(AGI) - Roma, 12 ago. - "Non so se il nostro Polo sarà terzo, primo o secondo. Questo lo decideranno gli italiani. Quello che è nato è il Polo della serietà e del buonsenso. Cioè il Polo delle persone che vogliono fare per il Paese cose molto precise. Dai rigassificatori ai termovalorizzatori, ma anche interventi sul salario minimo, il taglio del cuneo fiscale, il rilancio di impresa 4.0, più fondi alla sanità e all'istruzione, politiche vere per i giovani. Insomma, molte delle cose di cui Draghi ha parlato nel suo ultimo intervento in Parlamento. Ecco, più che di Terzo polo, parlerei di 'Italia sul serio'". Così Carlo Calenda al 'Messaggero'.
Il leader di Azione ripercorre le trattative di queste settimane. Il patto stracciato con Letta? "Quando ha stretto un accordo con Fratoianni, Bonelli e Di Maio la confusione è diventata tale, il messaggio è diventato così contraddittorio e incomprensibile, che mi sono chiamato fuori. A me piacciono le scelte chiare e nette. Per questo faremo una campagna, in nome di 'Italia sul serio', sui contenuti".
"E spero - osserva - che tanti italiani colgano questa occasione per rompere con il bi-populismo, con trent'anni in cui hanno sentito solo rumore e rivoluzioni promesse e mai attuate. Spero che scelgano un'alternativa di pragmatismo e buonsenso, come è stato il governo Draghi".
"L'idea del patto con Italia viva - dice il leader di Azione - è nata perché siamo consapevoli che c'è tante gente stanca di dover votare per coalizioni che sanno perfettamente che non riusciranno mai a governare. Convinceremo gli italiani che il Paese è arrivato a un tale stato di disgregazione che solo il metodo e l'agenda Draghi, costruiti appunto sulla serietà, il buonsenso e la coerenza programmatica, può salvarlo".
"Basta con la destra e la sinistra - sottolinea Calenda -, basta con coalizioni che propongono cose irrealizzabili come i 200 miliardi di taglio delle tasse. Noi non prometteremo mai nulla di irrealizzabile. Risponderemo alla richiesta di serietà degli italiani".
Calenda infine riconosce a Renzi "una grande generosità nel fare ciò che lui ha definito un assist, affidandomi il ruolo di guidare la campagna elettorale come front runner. Cosa che non è da tutti e, soprattutto, non è da persone con caratteri forti, come siamo io e lui. Dopo di che, la campagna la condurremo assieme".