AGI - La trattativa interna al centrodestra - su programma e collegi - è ancora lunga e non si attendono risultati prima del weekend. Dopodiché ci sarà un nuovo vertice dei leader per siglare gli accordi. Intanto, Matteo Salvini insiste nel chiedere di anticipare la presentazione di una eventuale squadra di governo. Ma Giorgia Meloni non è d'accordo. "Da che mondo è mondo, le squadre di governo si fanno in base al risultato elettorale", taglia corto la presidente di Fratelli d'Italia.
Il cammino sul programma
Al tavolo del programma si registra piena condivisione sulla maggioranza dei temi – dovrebbero essere quindici – del documento da presentare agli italiani, ma prosegue la discussione su fisco e pensioni. Gli sherpa dei partiti procedono nella definizione del documento programmatico comune che verrà illustrato nei prossimi giorni (domani ci sarà un'altra riunione dopo quella di oggi).
Nel piano si danno garanzie sulla politica estera: collocazione euro-atlantica e il sostegno all’Ucraina. Focus poi sulle riforme (autonomia e presidenzialismo), sulla transizione energetica (si rilancerà sul nucleare) e su quella digitale. Mentre sulle ricette economiche è possibile che nella premessa si specifichi la necessità di arrivare a una riduzione delle tasse ma ci sono divergenze sulle modalità di raggiungimento dell'obiettivo. La Lega vuole la flat tax al 15%, Forza Italia al 23% mentre Fratelli d’Italia pensa ad una flat tax ‘incrementale’.
Fisco
L’obiettivo è applicare immediatamente la flat tax al 15% solo sul reddito incrementale cioè sulla parte aggiuntiva di reddito prodotto rispetto all'anno precedente. Tra le ipotesi quella di estendere la no tax area fino a 12mila euro. Confronto aperto anche su quota 41: Fratelli d’Italia punta sulla flessibilità in uscita ma intende monitorare ogni provvedimento che possa essere considerato eccessivamente oneroso, niente promesse che non si possono mantenere il ‘refrain’. In ogni caso la coalizione è compatta sulla necessità di superare la legge Fornero.
“Il mio primo obiettivo sarà fermare la legge Fornero, il che significa più lavoro per tutti", ha rimarcato Matteo Salvini, rilanciando anche la necessità della pace fiscale con la rottamazione delle cartelle. Ci sarà spazio anche per il quoziente familiare per le famiglie numerose e la possibilità di prevedere asili gratis per le classi meno abbienti. Mentre si discute dei criteri delle candidature e del programma (si tratta di cinque pagine che ricalcano in gran parte quello del 2018),
Lista ministri
Salvini guarda avanti e ribadisce che occorrerebbe, per trasparenza, fornire la lista di alcuni ministri già in campagna elettorale. “Io – rimarca il segretario leghista - punto al fatto che gli italiani il 25 settembre scelgano il centrodestra e la Lega nel centrodestra. Poi quello che farò io lo decidono i cittadini”. La tentazione resta quella di un ritorno al Viminale, qualora il centrodestra dovesse vincere le elezioni e Fdi superare in consensi quelli del partito di via Bellerio. Tra gli ‘ex lumbard’ c’è la preoccupazione soprattutto per quanto riguarda le regioni del Nord, perché – osserva un ‘big’ leghista – questo governo in realtà non piaceva agli imprenditori, le partite Iva per ora hanno considerato l’azione dell’esecutivo poco incisiva. Per quanto riguarda gli altri dicasteri la Lega starebbe puntando a quello delle Infrastrutture, quello della Giustizia ("Se potessi scegliere io, Bongiorno sarebbe ministro oggi pomeriggio", afferma Salvini) e all’Agricoltura.
Ma in FdI si continua a frenare sull’eventualità di indicare già i ministri in queste settimane che precedono il voto. Oggi sull’argomento è tornato su il coordinatore azzurro Tajani: quella di Salvini di anticipare la lista dei ministri “non è un'idea peregrina, ma bisogna essere tutti d'accordo e bisogna essere molto rispettosi delle prerogative del Capo dello Stato”.
Il primo nodo che dovrebbe essere sciolto è quello relativo al programma. “Stiamo avanzando speditamente”, afferma Fitto di FdI. "E’ praticamente pronto e sarà presentato a giorni. Piuttosto il centrosinistra continua a litigare. E' evidente che sono fra di loro incompatibili, ciononostante avrebbero anche la pretesa di continuare a governare l'Italia", ha detto al Tg1 il capogruppo di FdI al Senato, Ciriani. “Domani – spiega anche l’azzurro Cattaneo – torneremo a vederci. Siamo entrati nella definizione dei contenuti delle diverse aree tematiche”.
Candidature nei collegi
Infine, procede anche il lavoro sulle candidature nei collegi. Nelle riunioni pomeridiane si è conclusa una prima 'mappatura'. Così come avvenuto nel 2018, i collegi, previsti dal Rosatellum, sono stati divisi in sei fasce in base alla contendibilità. Ma si è reso necessario attualizzare la griglia usata quattro anni fa in base ai sondaggi attuali e alla revisione dei collegi conseguente alla riforma del taglio dei parlamentari. I collegi sono stati divisi in sei fasce (tre nelle gradazioni del blu, i contendibili; tre nelle gradazioni del rosso quelli piu' difficili da conquistare).
Ora dovranno essere divisi tra i vari partiti della coalizione. E in ogni fascia dovrà essere riproposto l'algoritmo frutto dell'accordo tra i leader (98 a FdI, 70 a Lega, 42 a FI, 11 ai centristi). Ancora da definire il nodo dei centristi. L'accordo prevede undici collegi per Noi con l'Italia di Maurizio Lupi e Coraggio Italia di Luigi Brugnaro, di cui si 'farà carico' Fratelli d'Italia. Oggi per la prima volta da settimane, poi, Italia al centro di Giovanni Toti è tornata a partecipare alle riunioni del centrodestra. Quindi, nelle prossime ore bisognerà chiarire in che modo parteciperà alla competizione elettorale. Ancora da capire poi se l'Udc presenterà una propria lista o correrà nelle liste di Forza Italia.