanza disperata", commenta a caldo Giorgia Meloni. "La mossa di Putin dimostra la difficoltà della Russia", anche "perchè evidentemente le sanzioni funzionano", aggiunge la leader di FdI.
Quanto alla posizione dell'alleato Salvini sulle sanzioni, osserva: "Salvini dice una cosa che condivido, cioè che servono delle compensazioni. Se vogliamo continuare, come bisogna fare senza se e senza ma, a difendere l'Ucraina abbiamo anche bisogno di aiutare le nazioni più colpite dalle sanzioni". Infine, Meloni mette in guardia: "Bisogna stare attenti e essere uniti e compatti perchè quando uno è nervoso le conseguenze possono essere tutte".
Enrico Letta
Per il segretario del Pd Enrico Letta "l'Italia non deve minimamente cedere ai ricatti della Russia di Putin". Il leader dem scandisce: "L'Italia non deve essere ambigua, bisogna togliere qualunque margine di ambiguità nel nostro Paese. Noi siamo perchè l'Italia sia assolutamente ferma, insieme all'Europa, nel respingere il ricatto gravissimo da parte di Putin. Questa fermezza è necessaria". Dunque, per Letta è necessario che "tutti i leader politici si schierino apertamente e che lascino perdere tutte le ambiguità che hanno avuto fino ad ora".
Matteo Salvini
La decisione di Putin "non è una buona notizia, spero che la guerra finisca il prima possibile", dice Matteo Salvini. Il leader della Lega poi sottolinea: "C'è un aggressore e un aggredito, è chiaro, ma è evidente che dovranno tornare a dialogare e spero che sia tra un mese e non tra un anno. Spetterà agli ucraini decidere come e quando, spero presto".
Giuseppe Conte
Punta l'attenzione sul rischio escalation militare il leader del Movimento 5 stelle, escalation che, a suo giudizio, era del tutto prevedibile: "Non c'è nulla di nuovo se non il rischio di un'escalation militare che non potevamo non calcolare, escalation militare che era già scritta. Per la Russia questa è una partita determinante, è una superpotenza che ha testate nucleari, non potevamo non calcolarlo. Oggi è un passaggio importante, Putin parla di mobilitazione ma non potevamo non calcolarlo", spiega Giuseppe Conte.
Anche l'ex premier, come la presidente di FdI, mette in guardia dalle possibili conseguenze: le parole di Putin "significano debolezza che può sfociare in disperazione, e oggi il rischio mi sembra aumentato". E non risparmia una stilettata proprio a Meloni, che "è per l'invio di armi, per la corsa al riarmo dichiarata e spudorata".
Antonio Tajani
Antonio Tajani non ha dubbi, "Putin è in difficoltà". Il coordinatore nazionale di Forza Italia assicura poi che "la stella polare sono Occidente, Nato, Usa, Ue e questa posizione non cambia, come scritto nel programma di centrodestra", "se ci fosse qualcosa da parte di un governo di centrodestra contro l'Europa o l'Occidente non potremmo farne parte".
Maurizio Lupi
Per il leader di Noi moderati, Maurizio Lupi, "le gravissime parole pronunciate dal presidente Putin, insieme all'annuncio della mobilitazione parziale in Russia e dell'indizione di un referendum per l'annessione di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia, confermano l'importanza del posizionamento atlantista e europeo dell'Italia, a sostegno dell'Ucraina e a difesa della democrazia. E confermano anche la bontà della scelta di imporre sanzioni che vanno rafforzate".
Benedetto Della Vedova
Il segretario di Più Europa, Benedetto Della Vedova, ritiene che "l'escalation che sta provocando Putin è di una violenza inaudita. È una cosa gravissima, è evidente che questo è un atto di guerra". La ministra Mariastella Gelmini, candidata nelle liste del terzo polo, sostiene che "oggi piu' che mai servono coesione e fermezza attorno ai valori e agli obiettivi dell'Europa e della Nato".