AGI - Mario Draghi ha ottenuto la fiducia del Senato sulla risoluzione Casini. I sì sono stati 95, i no 38. Il Senato è in numero legale perché i senatori M5s erano presenti non votanti. Il centrodestra di Governo assente, FdI ha votato no.
"Chiedo che sia posta il voto di fiducia presentata dal senatore Casini" Mario Draghi aveva concluso così la sua replica al Senato. La risoluzione prevedeva una sola riga: udite le comunicazioni del premier si approva.
Il centrodestra chiedeva un nuovo patto di governo ma va rinegoziato con un accordo che segni discontinuità e che prevedesse alcuni punti tra cui l'esclusione del Movimento 5 stelle e un'agenda rinnovata.
Draghi non andrà stasera al Quirinale. Al termine del voto del Senato ha lasciato palazzo Chigi ma non si è recato al Colle. Le dimissioni attese per stasera dunque non ci sono state. Il calendario dei prossimi passaggi sarà deciso domani.
Toti, chi si oppone pagherà un prezzo molto alto
"Comunque vada, questa crisi da drammatica sta diventando ridicola, chi eventualmente si incaricherà di staccare la spina sta facendo male i suoi conti. Perché pagherà un prezzo molto alto". Lo dice Giovanni Toti al Corriere della Sera. "Nel Paese c'è voglia di stabilitò, di programmazione, di provvedimenti per le famiglie e le imprese con un governo stabile. Questo governo era nato per affrontare l'emergenza pandemica, quella economica e il Pnrr. Ora si è aggiunta la guerra e la crisi energetica: può mai esserci un momento peggiore per staccare la spina al governo? È inspiegabile. Ma se il M5S è rimasto quel partito anti-sistema, arruffapopolo, non ci si possono aspettare comportamenti irresponsabili dalle forze che invece hanno cultura di governo", aggiunge il governatore ligure. "Comunque finisca, sarà il passaggio per arrivare davvero alla Terza Repubblica: può nascerne un fronte della responsabilità e uno del richiamo della foresta, del populismo, del mero qui e ora", spiega Toti.
Conte in Senato, seguirà Draghi dagli uffici del M5s
Il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, è in Senato. L'ex premier seguirà le comunicazioni di Mario Draghi dagli uffici del gruppo pentastellato di Palazzo Madama.
Draghi da palazzo Chigi si reca al Senato
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha lasciato palazzo Chigi per recarsi al Senato.
Renzi, penso che finirà bene
"Penso che finirà bene. Vediamo la tempistica". Lo ha detto il leader di Italia viva Matteo Renzi, arrivando al Senato per assistere alle comunicazioni del premier Mario Draghi.
Al via seduta Senato con comunicazioni Draghi
Sono cominciate, nell'Aula del Senato, le comunicazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi. Al termine dell'intervento del premier ci sarà una sospensione per permettere che il discorso sia depositato alla Camera dei deputati. Le ore di discussione generale, secondo l'ipotesi della capigruppo, dovrebbero essere cinque, con repliche fino alle 16:30. La prima chiama dovrebbe tenersi alle 18:30.
Draghi: ho condiviso rinvio a Camere di Mattarella
Draghi: serve un sostegno ampio, non sono stato eletto
Draghi: nelle prossime settimane ulteriori 21 miliardi dal Pnrr
Draghi: un premier non eletto deve avere il massimo sostegno in Aula
"In questi mesi, l'unità nazionale è stata la miglior garanzia della legittimità democratica di questo esecutivo e della sua efficacia". Cosi' il premier Mario Draghi nelle comunicazioni al Senato. "Ritengo che un presidente del Consiglio che non si è mai presentato davanti agli elettori debba avere in Parlamento il sostegno più ampio possibile", ha sostenuto il premier. "Questo presupposto è ancora più importante in un contesto di emergenza, in cui il Governo deve prendere decisioni che incidono profondamente sulla vita degli italiani. L'amplissimo consenso di cui il Governo ha goduto in Parlamento ha permesso di avere quella 'tempestività' nelle decisioni che il presidente della Repubblica aveva richiesto. A lungo le forze della maggioranza - ha notato Draghi - hanno saputo mettere da parte le divisioni e convergere con senso dello Stato e generosità verso interventi rapidi ed efficaci, per il bene di tutti i cittadini".
Draghi: abbiamo raggiunto risultati impensabili grazie al Parlamento
"Con il forte appoggio parlamentare della maggioranza e dell'opposizione, abbiamo reagito con assoluta fermezza all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. La condanna delle atrocità russe e il pieno sostegno all'Ucraina hanno mostrato come l'Italia possa e debba avere un ruolo guida all'interno dell'Unione Europea e del G7. Allo stesso tempo, non abbiamo mai cessato la nostra ricerca della pace - una pace che deve essere accettabile per l'Ucraina, sostenibile, duratura". Cosi' il premier Mario Draghi nelle comunicazioni al Senato. "Siamo stati tra i primi a impegnarci perché Russia e Ucraina potessero lavorare insieme per evitare una catastrofe alimentare, e allo stesso tempo aprire uno spiraglio negoziale. I progressi che si sono registrati la settimana scorsa in Turchia sono incoraggianti, e auspichiamo possano essere consolidati" ha aggiunto. "Ci siamo mossi con grande celerita' per superare l'inaccettabile dipendenza energetica dalla Russia - conseguenza di decenni di scelte miopi e pericolose.
In pochi mesi, abbiamo ridotto le nostre importazioni di gas russo dal 40% a meno del 25% del totale e intendiamo azzerarle entro un anno e mezzo", ha sottolineato il presidente del Consiglio.
"È un risultato che sembrava impensabile, che dà tranquillità per il futuro all'industria e alle famiglie, rafforza la nostra sicurezza nazionale, la nostra credibilità nel mondo. Abbiamo accelerato, con semplificazioni profonde e massicci investimenti, sul fronte delle energie rinnovabili, per difendere l'ambiente, aumentare la nostra indipendenza energetica. E siamo intervenuti con determinazione per proteggere cittadini e imprese dalle conseguenze della crisi energetica, con particolare attenzione ai più deboli.
Abbiamo stanziato 33 miliardi in poco più di un anno, quasi due punti percentuali di PIL, nonostante i nostri margini di finanza pubblica fossero ristretti. Lo abbiamo potuto fare grazie a una ritrovata credibilita' collettiva, che ha contenuto l'aumento del costo del debito anche in una fase di rialzo dei tassi d'interesse - ha aggiunto Draghi .
"Il merito di questi risultati è stato vostro - della vostra disponibilità a mettere da parte le differenze e lavorare per il bene del Paese, con pari dignità, nel rispetto reciproco. La vostra è stata la migliore risposta all'appello dello scorso febbraio del Presidente della Repubblica e alla richiesta di serietà, al bisogno di protezione, alle preoccupazioni per il futuro che arrivano dai cittadini", ha concluso Draghi.
Draghi: sono orgoglioso di essere italiano. L'Italia è forte quando è unita
"Gli italiani hanno sostenuto a loro volta questo miracolo civile, e sono diventati i veri protagonisti delle politiche che di volta in volta mettevamo in campo. Penso al rispetto paziente delle restrizioni per frenare la pandemia, alla straordinaria partecipazione alla campagna di vaccinazione. Penso all'accoglienza spontanea offerta ai profughi ucraini, accolti nelle case e nelle scuole con affetto e solidarietà. Penso al coinvolgimento delle comunità locali al Pnrr, che lo ha reso il più grande progetto di trasformazione dal basso della storia recente". Così il premier Mario Draghi nelle comunicazioni al Senato. "Mai come in questi momenti sono stato orgoglioso di essere italiano", ha affermato il premier. "L'Italia è forte quando sa essere unita", ha osservato.
Draghi: si è registrato un progressivo sfarinamento della maggioranza
"Purtroppo, con il passare dei mesi, a questa domanda di coesione che arrivava dai cittadini le forze politiche hanno opposto un crescente desiderio di distinguo e divisione. Le riforme del Consiglio Superiore della Magistratura, del catasto, delle concessioni balneari hanno mostrato un progressivo sfarinamento della maggioranza sull'agenda di modernizzazione del Paese" ha detto il premier Mario Draghi.
Applausi in Senato per l'"orgoglio" di Draghi, ma i M5s restano in silenzio
L'Aula del Senato ha accolto con un lungo applauso la frase del premier Mario Draghi che, ricordando le emergenze affrontate in questi mesi, ha detto: "Mai come in questi momenti sono stato orgoglioso di essere italiano". Gli unici che non hanno applaudito il premier sono stati i senatori del Movimento 5 stelle.
Draghi, pressioni su ulteriore indebitamento
"Le richieste di ulteriore indebitamento si sono fatte più forti proprio quando maggiore era il bisogno di attenzione alla sostenibilità del debito" ha detto il premier ricordando le pressioni sul governo delle ultime settimane.
Draghi: no a una fiducia di facciata. Serve un patto serio
Serve un governo che "sia davvero forte e coeso e un Parlamento che lo accompagni con convinzione, nel reciproco rispetto dei ruoli. All'Italia non serve una fiducia di facciata, che svanisca davanti ai provvedimenti scomodi. Serve un nuovo patto di fiducia, sincero e concreto, come quello che ci ha permesso finora di cambiare in meglio il Paese. I partiti e voi parlamentari - siete pronti a ricostruire questo patto?" ha detto Draghi.
Draghi ai senatori: siete pronti a un patto sincero e concreto?
"Siete pronti a confermare quello sforzo che avete compiuto nei primi mesi, e che poi si è affievolito? Siamo qui, in quest'aula, oggi, a questo punto della discussione, perché e solo perché gli italiani lo hanno chiesto.
Questa risposta a queste domande non la dovete dare a me, ma la dovete dare a tutti gli italiani". Con queste parole il premier Mario Draghi ha concluso il suo intervento al Senato.
Sospesa la seduta in Senato. Il dibattito riprende alle 11
Terminate le comunicazioni del presidente del Consiglio Mario Draghi, la presidente del Senato Elisabetta Casellati ha sospeso la seduta dell'Aula per permettere che il discorso del premier sia depositato alla Camera dei deputati. I lavori riprenderanno alle ore 11 con la discussione generale.
Calenda, siamo con Draghi senza se e senza ma
"Un grandissimo discorso, tosto e perentorio, senza alcuna concessione ai populismi. Un discorso di verità sullo stato del Paese, sulle sue debolezze e sulle sue potenzialità. Draghi ha messo la politica davanti alle sue responsabilità. Noi siamo con lui, senza se e senza ma" ha scritto il leader di Azione Carlo Calenda su Twitter.
Nessun applauso dal M5s e la Lega è rimasta tiepida
Nessun applauso dai banchi di M5s, al termine del discorso in aula del premier Draghi. Tiepidi anche i senatori leghisti, mentre applausi copiosi sono arrivati dal Pd e Italia viva. Tra i banchi del governo, il più energico a manifestare il proprio assenso al premier è stato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, mentre i ministri pentastellati hanno assunto un atteggiamento composto.
Draghi, tra gli impegni anche l'autonomia differenziata
"Ci sono altri impegni che l'esecutivo vuole assumere che riguardano, ad esempio, la riforma del sistema dei medici di base e la discussione per il riconoscimento di forme di autonomia differenziata".
Tutto questo richiede un Governo che sia davvero forte e coeso e un Parlamento che lo accompagni con convinzione, nel reciproco rispetto dei ruoli" ha detto Draghi nell'Aula del Senato.
Energia: Draghi, accelerare l'installazione di rigassificatori
"L'Italia deve continuare a ridisegnare la sua politica energetica, come fatto in questi mesi. Il Vertice di questa settimana ad Algeri conferma la nostra assoluta determinazione a diversificare i fornitori, spingere in modo convinto sull'energia rinnovabile. Per farlo, c'è bisogno delle necessarie infrastrutture. Dobbiamo accelerare l'installazione dei rigassificatori - a Piombino e a Ravenna. Non è possibile affermare di volere la sicurezza energetica degli italiani e poi, allo stesso tempo, protestare contro queste infrastrutture. Si tratta di impianti sicuri, essenziali per il nostro fabbisogno energetico, per la tenuta del nostro tessuto produttivo. In particolare, dobbiamo ultimare l'istallazione del rigassificatore di Piombino entro la prossima primavera. EÈ' una questione di sicurezza nazionale", ha osservato Draghi.
Draghi, armare Kiev è il solo modo per difendere l'Ucraina
"Come promesso nel mio discorso di insediamento, e da voi sostenuto in quest'aula, questo governo si identifica pienamente nell'Unione Europea, nel legame transatlantico. L'Italia deve continuare a essere protagonista in politica estera. La nostra posizione è chiara e forte: nel cuore dell'Unione Europea, nel legame transatlantico. La nostra posizione è chiara e forte nel cuore dell'Ue, del G7, della Nato.Dobbiamo continuare a sostenere l'Ucraina in ogni modo, come questo Parlamento ha impegnato il Governo a fare con una risoluzione parlamentare". Lo ha detto il premier Mario Draghi nell'Aula del Senato. "Come mi ha ripetuto ieri al telefono il Presidente Zelensky, armare l'Ucraina è il solo modo per permettere agli ucraini di difendersi. Allo stesso tempo, occorre continuare a impegnarci per cercare soluzioni negoziali, a partire dalla crisi del grano. E dobbiamo aumentare gli sforzi per combattere le interferenze da parte della Russia e delle altre autocrazie nella nostra politica, nella nostra società", ha osservato.
Al Senato breve scambio battute tra Draghi e Giorgetti
Breve scambio di battute tra Mario Draghi e Giancarlo Giorgetti, al termine delle comunicazioni del premier al Senato. Il presidente del Consiglio e il ministro dello Sviluppo economico - conferma lo staff del leghista - si sono fermati per pochi secondi all'uscita dall'Aula.
Energia: Draghi, batterci per un tetto al prezzo del gas russo
"L'Italia è un Paese libero e democratico. Davanti a chi vuole provare a sedurci con il suo modello autoritario, dobbiamo rispondere con la forza dei valori europei. L'Unione Europea è la nostra casa e al suo interno dobbiamo portare avanti sfide ambiziose. Dobbiamo continuare a batterci per ottenere un tetto al prezzo del gas russo, che beneficerebbe tutti, e per la riforma del mercato elettrico, che può cominciare da quello domestico anche prima di accordi europei. Queste misure sono essenziali per difendere il potere d'acquisto delle famiglie, per tutelare i livelli di produzione delle imprese. In Europa si discuterà presto anche della riforma delle regole di bilancio e di difesa comune, del superamento del principio dell'unanimità". Ha detto il premier Mario Draghi nell'Aula del Senato. "In tutti questi campi, l'Italia ha molto da dire con credibilità, spirito costruttivo, e senza alcuna subalternità", ha osservato.
Salvini ascolta i suoi, in contatto con Berlusconi
"Continua l'ascolto e l'approfondimento di Matteo Salvini, che anche nelle ultime ore ha avuto colloqui con amministratori locali, imprenditori, rappresentanti di categorie professionali e sindacali. Il collegamento con Silvio Berlusconi è costante. In questi minuti, Salvini sta raccogliendo i pareri della Lega dopo l'intervento del presidente Draghi" fa sapere la Lega.
Di Maio: Draghi lungimirante, chi non vota volta le spalle al Paese
"Il discorso del presidente Draghi è stato ineccepibile, concreto, lungimirante. Adesso non ci sono più scuse: chi non vota la fiducia al governo volta le spalle agli italiani. Adesso non servono giochini, ma occorre agire con grande senso delle istituzioni" ha commentato Luigi Di Maio.
Draghi: completare il Pnrr è un atto di serietà
"Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è un'occasione unica per migliorare la nostra crescita di lungo periodo, creare opportunità per i giovani e le donne, sanare le diseguaglianze a partire da quelle tra Nord e Sud" ha detto Draghi "Entro la fine di quest'anno, dobbiamo raggiungere 55 obiettivi, che ci permetteranno di ricevere una nuova rata da 19 miliardi di euro. Gli obiettivi riguardano temi fondamentali come le infrastrutture digitali, il sostegno al turismo, la creazione di alloggi universitari e borse di ricerca, la lotta al lavoro sommerso. Completare il Pnrr è una questione di serietà verso i nostri cittadini e verso i partner europei. Se non mostriamo di saper spendere questi soldi con efficienza e onestà, sarà impossibile chiedere nuovi strumenti comuni di gestione delle crisi. L'avanzamento del Pnrr richiede la realizzazione dei tanti investimenti che lo compongono. Dalle ferrovie alla banda larga, dagli asili nido alle case di comunità, dobbiamo impegnarci per realizzare tutti i progetti che abbiamo disegnato con il contributo decisivo delle comunità locali. Dobbiamo essere uniti contro la burocrazia inutile, quella che troppo spesso ritarda lo sviluppo del Paese. E dobbiamo assicurarci che gli enti territoriali - a partire dai Comuni - abbiano tutti gli strumenti necessari per superare eventuali problemi di attuazione", ha osservato.
"Allo stesso tempo, dobbiamo procedere spediti con le riforme che, insieme agli investimenti, sono il cuore del Pnrr. La riforma del codice degli appalti pubblici intende assicurare la realizzazione in tempi rapidi delle opere pubbliche e il rafforzamento degli strumenti di lotta alla corruzione. Dobbiamo tenere le mafie lontane dal Pnrr. È il modo migliore per onorare la memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e degli uomini e donne delle loro scorte, a trent'anni dalla loro barbara uccisione", ha concluso.
Iniziato al Senato il dibattito sulle comunicazioni di Draghi
È iniziato nell'Aula del Senato il dibattito sulle comunicazioni rese dal presidente del Consiglio, Mario Draghi. Sono al momento 41 gli iscritti a parlare.
Meloni, solo le autocrazie rivendicano di rappresentare il popolo
"Sono le autocrazie che rivendicano di rappresentare il popolo senza bisogno di far votare i cittadini, non le democrazie occidentali. Fratelli d'Italia non intende assecondare questa pericolosa deriva" ha detto la presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, "Decidano gli italiani del proprio futuro, non questo Parlamento delegittimato e impaurito. Elezioni subito"
Lega, totale sintonia e compattezza con Salvini
Dalla riunione della Lega e' emersa "totale sintonia e compattezza con il segretario Matteo Salvini" fa sapere il partito.
Renzi, finisce il teatrino di Conte
"Draghi ha fatto un discorso per dire se mi date la fiducia arriviamo alla fine, IV Pd e Di Maio ci stanno, Forza Italia e Lega si stanno riunendo e vedremo, i Cinquestelle lasciano il tempo che trovano" ha detto Matteo Renzi "Da qui a stasera si fa chiarezza, il teatrino è finito, se qualcuno vuole andare a elezioni lo dice in Parlamento e non su Twitter o al Papeete. La situazione è seria, per me ci vuole Draghi. Giovedì scorso ho detto che bisognava aumentare la pressione per far restare il presidente del Consiglio, la nostra petizione ha raccolto più di centomila firme, l'onda civica è partita ci sono stati gli appelli dei sindaci e della società civile, sono stati questi appelli che lo hanno portato in Parlamento, Draghi ha rilanciato i suoi punti e adesso si va al varo. Se il patto si fa regge e si va al 2023. Credo che con Conte non si possa andare a elezioni insieme, deve stare quanto più lontano possibile da noi, questo caos lo ha creato lui e credo che anche il Pd si renda conto, se Draghi accetta che Conte sia nella sua maggioranza non rileva, a me interessa che resti premier. Oggi siamo alla parola definitiva. Il tema è come la giustificano: cosa dicono, che non sono d'accoro sul termovalorizzatore?"
Nuovo vertice del centrodestra di governo a Villa Grande
Nuovo vertice del centrodestra di governo
Nuovo vertice del centrodestra di governo a Villa Grande. Il segretario leghista Matteo Salvini ha lasciato il Senato ed è diretto alla residenza romana di Silvio Berlusconi per un nuovo incontro con il Cavaliere e i vertici di Noi con l'Italia e a Udc, dopo le riunioni fiume di ieri.
Santanchè: "Draghi chiede pieni poteri, FdI le elezioni"
"Draghi ha detto: 'queste sono le mie condizioni, prendere o lasciare. Faccio quello che voglio e vado avanti'. Questi si chiamano pieni poteri". Lo ha detto Daniela Santanchè intervenendo al Senato dopo le comunicazioni del presidente del Consiglio, Mario Draghi. "FdI chiede invece il voto, lo chiediamo da sempre perché non ci piacciono le accozzaglie e non ci piace quando gli italiani non vengono coinvolti nelle scelte. Abbiamo un programma e riteniamo che oggi servirebbe un governo forte con una maggioranza forte", ha concluso.
Conte prosegue gli incontri con i suoi a Palazzo Carpegna
Giuseppe Conte continua a monitorare la situazione nel quartier generale allestito per l'occasione a Palazzo Carpegna, dopo le comunicazioni del premier Mario Draghi in aula a Palazzo Madama. Tra l'aula e gli uffici del gruppo pentastellato i parlamentari e i componenti del governo stanno facendo la spola per consultarsi con l'ex premier e gli altri dirigenti del Movimento dall'inizio della giornata. "Stanno succedendo delle cose - ha osservato in Transatlantico il senatore Albero Airola, e bisognera' dare delle risposte".
Lega: "Nessun contatto tra Salvini e Conte"
Nessun contatto tra Matteo Salvini e Giuseppe Conte. Il leader della Lega non vede e non sente l'ex premier da alcuni mesi. E' quanto fa sapere la Lega.
Lega: sul fisco siamo stupiti da Draghi
"Siamo stupiti dal discorso del presidente Draghi: nessun accenno a flat tax e pace fiscale nonostante 50 milioni di cartelle esattoriali già partite o in partenza che rappresentano un'emergenza nazionale. Anche il passaggio sul credito di 1.100 miliardi di magazzino fiscale che l'Agenzia delle Entrate ha nei confronti di cittadini e imprese ci lascia perplessi. In questo momento di grave crisi economica con l'aumento delle bollette e delle materie prime anche alimentari, cosa si chiede? Di rimborsare subito? Se non bastano pandemia e guerra per un rinnovato patto fiscale tra cittadini, fisco e agenzia delle entrate cos'altro dovremmo aspettare?". Lo dichiarano i deputati della Lega Massimo Bitonci, capogruppo in commissione Bilancio e capo dipartimento Attività produttive e Alberto Gusmeroli, vicepresidente commissione Finanze e responsabile Unita' fisco del dipartimento Economia della Lega.
Lega: noi ci siamo ma con nuovo governo e maggioranza
"Si prenda atto che è nata una nuova maggioranza che è quella del 14 luglio". Così il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo. "Serve ricostruire un nuovo patto come lei ha detto, noi ci siamo ma con una nuova maggioranza e un nuovo governo", ha continuato.
La Lega chiede discontinuità. Ora la scelta è di Draghi
"Serve discontinuità e un governo nuovo". Così il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo. "A questo punto, presidente, la scelta spetta a lei", ha aggiunto, rivolto a Mario Draghi.
Draghi replicherà verso le 15
La discussione generale sulle comunicazioni del presidente del Consiglio durerà meno del previsto. Molti dei 41 senatori che si erano iscritti a parlare, hanno rinunciato ad intervenire in Aula. Interverrà un solo rappresentante per M5s, Lega e FI. La replica di Mario Draghi, prevista per le 16, dopo le cinque ore di dibattito fissate dalla conferenza dei capigruppo, dovrebbe iniziare dunque con un'ora di anticipo, verso alle 15
C.destra: serve un governo rinnovato con Draghi senza M5s
"Come ha correttamente sottolineato il presidente Mario Draghi nel corso del suo intervento, la decisione del Movimento 5 stelle ha rotto il 'patto di fiducià che era alla base del governo di unità nazionale, che pure ha affrontato - con successo ed ha avviato con il nostro leale contributo - gravi emergenze e avviato un lavoro prezioso sul Pnrr. Il centrodestra di governo è disponibile a un 'nuovo patto' di governo e continuerà a dare il suo contributo per risolvere i problemi dell'Italia soltanto con un nuovo governo, guidato ancora da Mario Draghi, senza il Movimento 5 Stelle e profondamente rinnovato". Così una nota congiunta del centrodestra di governo.
D''Incà unico M5s tra i banchi dell'esecutivo
Unica presenza pentastellata tra i banchi del governo, per Federico D'Inca'. Il ministro per i Rapporti col Parlamento, da circa un'ora, sta seguendo il dibattito accanto ai colleghi di governo, mentre sono assenti i suoi compagni di partito Stefano Patuanelli e Fabiana Dadone
Toti: Conte combina guai ma il centrodestra fa cadere Draghi
"Conte combina il più epico guaio della storia recente. Ma il centrodestra di governo, geloso, gli ruba in corner, davanti agli Italiani, la responsabilità di far cadere il Governo Draghi! Ma davvero stiamo assistendo a tutto questo?". Così il presidente della Liguria e di Italia al Centro, Giovanni Toti.
Draghi lascia il Senato e saluta i turisti
Mario Draghi ha lasciato il Senato dopo che l'aula ha deciso una sospensione di un'ora e mezza, al termine del dibattito sulle sue comunicazioni e prima della sua replica. Il premier, salendo in auto, ha salutato con la mano un gruppo di turisti che lo ha chiamato e incoraggiato
Fonti: nessun contatto tra Draghi e il Quirinale
Nessun contatto tra il premier Mario Draghi e il presidente della repubblica Sergio Mattarella. E' quanto riferiscono fonti di governo. Non ci sarebbe alcuna trattativa in corso sulla possibilità di un Draghi bis.
Oggi contatti tra Mattarella e i leader dei partiti
Contatti, durante la giornata di oggi, tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e i leader dei partiti. Lo si apprende da fonti parlamentari
Colloquio telefonico tra Mattarella e Salvini
Colloquio telefonico tra il segretario della Lega, Matteo Salvini, e il Capo dello Stato Sergio Mattarella. E' quanto informa la Lega.
Colloquio di Berlusconi con Draghi e Mattarella
Silvio Berlusconi ha avuto colloqui con il Capo dello Stato Sergio Mattarella e con il Presidente del consiglio Mario Draghi e li ha informati della posizione di Forza Italia e di tutto il centrodestra di governo. E' quanto apprende l'Agi.
Ultimi spiragli di trattativa, ma non sul bis
Nessuna riunione di maggioranza in corso ma c'è comunque uno spazio per una trattativa, ma non sul Draghi bis. E' questo per il momento la situazione dopo la sospensione dell'Aula richiesta da Forza Italia. Il premier Draghi punta al voto sulle risoluzioni, "si può arrivare - spiega una fonte ministeriale - solo alla sostituzione di quei ministri M5s che non voterebbero la fiducia". Se la situazione dovesse precipitare la palla tornerà nelle mani del Capo dello Stato, hanno spiegato fonti di governo. Non si esclude comunque, spiegano altre fonti, la possibilità di un accordo per arrivare alla legge di bilancio e poi le elezioni dopo lo scioglimento delle Camere. Ma gli spazi di trattativa restano stretti, sottolineano altre fonti. Il premier è rientrato a palazzo Chigi. A tentare la strada di un'intesa anche Berlusconi che ha sondato il premier e il Colle, secondo quanto riferiscono fonti parlamentari di centrodestra. Anche Matteo Salvini ha avuto un colloquio telefonico con il Quirinale.
Salvini lascia Villa Grande
Il segretario leghista Matteo Salvini ha lasciato Villa Grande, dove era riunito con Silvio Berlusconi e i leader di NcI e Udc, Maruizio Lupi e Lorenzo Cesa
Il centrodestra di governo voterà solo la sua risoluzione
Centrodestra fermo sulla richiesta di Draghi bis con discontinuità
Il centrodestra di governo è fermo sulla richiesta di un Draghi bis e sulla richiesta di una discontinuità. E' la linea che emerge dal vertice di Villa Grande e che è ribadita nella risoluzione presentata a palazzo Madama.
Il "delta Draghi" pesa sullo spread, vola a 224
Vertice Letta-Conte-Speranza, pontieri al lavoro
In attesa di sapere quali e quante risoluzioni finiranno per essere presentate al Senato, il Partito Democratico tenta l'ultima estrema mediazione con i Cinque Stelle. Stando a quanto viene riferito da fonti parlamentari di Leu, un incontro ci sarebbe stato fra Roberto Speranza, Enrico Letta e Giuseppe Conte. I tre leader si sarebbero visti subito dopo la fine della discussione generale al senato. Particolarmente attivi in questo senso, viene riferito ancora, sono anche i ministri Federico D'Incà e Dario Franceschini, usciti dall'Aula fianco a fianco e infilatisi nella cosiddetta "sala blu", una sala riunioni a pochi passi dagli uffici del Pd a Palazzo Madama. Uffici che si sono popolati di esponenti dem e M5s nelle ultime ore: oltre alla capogruppo della Camera, Debora Serracchiani, è presente il vice segretario Pd, Peppe Provenzano, e il coordinatore della segreteria, Marco Meloni. Nella sala che ospita i Cinque Stelle, invece, è arrivato il capogruppo della Camera, Davide Crippa, tra i 'falchi' che chiedevano di strappare con Conte e appoggiare il premier Draghi nella prosecuzione dell'esperienza di governo. Il dibattito seguito alle Comunicazioni di Mario Draghi ha aggiunto incognite a una situazione già difficile in partenza. La strada, osserva Serracchiani, "è molto stretta". I dem sono in attesa di sapere su quale risoluzione il governo finirà per mettere la fiducia. Tecnicamente, quella di Draghi è stata una comunicazione fiduciaria che, per essere votata, ha bisogno di uno strumento parlamentare. La risoluzione, appunto. In questo momento ne sono state presentate solo due: una da parte di Pier Ferdinando Casini che recita, semplicemente "udite le comunicazioni si approvano". L'altra è stata presentata dal leghista Roberto Calderoli e prevede la nascita di un governo nuovo senza i Cinque Stelle. Entrambe le mozioni sono firmate, almeno ad ora, dai soli proponenti e, quindi, sono riconducibili ai singoli partiti e non alla maggioranza o a un insieme di forze politiche. I dem, quindi, attendono di capire se ci sarà la possibilità di presentare una nuova risoluzione. C'è tempo fino a tutta la replica del premier. In caso contrario, l'orientamento prevalente fra i senatori è di votare la risoluzione Casini. Tutto questo, naturalmente, se non interverrà una novità politica nel frattempo. Perchè, fuori dal lavoro parlamentare, continua quello politico dei partiti.
Draghi da palazzo Chigi al Senato
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha lasciato palazzo Chigi per recarsi nuovamente al Senato.
Draghi: "Ringrazio chi ha sostenuto governo con lealtà"
"Sarà una replica breve. Vorrei ringraziare chi ha sostenuto l'operato del governo con lealta'". Lo ha detto il premier Mario Draghi nella replica a palazzo Madama.
Draghi: "Apriremo un tavolo su salario minimo, vedo soluzione"
"Qualunque sia la vostra decisione apriremo un tavolo sul salario minimo, credo si possa arrivare ad una soluzione che non preveda un diktat del governo sul contratto di lavoro". Cosi' il premier Mario Draghi nella replica al Senato rivolgendosi al Movimento 5 stelle.
Draghi: "Il mio intervento non è su temi di origine parlamentare"
"Perche' il governo non è entrato nello Ius Soli, nella cannabis, nel ddl Zan? Perché il governo ha deciso di non intervenire, per la sua natura di governo fondato su un'ampia coalizione, su temi di origine parlamentare". Così il premier Mario Draghi nella replica al Senato.
Casellati convoca la conferenza dei capigruppo Senato sulla fiducia
Il presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha convocato la conferenza dei capigruppo dopo che il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha posto in Aula la questione di fiducia sulla risoluzione presentata da Pierferdinando Casini, che prevede l'approvazione delle comunicazioni tenute questa mattina dal premier.
Dal centrodestra applausi a Draghi sul Superbonus
Un lungo applauso dagli scranni al Senato del centrodestra di governo ha sottolineato la parte della replica del premier Mario Draghi riguardante le inefficienze del meccanismo di cessione dei crediti per il Superbonus. Contemporaneamente, dal settore M5s si levava invece qualche brusio di disapprovazione.
Il centrodestra conferma, ok solo alla nostra risoluzione
Il centrodestra di governo, riferiscono fonti parlamentari, conferma la sua linea: il sì è solo sulla risoluzione del centrodestra, non su quella presentata dal senatore Casini e sulla quale il governo ha posto la questione di fiducia.
Quella presentata da Casini sarà l'unica risoluzione che verrà votata, ma non dal centrodestra, ribadiscono fonti della coalizione
Voto di fiducia sulla risoluzione presentata da Casini
"Chiedo che sia posta il voto di fiducia presentata dal senatore Casini". Così il premier Mario Draghi nella replica al Senato. La risoluzione prevede una sola riga: udite le comunicazioni del premier si approva.
Al via al Senato le dichiarazioni di voto sulla fiducia
Sono iniziate nell'Aula del Senato le dichiarazioni di voto sulla fiducia posta dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, sulla risoluzione presentata da Pierferdinando Casini. Una risoluzione di sole due righe: "Il Senato, udite le comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri, le approva".
'Italia al centro' vota la fiducia
"I senatori di 'Italia al Centro' voteranno a favore della fiducia al governo Draghi", si fa sapere dal partito presieduto da Giovanni Toti.
Candiani interviene al posto di Salvini al Senato
In fase dichiarazione di voto, per la Lega, interverrà il senatore Stefano Candiani, al posto di Matteo Salvini, iscritto in un primo tempo a parlare al Senato.
Candiani interviene al posto di Salvini al Senato
In fase dichiarazione di voto, per la Lega, interverrà il senatore Stefano Candiani, al posto di Matteo Salvini, iscritto in un primo tempo a parlare al Senato.
Di Nicola, nuovo inizio possibile, da Insieme per il futuro sì alla fiducia
"Il Paese si è espresso. Tutti le chiedono di continuare il suo lavoro, come noi". Così nell'Aula del Senato Primo Di Nicola, capogruppo di Insieme per il futuro, durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia al governo. "Se non si darà la possibilità al governo di continuare il suo lavoro, a pagarne il prezzo saranno i cittadini. Gli effetti della crisi sarebbero devastanti", ha aggiunto criticando aspramente Giuseppe Conte e "il partito della crisi", il Movimento 5 stelle. "Un nuovo inizio è possibile - ha concluso - credo che varie forze possano favorirlo, al contrario di chi ha deciso di voltare le spalle agli italiani. Votermo sì alla risoluzione Casini".
Centrodestra pronto a sfilarsi, urne o opposizione
Opposizione responsabile a un governo tecnico oppure voto anticipato. Sono queste le due strade prospettate al vertice di villa Grande, secondo quanto si apprende. Il centrodestra di governo ha proposto un nuovo esecutivo senza M5s e con segnali di discontinuità sull'agenda, una soluzione prospettata anche nei colloqui di Berlusconi al premier Draghi e al presidente della Repubblica Mattarella. Nel vertice sia Berlusconi che Salvini, secondo quanto viene riferito, hanno sottolineato che il premier Draghi non ha voluto mediare. Da qui la possibilità delle urne a ottobre o a inizio dell'anno prossimo qualora si arrivasse ad un governo tecnico. "Noi faremmo opposizione responsabile votando i provvedimenti che servono al Paese", il 'refrain'. C'è chi ha fatto i nomi del ministro del Mef Franco e di Amato. Ma il piano - in mancanza di una apertura del premier - è quello delle elezioni anche a ottobre. Altrimenti a febbraio dopo la legge di bilancio se non ci saranno subito le urne, e' stato sottolineato. Saranno pochi i forzisti che voteranno la risoluzione di Casini. Si parla di un paio di esponenti, non di più.
Renzi, oggi finisce teatrino, o Draghi o si va a casa
"Il Parlamento è fermo su una posizionoe assurda di chi vuole una crisi ma non ha il coraggio di far dimettere i suoi ministri". Lo ha detto al Senato il leader di Italia viva, Matteo Renzi, durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia al governo. "Guardando al futuro voteremo la fiducia al governo, consapevoli che oggi finisce il teatrino, e' l'ultima puntata. Decidete da che parte stare assumendovi la responsabilità", ha aggiunto rivolgendosi agli altri gruppi. "O si va avanti con Draghi o si va a casa. Vale per chi in questo momento non ha avuto il coraggio di parlare chiaramente", ha insistito. Renzi si è rivolto anche alla sinistra: "Non so come alcuni nel Pd possano pensare dopo questo disastro di allearsi con il Movimento 5 stelle alle prossime elezioni, noi saremo da un'altra parte".
Ciriani (FdI), superato ogni limite. No alla fiducia
"Credo che abbiate superato ogni limite. Adesso basta, tirimo una riga e andiamo oltre. Quello che accade, presidente, noi glielo avevamo anticipato mesi fa, una maggioranza troppo litigiosa". Così il capogruppo di Fratelli d'Italia al Senato, Luca Ciriani. "Quello che è accaduto era inevitabile", ha continuato. "Quelli che l'hanno applaudita stamattina - ha detto rivolto a Draghi - sono gli stessi che lo hanno boicottata quando voleva salire al Quirinale". "Non le daremo la fiducia", ha concluso, "e lo faremo con coerenza e chiarezza".
Salvini, non votiamo la risoluzione Casini
"Certo che non la votiamo". Così il segretario leghista Matteo Salvini ha risposto ai cronisti che gli chiedevano se la Lega voterà la risoluzione presentata da Pierferdinando Casini.
Lega-FI, stupiti dalla decisione di porre la questione di fiducia su testo Casini
Forza Italia, Lega, UDC e Noi con l'Italia hanno accolto con grande stupore la decisione del presidente del consiglio Mario Draghi di porre la questione di fiducia sulla risoluzione presentata da un senatore - Pierferdinando Casini - eletto dalla sinistra.
Il presidente Silvio Berlusconi questa mattina aveva comunicato personalmente al Capo dello Stato Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio Mario Draghi la disponibilità del centrodestra di governo a sostenere la nascita di un esecutivo da lui guidato e fondato sul "nuovo patto" che proprio Mario Draghi ha proposto in Parlamento. La nostra disponibilità è stata confermata e ufficializzata nella proposta di risoluzione presentata dal centrodestra di governo in Senato, spiega una nota.
Pd, fiducia convinta, ammainare bandiere di parte
"Ci sono momenti nella vita politica in cui vanno ammainate le bandiere di parte e issata quella nazionale. Oggi è uno di quei momenti". Lo ha detto la capogruppo del Pd, Simona Malpezzi, in dichiarazione di voto sulla fiducia al governo Draghi. "E non perché lo diciamo noi dai banchi del Pd, ma perché ce lo hanno chiesto i cittadini italiani. Gli appelli io li ho letti, erano tutti appelli al presidente Draghi, da tantissimi mondi. ma erano ricvolti anche a noi, perché hanno chiamato direttamente in cauisa la politica. Tutti quei mondi chiedevano coi loro appelli al presidente Draghi di restare, forse perché non si sentivano rappresnetati dai loro rappresentanti in parlamento. I sindaci che hanno sottoscritto l'appello non sono sindaci del Pd ma sindaci con la fascia tricolore, che hanno paura che i progetti del Pnrr finiscano nel cestino", aggiunge Malpezzi. "Quegli appelli sono fatti a noi. In quello del Terzo Settore ci veniva chiesto di trovare prontamente una composizione delle diverse posizioni riconoscendo le differenze, ma attraversando il conflitto e trovare la soluzione, superare lo schema di parte. In 17 mesi abbiamo provato a stare insieme in quelle difficolta' perche' sapevamo che all'Italia serviva un governo di unita' nazionale per portare il nostro Paese fuori da una crisi drammatica. È faticoso per tutti noi trovare sintesi e mediazioni, ma lo abbiamo fatto per pensare davvero ad altri bisogni. E sono bisogni del nostro Paese, dettati dalla crisi drammatica, il Pnrr, la guerra, i problemi derivanti dal costo dell'energia. E mi meraviglio che negli interventi di oggi non ci sia stato il riconoscimento del lavoro fatto insieme", sottolinea la senatrice dem. "Ora, io capisco. È la cosa più semplice stare all'opposizone: prendi il problema, lo denunci, ma non ci metti la fatica per provare a risolverlo. Deve essere chiaro a tutti che oggi chi non conferma la fiducia a questo governo che è disposto a rinunicare ai 13 miliardi del decreto di luglio, ai miliardi della terza tranche di Pnrr, ad approvare i decreti necessari per concludere le riforme fatte insieme, e approvare la legge di bilancio. La posta in gioco è questa, a pagare sarà il paese e allora dobbiamo assumerci la responsabilità di lavorare per comporre questo quadro. Le elezioni non sono una minaccia, ma attenzione quando le elezioni vengono sventolate contro l'interesse del Paese. Noi pensiamo che la politica debba fare i conti con il tempo in cui ciascuno di noi vive, gli italiani chiede alla polticia di risolvere i problemi, non di crearne. Il gruppo del Pd voterà convintamente la fiducia", conclude Malpezzi.
Salvini, non votiamo la risoluzione di Casini
"Certo che non votiamo la risoluzione di Casini". Così Matteo Salvini parlando con i cronisti. "O c'è un governo forte oppure...", ha detto il leader della Lega.
De Petris, crisi si doveva evitare, Leu voterà fiducia
"Questa crisi si doveva e si poteva evitare. Si dovevano trovare punti di incontro. In questi mesi, che non sono stati semplici, non ci siamo sottratti alle nostre responsabilita'. Abbiamo dato il nostro contributo al Paese. Non ci sottraiamo adesso, nonostante la situazione". Lo ha detto Loredana De Petris, capogruppo di Leu al Senato, durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia al governo. "Voteremo sì", ha concluso.
Bernini, FI non parteciperà al voto sulla risoluzione
"Con amarezza ma con la traquillità di chi può dire di aver tentato fino alla fine, FI non partercipera' al voto sulla fiducia posta dal governo solo sulla risoluzione del senatore Casini". Cosi' Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato, durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia al governo. "Non siamo noi ad aver voluto la crisi. Le abbiamo proposto un nuovo patto. Crediamo in un nuovo patto e nel direttore d'orchersta, non crediamo negli orchestrali stonati", ha aggiunto. "Abbiamo chiesto una verifica diversi giorni fa, non per capriccio. Davanti alla pugnalata a cuore aperto" del Movimento 5 stelle, ha aggiunto rivolgendosi al premier, "le abbiamo chiesto di trovare le ragioni di un nuovo inizio, che avesse nuove fondamenta. Non siamo quelli degli aut aut o delle bandierine, non abbiamo inquinato il clima proponendo temi divisivi. FI ha cercato uno spiraglio - ha concluso - fino alla fine abbiamo posto una via di uscita che ci avrebbe confortato nella nostra scelta di proseguire questo cammino comune. Una soluzione di mediazione che purtroppo non e' stata ascoltata".
Crucioli, sovranità e libertà valgono le elezioni
"La colpa più grave che imputiamo a questo governo è di essere riusciti almeno in parte a fiaccare lo spirito di tanti italiani facendogli credere che asservirsi al potere sia il modo migliore per limitare le avversita' del fato; state inculcando negli italiani la mentalita' degli schiavi, soprattutto delle nuove generazioni; quella secondo cui solo tranquillizzando i padroni si potranno evitare le percosse, le punizioni impartite a colpi di spread e di mercato. Noi sappiamo perfettamente che in caso di caduta del governo ci saranno ripercussioni e tuttavia crediamo che la nostra sovranità e la nostra libertà ben valgano la necessita' di affrontare la tempesta. Per questo auspichiamo che questo governo subalterno e vile termini qui". Lo ha detto, nel suo intervento per le dichiarazioni di voto, il presidente del gruppo Upc-Cal al Senato, Mattia Crucioli.
Il vero motivo per cui lei è stato posto a capo del governo - ha aggiunto rivolto a Draghi - è garantire l'esecuzione degli ordini atlantici in questa piccola provincia dell'Impero e in questo periodo di scontro aperto per l'egemonia mondiale. Da questi obiettivi deriva il disprezzo che lei ha dimostrato verso questo Parlamento attraverso il continuo uso di decreti legge e fiducie, attraverso la forzatura sui tempi di discussione anche su provvedimenti di rilevanza scellerata come la controriforma della giustizia o la conversione sul decreto per le privatizzazioni dei servizi pubblici locali. Potrete continuare a mentire dicendo che si deve rinunciare al condizionatore per raggiungere la pace, millantare i prodigi realizzati con i finanziamenti del Pnrr, ma se le famiglie non arriveranno a fine mese e i lavoratori perderanno il lavoro, le vostre bugie saranno vane e nessuno potrà più credervi". "Lei oggi ha detto di non poter ignorare la spinta dal basso delle piazze che le chiedono di restare - ha concluso - Eppure fino ad oggi lei ha bellamente ignorato le piazze che le chiedevano di far cessare la barbarie del green pass, di ridare dignità al lavoro, di far cessare l'invio delle armi. Noi faremo in modo che in autunno lei non possa davvero ignorare le piazze. E allora presidente ci dia ascolto almeno una volta si dimetta, si torni a dare la parola al popolo con libere elezioni. Noi voteremo no anche a questa richiesta di fiducia".
M5s orientato a uscire dall'Aula per il voto sulla fiducia
Il Movimento 5 stelle, riferiscono fonti parlamentari pentastellate, uscirà dall'Aula al momento del voto sulla risoluzione di Casini.
Lega, non parteciperemo al voto sulla risoluzione
La Lega non parteciperà al voto sulla risoluzione presentata da Pierferdinando Casini alle comunicazioni di Mario Draghi, su cui lo stesso presidente del Consiglio ha posto la fiducia. Lo ha annunciato il senatore leghista Stefano Candiani in dichiarazione di voto al Senato.
"Avevamo presentato una risoluzione completa che offre prova del nostro impegno a risolvere i problemi dell'Italia: spiace che non sia stata scelta e che questo ci metta nelle condizioni di non partecipare al voto", ha affermato.
"La lealtà della Lega non è mai venuta meno in alcun giorno del governo". Ha aggiunto il senatore leghista Stefano Candiani. "L'azione di questo governo non si può reggere sull'inaffidabilità", ha continuato. "Occorre che ci sia una compagine di governo composta da persona serie. Non si può continuare dicendo che ninete è successo e 'Madama la marchesa'", ha concluso.
Castellone, in 18 mesi smantellate tutte le misure del M5s
"Un governo di alto profilo non dovrebbe schierarsi nettamente contro una forza politica come invece e' stato fatto, in questi 18 mesi sono state smantellate tutte le nostre misure". Lo ha detto Mariolina Castellone, capogruppo del Movimento 5 stelle al Senato, durante le dichiarazioni di voto sulla fiducia al governo. "Abbiamo lavorato in maniera costruttiva per migliorare il decreto aiuti ma nessuna delle nostre proposte è stata accolta. Non abbiamo votato contro, non abbiamo votato" ha aggiunto ricordando che anche Italia viva non ha votato la riforma della giustizia del ministro Cartabia. "La legittimità democratica che lei invoca e la generosità che lei chiede deve anche passare per il riconoscimento dei meriti e del contributo che ciascuna forza politica ha dato in questi mesi. Questa generosità al mio gurppo non è mai mancata", ha concluso.
Castellone, M5s non partecipa al voto sulla fiducia
"Il problema siamo noi. Esistono condizioni minime di leale collaborazione e rispetto che coinvolgono la dignità di una forza politica e le sue battaglie. Togliamo il dusturbo, ma rassicuriamo i cittadini che ci saremo sempre quando si tratterà di discutere e approvare provvedimenti utili. Continueremo le nostre battaglie in Parlamento e nel Paese. Non partecipiamo al voto" sulla risoluzione Casini. Così la capogruppo del Movimento 5 stelle al Senato, Mariolina Castellone, ha condcluso le sue dichierazioni di voto sulla fiducia chiesta dal presidente del Consiglio.
'Fuori onda' Casellati, mancherà il numero legale
"Se non partecipano al voto, manca il numero legale". Il presidente del Senato, Elisabetta Casellati, ha il microfono acceso al termine dell'intervento della capogruppo del Movimento 5 stelle, Mariolina Castellone, che ha appena annunciato l'astensione del suo gruppo alla fiducia chiesta dal presidentre Draghi. "Manchera' il numero legale", aggiunge parlando con i suoi collaboratori.
Draghi ha lasciato il Senato
Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha lasciato il Senato al termine delle dichiarazioni di voto sulla risoluzione su cui è stata posta la fiducia.
Al Senato iniziata la prima chiama sul voto di fiducia
Nell'Aula del Senato è iniziata la prima chiama per il voto di fiducia posto dal governo sulla risoluzione presentata da Pierferdinando Casini, risoluzione che punta ad approvare le comunicazioni rese questa mattina dal presidente del consiglio, Mario Draghi. Forza Italia, Lega e Movimento 5 stelle hanno annunciato che non parteciperanno al voto. Una decisione che mette a rischio il raggiungimento del numero legale.
Letta, parlamento si mette contro Italia, è follia
"In questo giorno di follia il Parlamento decide di mettersi contro l'Italia". Lo scrive su Twitter il segretario del Pd Enrico Letta.
Draghi rientrato a palazzo Chigi
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, è rientrato a palazzo Chigi, dove attendera' l'esito del voto di fiducia del Senato sulla risoluzione Casini.
Gentiloni, balletto irresponsabili rischio tempesta
"Il balletto degli irresponsabili contro Draghi può provocare una tempesta perfetta. Ora è il tempo di voler bene all'Italia: ci aspettano mesi difficili ma siamo un grande Paese". Lo scrive in un tweet il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni.
Gelmini, voltate le spalle a italiani. Lascio Forza Italia
"Ho ascoltato gli interventi in Aula della Lega e di Forza Italia, apprendendo la volonta' di non votare la fiducia al governo (esattamente quello che ha fatto il Movimento 5 Stelle giovedì scorso). In un momento drammatico per la vita del Paese, mentre nel cuore dell'Europa infuria la guerra e nel pieno vortice di una crisi senza precedenti, una forza politica europeista, atlantista, liberale e popolare oggi avrebbe scelto di stare, senza se e senza ma, dalla parte di Mario Draghi. Forza Italia ha invece definitivamente voltato le spalle agli italiani, alle famiglie, alle imprese, ai ceti produttivi e alla sua storia, e ha ceduto lo scettro a Matteo Salvini. Se i danni prodotti al Paese dalle convulsioni del Movimento 5 Stelle erano scontati, mai avrei immaginato che il centrodestra di governo sarebbe riuscito nella missione, quasi impossibile, di sfilare a Conte la responsabilità della crisi: non era facile, ma quando a dettare la linea e' una Lega a trazione populista, preoccupata unicamente di inseguire Giorgia Meloni, questi sono i risultati. Questa Forza Italia non e' il movimento politico in cui ho militato per quasi venticinque anni: non posso restare un minuto di piu' in questo partito". Lo afferma in una nota Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali e le autonomie.
D'Incà in Aula fino a termine votazione
Il ministro Federico D'Incà, come sempre, resterà in aula fino al completamento delle operazioni di voto. È quanto fa sapere il suo ufficio stampa.
Ipotesi iter, decisione su possibile scioglimento Parlamento domani
Mentre ancora si sta votando la fiducia al Senato, nei palazzi della politica si ipotizzano i tempi per i prossimi passaggi istituzionali e politici per il governo Draghi. Se come pare ormai inevitabile il premier Draghi presenterà le sue dimissioni a Sergio Mattarella, e tutti indicano stasera come data per questo passo, il presidente della Repubblica si potrebbe prendere qualche ora per riflettere, poi domani potrebbe incontrare i presidenti delle Camere che, come prevede la Costituzione, devono essere ascoltati prima di poter sciogliere le Camere. A quel punto il Capo dello Stato avrebbe tutti gli elementi necessari a compiere la sua scelta, che tutti prevedono sia lo scioglimento del Parlamento per un voto in autunno. La data è decisa dal governo, ma in base al calendario la data piu' probabile e il 2 ottobre: devono infatti pasare tra i 60 e i 70 giorni dal giorno dello scioglimento e il 25 settembre si celebra una festa ebraica, mentre solitamente si evita la coincidenza con festivita' religiose.
Iniziata la seconda chiama al Senato
Nell'Aula del Senato è iniziata la seconda chiama per il voto di fiducia al governo.
Senato approva la fiducia, 95 sì, 38 no
Draghi ottiene la fiducia Senato
Mario Draghi ha ottenuto la fiducia del Senato sulla risoluzione Casini. I sì sono stati 95, i no 38. Il Senato è in numero legale perché i senatori M5s erano presenti non votanti. Il centrodestra di Governo assente, FdI ha votato no.
Senato approva fiducia, convocata la conferenza dei capigruppo
Il Senato ha approvato la fiducia al governo Draghi con 95 voti favorevoli 95, 38 contrari e nessun astenuto. Lo ha detto il presidente del Senato, Elisabetta Casellati, riferendo l'esito del voto. I presenti in Aula erano 192, i votanti 133. Casellati ha convocato la conferenza dei capigruppo e sospeso la seduta dell'Aula.
Giorgetti, poteva finire in maniera più dignitosa
"Si poteva concludere in maniera più dignitosa". È l'amaro commento del ministro leghista Giancarlo Giorgetti, uscendo dal Senato.
Telefonata Meloni- Berlusconi dopo l'esito del voto
Al termine del voto di fiducia in Senato, telefonata tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Lo fanno sapere fonti dei due partiti.
Letta, urne scelta tra chi lo ha sostenuto e chi no
"Credo che andremo ad elezioni e credo che gli italiani sceglieranno tra chi ha affossato questa esperienza di governo e chi si è battuto per portare avanti il governo". Lo ha detto Enrico Letta ai microfoni dle Tg1.
Meloni, legislatura finita. Votare tra due mesi, centrodestra pronto
"Questa legislatura è finita. Si può andare al voto anche tra due mesi. Fratelli d'Italia è pronta. Il centrodestra è pronto". Lo ha detto la leader FdI, Giorgia Meloni, parlando a 'Piazza Italia' a Roma.
Iniziata riunione di Salvini con i parlamentari
Matteo Salvini è stato accolto dagli applausi dei parlamentari della Lega. La riunione è appena cominciata alla Camera. È quanto fa sapere il partito
Marcucci, responsabilità pesantissime di Lega e M5s
"Lega e M5s si sono assunti una responsabilità pesantissima. Chi provoca le elezioni, viene punito nelle urne. Gli italiani non dimenticano. La giornata in Senato è stata pesante, veder prevalere gli interessi di bottega, in questa situazione del Paese, è stato avvilente. Grazie al presidente Draghi, il suo esecutivo resterà un modello per tutto il centrosinistra". Lo afferma il senatore Pd Andrea Marcucci.
Letta, ora tutto per evitare conseguenze drammatiche
"Per noi oggi è un giorno triste e drammatico per l'Italia. Faremo di tutto perche' le conseguenze siano meno drammatiche possibili, il nostro impegno è stato assoluto". Lo ha detto Enrico Letta ai microfoni del Tg1.
Salvini ai suoi, da domani è campagna elettorale
Da domani siamo in campagna elettorale. Lo ha detto Matteo Salvini, secondo quanto riferiscono all'AGI, fonti parlamentari presenti all'incontro presieduto dal 'Capitano' leghista.
Draghi non va al Quirinale stasera
Il presidente del Consiglio Mario Draghi non andrà stasera al Quirinale. Al termine del voto del Senato che gli ha rinnovato la fiducia, seppure con numeri risicatissimi, Draghi ha lasciato palazzo Chigi ma non si è recato al Quirinale. Le dimissioni attese per stasera dunque non ci sono state. Il calendario dei prossimi passaggi sarà deciso dunque domani.
Salvini, Draghi vittima di follia M5S e giochini Pd
"Draghi e l'Italia sono state vittime, da giorni, della follia dei 5Stelle e dei giochini di potere del Pd". Lo ha detto Matteo Salvini, aprendo la riunione con i parlamentari della Lega alla Camera. "L'intero centrodestra era disponibile a proseguire senza i grillini, con Draghi a Palazzo Chigi e con un governo nuovo e piu' forte. Il Pd ha fatto saltare tutto" ha spiegato Salvini. Che ha aggiunto: "Speriamo che questo sia l'ultimo Parlamento dove centinaia di persone cambiano casacca e poltrona".
Salvini, centrodestra era disponibile a governo nuovo e più forte
"L'intero centrodestra" di governo "era disponibile a proseguire senza i grillini, con Draghi a Palazzo Chigi e con un governo nuovo e più forte. Il Pd ha fatto saltare tutto". Così il segretario leghista Matteo Salvini parlando coi parlamentari. "Speriamo che questo sia l'ultimo Parlamento dove centinaia di persone cambiano casacca e poltrona", ha aggiunto.
Ue ribadisce, cooperazione con l'Italia continui
"La presidente von der Leyen ha più volte enfatizzato la stretta e costruttiva collaborazione con il premier Mario Draghi. Attende con impazienza una cooperazione continua con le autorita' italiane su tutte le politiche e le priorità dell'Ue". E' la dichiarazione del portavoce della Commissione europea, Eric Mamer, che viene ribadita in risposta alla richiesta di commenti sulla crisi di governo in Italia. La dichiarazione era stata diffusa giovedì scorso, quando si era innescata la crisi di governo a Roma.
Conte, Draghi sprezzante. Ricevuti insulti
"Oggi era l'occasione per confrontarsi in modo ufficiale e ricevere da Draghi impegni precisi sulle misure che gli italiani attendono, quelle priorità che avevamo indicato nell'agenda di governo. Invece questa discussione non c'è stata" e dal presidente Draghi "su alcune misure c'è stato un atteggiamento sprezzante. Ci dispiace, abbiamo ricevuto anche degli insulti". Lo ha detto il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, lasciando il Senato. "Non abbiamo capito quale potrebbe essere la soluzione per il superbonus per 50mila imprese che sono sull'orlo del fallimento, non abbiamo compreso se c'e' l'intenzione di fare il salario minimo e non abbiamo ricevuto indicazioni sugli aiuti per le famiglie e le imprese, come il taglio del cuneo fiscale", ha aggiunto.
Conte, M5s messi alla porta e bersaglio di attacchi
"Dal centrodestra c'è stato un atteggiamennto incomprensibile. C'è stato un forte ostruzionismo e una deliberata volontà di cacciarci fuori dalla maggioranza".
Lo ha detto Giuseppe Conte, presidente M5s, lasciando il Senato. "Tutti i cittadini hanno capito il perché del nostro disagio", ha aggiunto. "Le misure fondamentali che abbiamo introdotto per far ripertire l'economia e di cui il governo si è avvalso sono state criticare e disprezzate e noi siamo diventati il bersaglio di un attacco politico che non ha nulla a che vedere con le urgenze del Paese. Siamo stati messi alla porta. Non c'erano le condizioni perché noi potessi proseguire con leale collaborazione", ha sottolineato.
Salvini a cena con Berlusconi a Villa Grande
Matteo Salvini è a Villa Grande per cenare con Silvio Berlusconi.
Renzi, Conte ha aperto crisi e Salvini l'ha completata
"Quando un Paese si permette di sfiduciare Mario Draghi è evidente che qualcosa non ha funzionato. Draghi dobbiamo solo ringraziarlo e con lui le centinaia di migliaia di cittadini che hanno firmato il nostro appello: io sono orgoglioso di aver lavorato per Draghi e oggi penso che abbiano vinto il populismo e Putin, non l'Italia. Le conseguenze di non avere un leader con Draghi le vedremo: il primo colpevole è Conte che ha aperto la crisi, il secondo e' Salvini che l'ha portata a termine". Così il leader Iv, Matteo Renzi, nel corso dello speciale Tg1
Gelmini, gli elettori chiederanno conto a FI scelleratezza
"Sono stati fatti incontri tardivi con i gruppi parlamentari, solo oggi, e i ministri non sono mai stati coinvolti nelle riunioni di partito". Mariastella Gelmini, nel corso dello Speciale Tg1 dedicato alla crisi di governo, spiega così di non non avere parlato con Silvio Berlusconi dopo il suo addio a FI e annota di avere "preso atto di questa esclusione dalle scelte, che pero' riguardano tutti, i cittadini, le imprese, e tutto questo FI non lo ha considerato".
"In quel momento - accusa il ministro per gli Affari regionali - ha tranciato il rapporto non solo con me ma con tanti cittadini ed elettori che chiederanno il conto di questa scelta scellerata che lascera' l'Italia nell'instabilità".
Tajani, Gelmini? Non so perché sia insoddisfatta
Mariastella Gelmini? "C'è sempre stata una comunicazione costante, per quanto mi riguarda. Perché sia insoddisfatta non lo so", dice, a In Onda su La7, il coordinatore FI, Antonio Tajani, a proposito dell'addio al partito del ministro per gli Affari regionali.