AGI - Le tasse, il taglio deciso da Moody’s, la lotta all’inflazione. Il centrodestra presenta alcune delle proposte per la campagna elettorale, e in attesa dei vertici dei prossimi giorni sul programma e sulle candidature della coalizione per il prossimo 25 settembre, affronta i temi economici.
Silvio Berlusconi interviene con un video sui social per la ‘prima puntata’ delle ‘pillole’ con cui intende illustrare agli elettori i contenuti dell’agenda di Forza Italia, che servirà, sostiene, per “levare di torno i signori della sinistra”.
Lo fa rilanciando un tema caro alla coalizione: la flat tax, che sarà – promette – del 23% per tutti, “famiglie e imprese”. Con la tassa piatta, spiega, si alleggerirà “l'oppressione fiscale”, si potrà combattere “davvero l'evasione” e si potranno aumentare le entrate dello Stato. Una misura necessaria, insiste, per “lasciare più denaro nelle tasche degli italiani e per far ripartire consumi e investimenti”. Di lotta al rincaro dei prezzi parla anche Matteo Salvini. Il leader leghista lancia una proposta che sostiene essere “facilmente realizzabile, sostenibile e in nome del realismo e della concretezza”.
E’ ora, afferma, di “detassare straordinari, premi e aumenti di stipendio ai dipendenti". Per il segretario della Lega, "in attesa di realizzare pace fiscale, flat tax e quota41” questo “sarebbe un provvedimento ragionevole, sollecitato da imprenditori di tutti i settori che vogliono mettere soldi netti in busta paga ai dipendenti per fronteggiare inflazione e maggior costo della vita". Giorgia Meloni torna invece al taglio dell'outlook sul debito italiano deciso ieri sera Moody's, e si dice “preoccupata” anche per la "drastica revisione delle stime di crescita del Pil italiano per il 2023 prevista dalla Commissione Europea".
"Siamo in clamoroso ritardo sull'esecuzione dei progetti del Pnrr, e l'Italia viene vista come una nazione sostanzialmente ferma. Per questo – afferma il presidente di Fratelli d’Italia - siamo convinti che serva un cambio radicale rispetto alle disastrose politiche portate avanti in quest'ultimo decennio, dove il Pd – è la stoccata che lancia al partito guidato da Enrico Letta - è sempre stato al governo pur avendo perso sistematicamente tutte le elezioni”. Secondo Meloni in questo momento “l'Italia ha bisogno di tornare a correre, il nostro obiettivo primario sarà quello di tornare a liberare il genio creativo italiano, nostra vera inesauribile risorsa” e assicura che in FdI “siamo pronti".
Non si fermano intanto le polemiche sul blocco navale proposto ieri proprio da Meloni e Salvini per frenare l’afflusso dei migranti sulle coste italiane. Il Partito democratico, con Laura Boldrini presidente del comitato della Camera sui diritti umani nel mondo, si domanda se Meloni “sa che per il diritto internazionale è considerato un atto di guerra, che servirebbero più navi di quante ne dispone la Marina militare, e che i morti supererebbero i respinti".
Secondo Osvaldo Napoli di Azione l’idea di Meloni di proporre il blocco all’Unione europea è “un tipico esempio di populismo: promettere qualcosa che non si realizzerà mai perché non dipende solo dalla volontà di un Paese ma dalla somma delle volontà di 27 Paesi + uno, cioè la Libia. E nessun Paese europeo si è mai detto disponibile al blocco navale". Sarcastico, infine, il commento di Sandro Gozi, eurodeputato di Renew Europe e segretario generale del Partito democratico europeo: “E’ come 'La corazzata Kotiomkin' di fantozziana memoria...”.
Alle critiche Meloni replica ricordando che "il Blocco navale europeo in accordo con le autorità del nord Africa che da anni propone Fratelli d’Italia altro non è che l’attuazione di quanto proposto dall’Unione Europea già nel 2017 e ribadito numerose altre volte. Chi oggi blatera che 'il Blocco navale non si può fare perché è un atto di guerra' dimostra la sua totale ignoranza sul tema immigrazione".
La prossima settimana sarà comunque decisiva sia per il programma che per le candidature. Tra lunedì e martedì si riuniranno infatti i due tavoli del centrodestra su programma e collegi elettorali. Solo dopo, dunque da mercoledì, è atteso un vertice tra i leader, non ancora convocato, che siglerà gli accordi in vista delle presentazione di simboli e liste.
E intanto prosegue il botta e risposta sulla lista dei ministri, con Matteo Salvini, che ribadisce la sua richiesta: "Non vedo l'ora di vedere un ministro della Lega a difendere i confini e l'orgoglio di questo Paese. Dal 25 settembre si cambia, ora tocca a voi! #25settembrevotoLega". Mentre FdI e FI frenano e rimandano ogni decisione a dopo il voto.