AGI - Giornata di votazioni ma anche giornata del commiato per la seduta della Camera, l'ultima, prima delle elezioni politiche del 25 settembre.
Con 322 a favore l'Assemblea ha approvato, in seconda lettura, il dl Aiuti bis contro il caro bollette che ha visto momenti di stallo in Senato e qualche momento al cardiopalma per la norma che derogava al tetto degli stipendi per i supermager pubblici, poi cancellata su iniziativa del Governo e con l'ok di Montecitorio.
Modifica per la quale il testo tornerà all'esame di palazzo Madama, dove è già stata fissata una conferenza dei capigruppo, martedi' prossimo, alle quattordici.
Il primo a rivolgere il suo saluto ai parlamentari è stato il presidente, Roberto Fico, che, al suo secondo mandato, non è nella lista dei candidati M5s: "Consentitemi di ringraziare tutti voi, visto che è l'utima assemblea che facciamo tutti insieme, per il lavoro svolto in questi anni anche in momenti difficili e tutti i presidenti dei gruppi parlamentari".
E di ringraziare, ha aggiunto, "gli uffici che hanno lavorato incessantemnte e stanno vicino alla presidenza e a tutti voi. Il terzo ringraziamento va a tutte le italiane e a tutti gli italiani che in anni difficili sono stati vicini alla Istituzioni. Per me e' stato un onore assoluto presiedere l'Assemblea di Montecitorio", ha detto.
Gli ha fatto eco anche il ministro Federico D'Incà che ha ricordato "il grande la voro svolto in questi anni" ed ha ringraziato a nome del governo. Tanti i deputati che hanno chiesto poi la parola in Aula, per tracciare un bilancio, rivendicare l'impegno di questi anni, formulare auspici per la nuova legislatura, esprimere rammarico per "occasioni perse".
Tornando al merito del decreto, che ha subito qualche stop and go, va ricordato che il primo stallo si è registrato in Senato, per via dell'inziale mancato accordo sul Superbonus, cavallo di battaglia del Movimento 5 stelle. Con il testo che, senza una sintesi, ha rischiato di approdare in Assemblea con oltre 400 emendamenti, senza che l'esecutivo - in carica solo per gli affari correnti - potesse mettere la fiducia.
Poi la 'sorpresa' della "manina", come ha denunciato oggi il capogruppo di Leu alla Camera, Federico Fornaro, che ha introdotto la deroga al tetto agli emolumenti dei supermanager, creando polemiche e manifestazioni di disappunto. Quindi la decisione di tornare al testo originario.
E oggi, superata in commissione l'impasse, emiciclo pieno a Montecitorio per il voto finale sul testo. In Aula anche gli 'sfidanti', Enrico Letta e Giorgia Meloni, con FdI che si è astenuta.
"Siamo qui a dare convintamente il nostro voto di sostegno al decreto, un decreto importante che dara' risposte a cittadini e imprese", ha detto il segretario Dem. "Chiediamo che il decreto che il governo si appresta a fare estenda la platea dei beneficiari a partire dal terzo settore, dalle Rsa, un mondo di fragilita' che per noi rappresenta una priorita' assoluta", ha poi aggiunto.
Non ha preso la parola la presidente di FdI. È stata Ylenja Lucaselli a spiegare la poszione del gruppo: "Il provvedimento poco o nulla prevede per imprese, famiglie e partite Iva. Nessuna vera soluzione è stata offerta a tutti i cittadini che chiedono risposte semplici" su come pagare le bollette e andare a fare la spesa, ha dichiarato.
"In questo dl è mancata la strategia, soprattutto nel lungo termine", ha proseguito. Sicuramente "l'Europa è fondamentale in alcune decisioni, ma abbiamo ancora il potere di decidere all'interno della nostra nazione le politiche migliori" per i cittadini.
"Questo è un decreto che arriva tardi", in cui si "parla di bonus ma non di una linea politica energetica". Ci sono cose "che FdI condivide ed è per questo che il mio gruppo si asterra'", ha notato.
"Siamo soddisfatti delle misure contenute nel decreto", ma "ci saremmo aspettati più coraggio. Quello che chiedevamo era uno scostamento di Bilancio da trenta miliardi" per venire incontro alle esigenze e alle sofferenze dei cittadini, ha detto il capogruppo della Lega, Riccardo Molinari.
"La politica se vuole dare risposte vere" deve "prendere di petto" gli speculatori che agiscono sulla crisi energetica. "O si sta con chi specula o con chi lavora. Per noi questo decreto è palesemnte insufficiente, ma abbiamo la responsabilità di dare questi aiuti, ma i doveva e si poteva fare molto di piu'", ha notato il deputato M5s, Riccardo Ricciardi.