AGI - Il governo è nato con la partecipazione del Movimento 5 stelle, non c'è alcuna possibilità che possa durare senza l'appoggio dei pentastellati: ieri il premier Mario Draghi ha provato a blindare l'esecutivo.
Riconoscendo l'apporto fondamentale M5s, ribadendo di essere in contatto con l'ex premier Conte e non con Grillo e tendendo la mano per un chiarimento definitivo.
Con la premessa di voler vedere i messaggi inviati a Grillo, ovvero quei riscontri oggettivi di cui si parla nel Movimento che accerterebbero le manovre del presidente del Consiglio per destabilizzare la guida M5s. Oggi si attende la risposta di Conte dopo la conferenza stampa del premier.
I due - lo ha annunciato lo stesso presidente del Consiglio - dovrebbero sentirsi o vedersi. In ogni caso al presidente della Repubblica Mattarella l'ex premier ha confermato di non voler togliere l'appoggio all'esecutivo.
Anche il segretario dem Letta sostiene che questa legislatura si concluderà con questa squadra e che il governo non rischia. Ma le fibrillazioni sono destinate a prolungarsi.
Per la Lega - a dirlo è il capogruppo del partito di via Bellerio alla Camera Molinari - il Pd si sta comportando in maniera arrogante a causa dell'intenzione di portare avanti il provvedimento sullo ius scholae in Parlamento.
"I temi dei diritti, della cittadinanza, sono temi che stanno fuori" all'agenda di governo - osserva invece Letta -, perché hanno a che fare con l'agenda parlamentare. In Parlamento si discute e in Parlamento si voterà".
Il premier non vede segnali di crisi anche se non nasconde una certa preoccupazione. "Chiedete a loro", si è limitato a dire ai cronisti riguardo l'atteggiamento di M5s e Lega, "il governo si muove guardando agli interessi degli italiani come bussola".
Nelle parole pronunciate ieri dal Capo dell'esecutivo è emersa anche un po' di amarezza, perché nel momento in cui l'italia ottiene risultati a livello internazionale - dal Consiglio europeo al G7 e al vertice Nato - si preferisce focalizzare l'attenzione "su polemiche che non interessano gli italiani".
Le prime prove del rapporto tra governo e M5s ci saranno nei prossimi giorni. Il governo infatti non ha intenzione di modificare la norma sul termovalorizzatore di Roma, ritiene che non sia possibile neanche imbastire una trattativa.
Se l'esecutivo dovesse blindare il dl aiuti M5s voterebbe sì alla fiducia ma no al provvedimento finale. E non parteciperebbe - questo l'orientamento - al voto nell'emiciclo nel passaggio del decreto al Senato.
Sul tavolo poi c'è il destino del superbonus e la questione dell'invio delle armi. Non a caso Draghi ieri ha ricordato come G7 e Nato siano uniti a voler un aiuto anche militare a Kiev.
"Per l'Ucraina non c'è pace senza difesa", il parere del presidente del Consiglio. Draghi guarda avanti. Ieri il Cdm ha varato il dl bollette che mette sul tavolo tre miliardi di aiuti. Senza il provvedimento "sarebbe stato un disastro" per gli italiani.
Il premier ha parlato dell'emergenza siccità ("da lunedi' ok ai piani delle regioni"), del tema energia ("L'andamento degli stoccaggi è buono, tra il 50 e il 60%; la dipendenza russa scesa da 40% a 25%") ed è tornato ad invocare unita' e determinazione da parte delle forze politiche.