AGI - Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, gela il leader della Lega, Matteo Salvini: con Putin ci parla Draghi.
Mentre la politica italiana resta in apnea in vista delle amministrative e dei referendum, la guerra in Ucraina resta il tema. Sbloccare subito i porti ucraini e lasciare che il grano affluisca in quei Paesi che rischiano una crisi alimentare e umanitaria senza precedenti. Mario Draghi e Volodymyr Zelensky cercano una via d'uscita a una crisi che da alimentare potrebbe diventare umanitaria, con un impatto imprevedibile a livello geopolitico.
Lo fanno nel corso di una call in cui il capo del governo italiano ha ribadito il pieno sostegno a Kiev ed espresso le sue preoccupazioni per quello che comporterebbe un ulteriore blocco dei porti sul Mar Nero.
I due hanno discusso della situazione sul terreno, con Zelensky a rinnovare la richiesta di nuovi aiuti militari e Draghi ad assicurare che l'Italia si muoverà in coordinamento con l'Unione Europea.
Ma sono le "prospettive di sblocco delle esportazioni di grano" a essere messe in evidenza nel comunicato diffuso da palazzo Chigi a fine colloquio.
I due leader sono in perfetta sintonia su questo tema: Zelensky, su Twitter, spiega di essersi soffermato "sui modi per prevenire la crisi alimentare. Dobbiamo sbloccare i porti, insieme", è la conclusione del massaggio.
"Oggi nei silos ci sono 22 milioni di tonnellate di grano", aveva spiegato il leader ucraino prima del colloquio con Draghi, "ma non possiamo fornirli ai mercati internazionali".
Per Zelensky, quasi la metà delle esportazioni di grano è ferma perché la Russia continua a bloccare le principali rotte per le esportazioni attraverso il Mar Nero e il Mar d'Azov.
Parallelamente ai colloqui del presidente del Consiglio, il leader della Lega porta avanti un lavoro che gli consenta di volare a Mosca, dove Salvini spera di poter incontrare i ministri del governo russo.
L'obiettivo del leghista sarebbe quello di partire nei prossimi giorni, ma si tratta ancora di una ipotesi. Se dovesse concretizzarsi, fanno sapere dalla Lega, il leader del Carroccio ne parlerà preventivamente con Draghi.
Per Salvini "ci sono temi su cui ci si può dividere, ma ci sono temi che dovrebbero unire, sono stupito e dispiaciuto per il fatto che a sinistra sul tema della pace ci si divida. Oggi si sono sentiti Putin, Macron e Scholz, cioè Russia, Francia e Germania, parlando di disarmo e ritorno alla pace. Io pensavo forse ingenuamente, mettendomi in gioco, che costruire la pace valesse la pena, non pretendo applausi ma nemmeno insulti".
Di Maio, ministro degli Esteri del governo Draghi, mette un punto: con Putin ci parla Draghi. E resta fermo sull'obiettivo: l'Italia lavora per la pace.