AGI - Il centrodestra perde a Verona, Monza, Alessandria, Catanzaro e Parma. Vince a Gorizia, Lucca, Barletta e Sesto San Giovanni. Il secondo turno delle Comunali è deludente per la coalizione guidata da Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia, che, al primo turno, si era aggiudicata i sindaci di Genova e Palermo.
E i leader dei tre principali partiti non nascondono l'insoddisfazione per una consultazione elettorale, il cui risultato - è la lettura di tutti - è stato condizionato dal fenomeno dell'astensionismo e dalla disaffezione dell'elettorato di area, 'fiaccato' delle divisioni interne all'alleanza.
Non siamo soddisfatti, ammette Giorgia Meloni. Il centrodestra poteva "fare meglio". L'alleanza "deve fare una riflessione sul tempo che ha inutilmente speso in polemiche interne", aggiunge la presidente di Fratelli d'Italia, "occorre parlarsi, parlarsi subito, basta litigi, a partire della Sicilia, non possiamo rischiare di mettere a repentaglio il risultato delle elezioni politiche. Chiederò a Matteo Salvini e Silvio Berlusconi di vederci il prima possibile per evitare ulteriori divisioni".
Anche il segretario leghista lamenta le divisioni. "Spiace per le città perse al ballottaggio, nonostante l'impegno di candidati e militanti, spesso per i litigi nel centrodestra, come a Verona, che non si dovranno più ripetere", chiede Salvini, il quale si dice disponibile a partecipare a un vertice "anche domani".
"Le divisioni degli ultimi mesi hanno allontanato molti elettori", stigmatizza, dal canto suo, Berlusconi. "Sarò io stesso a promuovere un confronto approfondito con i nostri alleati - promette poi il Cavaliere - per disegnare l'Italia del futuro e vincere le prossime elezioni nazionali".
Il problema è che però il clima nella coalizione non è proprio dei migliori. Dallo 'strappo' consumato sulla rielezione di Sergio Mattarella, sostenuta dalla Lega e non da FdI, Meloni e Salvini si sono visti in due sole occasioni, al vertice di Arcore di metà maggio e, sul palco, al comizio di chiusura della campagna elettorale per il primo turno del sindaco uscente di Verona Federico Sboarina, battuto ieri dal candidato di centrosinistra Damiano Tommasi.
E proprio sul tema Verona la leader di FdI viene descritta dai suoi come "fortemente irritata" per le frasi di Salvini su Sboarina, pubblicate "a urne aperte". "A Verona il fatto che Federico Sboarina abbia deciso di non apparentarsi con le liste di Flavio Tosi è uno sbaglio clamoroso", avrebbe detto il segretario leghista, nel colloquio reso noto da un quotidiano domenica.
"È una cosa mai vista, violare il silenzio elettorale per attaccare uno dei candidati in campo", lamentano da via della Scrofa. La Lega nega che sia mai stata concordata una intervista con il segretario leghista e parla di 'forzatura' del quotidiano. Ma dalle parti di FdI non si fa sconti ad alcuno.
In via della Scrofa per esempio non è stato gradito che, appena sancito il risultato di Verona, da Forza Italia si subito partito l'attacco a Meloni e a Sboarina. "La candidatura sbagliata era quella Tosi, che sosteneva FI, non di Sboarina. Poi fa sorridere - si osserva - che ci si stia concentrando su Verona per il mancato apparentamento, e non su Catanzaro, dove sono stati altri a non volere l'apparentamento e FdI ha subìto: nessuno ne ha fatto un dramma".
"Nessuno poi - continua il cahier de doleance di FdI - si è accorto quello che e' successo ad Alessandria, dove FdI è il primo partito, ma abbiamo perso con il candidato Lega, e a Monza dove non è stato rieletto il sindaco uscente di FI".
Meloni chiede, quindi, un "incontro di coalizione da tenersi il prima possibile" per affrontare per tempo la ricadidatura di Nello Musumeci alle Regionali siciliane d'autunno, spinta da FdI e osteggiata dagli alleati. Ma è difficile che il vertice possa tenersi nelle prossime ore. O comunque questa settimana.
A Milano per impegni di famiglia, oggi Salvini ha tenuto a riunire, nell'ufficio di Attilio Fontana a Palazzo Lombardia, il suo vice Giancarlo Giorgetti e il commissario lombardo Fabrizio Cecchetti. Quella dell'ex sindaco di Varese è stata definita una "candidatura naturale" al termine del vertice leghista. Prima dell'incontro, arrivando con l'auto nei garage del palazzo, Salvini aveva incrociato Letizia Moratti, che a margine di un evento in giornata ha ribadito la sua "disponibilità a correre per il centrodestra", anche se ha precisato di rimettersi alle decisioni dei partiti.
L'assessore al Welfare ha fatto filtrare la notizia dell'incontro, derubricato a "cordiale saluto" dallo staff del segretario leghista, che nei giorni scorsi si era detto stupito dall'endorsement della "sinistra" di Carlo Calenda a favore di Moratti. In ogni modo, Salvini viene descritto come sinceramente intenzionato a blindare la candidatura di Fontana. E ad avviare un percorso di rilancio del partito - soprattutto al Nord, dove la Lega ha perso consensi nelle recenti Comunali - che passi per il raduno di Pontida del 17-18 settembre.
Per lunedì prossimo il segretario leghista riunirà prima i consiglieri e assessori lombardi e in seguito presiderà un vertice dei dirigenti nella sede di via Bellerio. Dal canto suo, il Cavaliere viene descritto come deluso dall'esito elettorale e "amareggiato" per la sconfitta a Monza, dove aveva appena festaggiato la promozione in Serie A del club calcistico di cui è presidente. Ma Berlusconi - viene riferito - resta complessivamente fiducioso che si superino le incompensioni interne alla coalizione. Anzi, è sincero nel volersi intestare una iniziativa per rilanciare l'unità del centrodestra da tenersi "nelle prossime settimane", perché a suo giudizio, viene riferito "bisogna cambiare registro". Altrimenti il rischio è di perdere le prossime regionali e le politiche del 2023, è il ragionamento che si fa ad Arcore.