Sul web prevale il consenso per l’Agenda Draghi
AGI - Sul web prevale il consenso per l’Agenda Draghi Sulla crisi le audience sono divise, ma emerge disapprovazione per l’interruzione del lavoro dell’Esecutivo. Sui social è iniziata la campagna elettorale e il M5S si domanda: “Cosa sarebbe l’Agenda Draghi? Nessuno lo sa”.
Sono “dimissioni irrevocabili” quelle di Mario Draghi, in Senato abbiamo assistito alla fine del suo Governo: presenti 192, votanti 133, favorevoli 95, contrari 38. L’Esecutivo di unità nazionale non esiste più. A parole quasi tutti vorrebbero proseguire con Mario Draghi primo Ministro, ma nei fatti la maggioranza politica e la fiducia si sono esaurite. Finisce così la corsa dell’ex governatore della Bce dopo 17 mesi.
Il Presidente della Repubblica ha sciolto le Camere e il Consiglio dei Ministri ha stabilito che si voterà il 25 settembre; dal 1948 è la prima volta che le urne saranno aperte in autunno per le politiche. Con gli algoritmi di intelligenza artificiale di Kpi6* abbiamo analizzato le conversazioni inerenti la crisi di Governo e la campagna elettorale appena iniziata, sulla quale le forze politiche sui social media stanno orientando la comunicazione.
La caduta del Governo Draghi e le conseguenti elezioni politiche anticipate sono temi che hanno immediatamente innescato un grandissimo interesse in rete. I picchi delle conversazioni coincidenti con le date delle dimissioni del Primo Ministro, in due riprese (14 e 20 luglio) sono seguiti da volumi comunque molto alti di interesse. Le audience, dopo una settimana dalla caduta dell’esecutivo, continuano a discutere e pubblicare contenuti sui social media, contrariamente a molti altri argomenti che seguono cicli di vita molto più brevi, entrando ed uscendo dall’elenco dei trending topic nell’arco di appena 24 o 48 ore.
Anche le audience, ovviamente, si dividono sull'interpretazione della crisi, sulle attribuzioni delle responsabilità e sull’apprezzamento del lavoro del Premier, riassumibile nella realizzazione della cosiddetta “Agenda Draghi”. Ora, la prassi prevede che il Governo resti in carica per il disbrigo degli affari correnti, per garantire la continuità nell’azione amministrativa, su alcuni precisi punti programmatici, fino alle elezioni.
Dall’analisi delle emozioni e delle conversazioni in rete, osserviamo una prevalenza di opinioni favorevoli al proseguimento dell’esperienza del Governo presieduto da Mario Draghi. Disapprovazione e rabbia sono le emozioni dominanti, in una fase delicata per il Paese, con il raggiungimento degli obiettivi del PNRR e la relativa assegnazione dei fondi. Il Next Generation Ue, infatti, non è condizionabile dalle elezioni e la richiesta delle tranche semestrali per i prestiti e le sovvenzioni europee, deve seguire la roadmap stabilita, rispettando il tetto delle due richieste l'anno, fino al 2026.
Le persone favorevoli alle elezioni e quelle invece propense a proseguire con il completamento dell’Agenda Draghi, senza ricorrere al voto anticipato, si concentrano nella fascia di età 25-44 anni, mentre tra i più giovani, dai 18 ai 24 anni, prevale il desiderio di andare alle urne il prossimo 25 settembre.
Tra i partiti l’unico a non essere entrato nella maggioranza per sostenere il Governo, ossia Fratelli d’Italia, è anche quello che pubblica più contenuti sulla crisi e sulle elezioni. I temi principali sono immigrazione (Meloni ripropone il blocco navale), immigrazione, voto agli italiani. Segue il Partito Democratico che invece restringe il focus sulle forze politiche che si sono assunte la responsabilità di far cadere l’Esecutivo, e sugli ipotetici condizionamenti della Russia sulla crisi, chiamando in causa Matteo Salvini. Il Movimento 5 Stelle, rivendica i risultati ottenuti a tutela dei cittadini, mostrandosi, tuttavia, distante dall’Agenda Draghi, definendola “mirabile”, e domandandosi persino “cosa sarebbe?”.
Analisti: Gaetano Masi, Pietro La Torre. Fabiana Giannuzzi. Giornalista, content editor: Massimo Fellini