AGI - Sono ore complicate per la politica italiana. La scelta del Movimento 5 Stelle di non votare la fiducia al Senato sul Decreto aiuti uscendo dall’aula – ma senza ritirare la propria delegazione dall’esecutivo – potrebbe sfociare in una crisi di governo, che a sua volta potrebbe portare anche al voto anticipato.
Ne sapremo di più nelle prossime ore. Per il momento, approfittiamo del nostro appuntamento settimanale con la nostra Supermedia dei sondaggi per fare non solo il punto – come di consueto – sullo stato di salute delle forze politiche, ma anche per provare a immaginare chi abbia effettivamente interesse a far precipitare la situazione e ad andare al voto anticipato.
La notizia di oggi è che, dopo tante settimane difficili, il M5S arresta la sua caduta e compie persino un piccolo “rimbalzo” (+0,6%) che lo fa tornare sopra l’11%. L’altro partito in buona salute è Forza Italia, che fa registrare una crescita ancora maggiore (+1,1%) rispetto al dato due settimane fa, tornando a sfiorare il 9%. Questi miglioramenti avvengono a fronte di una lieve flessione dei tre partiti maggiori, ossia FDI (che perde mezzo punto, ma rimane in testa con il 22,4%), PD e Lega (entrambi con un -0,2%).
E Insieme per il Futuro? Quando sono passate ormai più di due settimane dal lancio del nuovo partito del Ministro degli Esteri (ed ex capo politico del M5S), IPF sembra essere scomparso dai radar: dopo qualche prima stima – alcune anche incoraggianti – i sondaggi più recenti non lo rilevano nemmeno. Questo ad oggi non ci consente ancora di dedicare a IPF una voce ad hoc nella nostra Supermedia.
I tempi, del resto, non sono ancora maturi nemmeno per offrire una stima unica per ciò che riguarda Verdi e Sinistra Italiana, da poco insieme in una federazione che alle prossime elezioni dovrebbe presentarsi con una lista unica. Finora, infatti, solo l’istituto SWG nella sua ultima rilevazione ha sondato questa nuova federazione come soggetto unitario, ottenendo come risultato un 3,9% – che se per un verso non si discosta troppo dal 4,2% che i due partiti costituenti ottengono sommati nella nostra Supermedia, per un altro confermano una vecchia regola della politica secondo cui 2 + 2 non fa mai 4 ma spesso qualcosa in meno…
Se la crisi sfociasse in elezioni anticipate, dunque, la “gerarchia” dei partiti è chiara. Con la legge elettorale vigente (il Rosatellum) il centrodestra potrebbe facilmente conquistare la maggioranza assoluta dei seggi, vincendo buona parte di collegi uninominali. Ma cosa accadrebbe se la crisi sfociasse invece in un Draghi-bis (nonostante le smentite preventive del Presidente del Consiglio) con il M5S fuori dal perimetro della maggioranza? Dal punto di vista dei seggi parlamentari, come ormai noto, il Governo potrebbe andare avanti lo stesso, visto che dopo la scissione di IPF i pentastellati non sono più decisivi né alla Camera né al Senato.
Quello che cambierebbe, e non di poco, è l’equilbrio politico interno alla maggioranza. Come mostra il nostro grafico, infatti, attualmente la componente che “pesa” di più sul piano dei consensi è quella giallorossa (PD-M5S-MDP), con poco meno del 35%. Senza il M5S, però, sarebbe il centrodestra (Lega-FI-centristi) ad avere la “golden share” dell’esecutivo di unità nazionale, sia pure di poco (24,8% contro 23,7%). Tutto questo avrebbe delle ripercussioni molto pesanti anche sulla linea politica del governo, che a quel punto sarebbe molto più “sbilanciata” verso il centrodestra – e in particolare verso la Lega.
Ma di tutta questa situazione, cosa pensano gli elettori? In realtà, a giudicare dai sondaggi, sembra chiaro che i recenti sviluppi non stiano incontrando il consenso degli italiani. Una recente inchiesta di Demopolis mostra come quasi due italiani su tre (il 65%) ritenga preferibile che il Governo Draghi vada avanti fino a fine legislatura, mentre solo il 27% preferirebbe andare al voto anticipato, a fine estate. I favorevoli alla continuazione dell’esperienza di Draghi a Palazzo Chigi, tra l’altro, sarebbero non solo – come facilmente immaginabile – la netta maggioranza tra gli elettori del PD (95%) e di Forza Italia (88%); ma anche – un po’ a sorpresa – la maggioranza assoluta anche tra gli elettori della Lega (56%) e persino del M5S (51%).
A proposito del M5S: le recenti tensioni tra Draghi e il capo politico del Movimento, Giuseppe Conte, hanno fatto pensare a molti che si stesse per assistere ad un divorzio anticipato. Secondo l’ultimo sondaggio di Tecnè, il 34% degli italiani ritiene che il M5S uscirà dal Governo. Ma ancora di più – il 44% – sono invece gli elettori secondo cui alla fine questa uscita non ci sarà. Verosimilmente, i prossimi giorni (se non addirittura le prossime ore) daranno una risposta almeno a questa domanda.
NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto. La ponderazione odierna, che include sondaggi realizzati dal 23 giugno al 6 luglio, è stata effettuata il giorno 7 luglio sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. I sondaggi considerati sono stati realizzati dagli istituti Demopolis (data di pubblicazione: 28 giugno), EMG (29 giugno), Ipsos (2 luglio), Noto (27 giugno), Tecnè (25 giugno e 2 luglio) e SWG (27 giugno e 2 luglio).
La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it.