AGI - Dopo molte settimane di testa-a-testa sul filo dei decimi di punto percentuale, questa settimana assistiamo a un “colpo di scena”: nella Supermedia dei sondaggi, infatti, Fratelli d’Italia compie un balzo notevole (+1,2%) e si porta al 22,4%, staccando nettamente – di quasi un punto e mezzo – il Partito Democratico. La crescita di FdI avviene in gran parte, presumibilmente, a scapito degli altri due principali partiti di centrodestra, ossia la Lega e Forza Italia, che perdono entrambi quasi mezzo punto (-0,4%) in due settimane.
Si tratta di dati da prendere con cautela, persino più del solito: non solo perché stiamo pur sempre parlando di sondaggi, ma anche perché questa settimana il “paniere” su cui viene calcolata la Supermedia è meno ricco del solito, consistendo di 5 sondaggi realizzati da 3 diversi istituti. A conferma della bontà del dato, in ogni modo, c’è il fatto che quasi tutte le rilevazioni effettuate nel mese di maggio vedono FdI sopra il 22%.
Detto ciò, con l’eccezione del partito di Giorgia Meloni, nessuno dei maggiori partiti se la passa troppo bene: sia il PD che il Movimento 5 Stelle arretrano leggermente, con i pentastellati che ad oggi si ritrovano a quasi 10 punti dalla vetta. Un’involuzione incredibile, per il partito che a inizio legislatura aveva sfiorato il 33% dei consensi e che dispone tuttora della rappresentanza parlamentare più nutrita.
Del terreno perduto dal M5s (e dalla Lega) da inizio legislatura abbiamo parlato più volte. Oggi cerchiamo di analizzare i motivi del successo di FdI: cosa ci dicono i sondaggi sui motivi per cui il partito di Giorgia Meloni fino a pochi anni fa era a tutti gli effetti un partito minore ed oggi è il primo partito nelle intenzioni di voto degli italiani?
Partiamo dall’elemento più “visibile” per un partito nell’epoca contemporanea, ovvero la leadership: quella di Giorgia Meloni, per l’appunto. Da diversi anni, in realtà, Meloni è tra i leader politici con i tassi di fiducia più alti, intorno al 40% degli elettori (dati Demos). Ad aver fiducia in lei, non soltanto – com’è ovvio – gli elettori di FdI, che nel 2018 raccoglieva solo il 3-4% dei consensi; ma anche gran parte degli elettori degli altri partiti di centrodestra, all’epoca alleati “maggiori”.
La crescita di FdI è avvenuta a partire dal 2019 quando, dopo le Europee (che ne certificarono l’entrata nel “club” dei partiti di media grandezza, con il 6,5% ottenuto nelle urne) si posizionò come il partito di centrodestra più coerente, che non aveva ceduto alle sirene dell’alleanza con il M5s (un errore che Giorgia Meloni ha sempre imputato a Matteo Salvini) e che di fronte alla nascita della nuova maggioranza giallo-rossa a sostegno del Conte-bis risultava il più credibile per porsi all’opposizione.
Con l’avvento del Governo Draghi, FdI ha ulteriormente consolidato quel posizionamento, ponendosi come l’unico partito d’opposizione a un governo di unità nazionale di cui Lega e Forza Italia avevano invece scelto di far parte. Un posizionamento per certi versi “comodo” (e per il quale alcuni analisti hanno coniato l’espressione di “rendita d’opposizione”) e che ha consentito a FdI non solo di accrescere i suoi consensi, in modo graduale ma costante, ma anche di mantenere un elevato livello di soddisfazione da parte dei suoi elettori.
Che un elettore si dichiari “soddisfatto” del partito per cui è intenzionato a votare potrebbe a prima vista sembrare una tautologia: invece, come mostra il sondaggio di SWG, non solo vi sono differenze significative tra i maggiori partiti, ma l’indice di soddisfazione tende anche a variare nel tempo. Scopriamo così che sono gli elettori del PD quelli più critici verso il proprio partito, valutato costantemente poco al di sopra della sufficienza, mentre tra gli elettori del M5s si è assistito a un progressivo peggioramento. L’unico partito in cui la soddisfazione degli elettori è rimasta sempre sopra il livello di 8 su 10 è proprio FdI.
Sempre SWG ci fornisce un elemento che avvalora la nostra ricostruzione delle motivazioni che hanno portato FdI a crescere di quasi 20 punti percentuali in 4 anni: tra gli aspetti più apprezzati dagli elettori del partito di Giorgia Meloni c’è infatti – oltre alla leadership, di cui abbiamo già detto – proprio l’elemento della coerenza, laddove invece proprio la scarsa coerenza è uno degli aspetti di Lega e Forza Italia più criticati dagli stessi elettori di questi due partiti.
Le recenti evoluzioni del consenso, in particolare dopo l’invasione russa dell’Ucraina (a seguito della quale si sono rafforzati PD e FdI mentre si sono indeboliti Lega e M5s) spiegano molte delle tensioni che si stanno registrando in queste settimane tra i partiti, non solo all’interno del centrodestra con il “pretesto” di disaccordi sulle candidature [per le elezioni amministrative (e quelle regionali in Sicilia), ma anche internamente alla maggioranza parlamentare in tema di politica estera, in particolare per ciò che riguarda l’allargamento della NATO a Svezia e Finlandia.
L’adesione di questi due paesi (entrambi facenti parte dell’Unione Europea) è stata salutata positivamente dal premier Draghi, ma ha destato alcune perplessità, in particolare per quanto riguarda Giuseppe Conte e Matteo Salvini. Sarà interessante vedere come si posizioneranno gli italiani su questo tema così delicato nei prossimi giorni, dopo le comunicazioni di Draghi al Parlamento.
NOTA: La Supermedia YouTrend/Agi è una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto. La ponderazione odierna, che include sondaggi realizzati dal 5 al 18 maggio, è stata effettuata il giorno 19 maggio sulla base della consistenza campionaria, della data di realizzazione e del metodo di raccolta dei dati. I sondaggi considerati sono stati realizzati dagli istituti EMG (data di pubblicazione: 17 maggio), SWG (9 e 16 maggio) e Tecnè (7 e 14 maggio).
La nota metodologica dettagliata di ciascun sondaggio considerato è disponibile sul sito ufficiale www.sondaggipoliticoelettorali.it.