AGI - Scontro in tv a Studio 24 su Rainews24 fra la capogruppo del pd alla Camera, Debora Serracchiani, e la senatrice di Forza Italia, Licia Ronzulli.
Le due parlamentari si sono misurate sull'intervista di Sergei Lavrov a Rete 4. "Ho trovato l'intervista inaccettabile", dice Serracchiani: "Non solo perché è stato lasciato dire tutto quello che Lavrov voleva, ma perché non c'è bisogno di queste interviste. Soprattutto se vengono fatte senza contraddittorio, augurando addirittura a Lavrov buon lavoro. Uno scivolone importante non a caso siamo stati ripresi dall'Unione Europea che ci ha ricordato che ci sono delle regole da seguire".
Pronta la replica di Ronzulli che sottolinea come non sia stato "violato nessun divieto. Era una intervista che aveva delle regole d'ingaggio", spiega ancora la senatrice azzurra: "Mediaset è un'azienda libera e plurale e l'editore non ha mai fatto pressioni e non ne farà mai. Non dobbiamo essere ipocriti", sottolinea ancora la senatrice di Forza Italia, "dal primo dei leader di partito all'ultimo dei consiglieri, dopo aver concesso una intervista, la vogliono rileggere. Si chiamano regole d'ingaggio".
Serracchiani, però, non ci sta e ricorda le parole di Lavrov sulle radici ebraiche di Adolf Hitler: "Santa miseria ma, almeno su questo, si poteva dire che non è vero?".
Ronzulli, tuttavia, torna sulle regole d'ingaggio del giornalismo: "Non nascondiamoci che esistono delle regole d'ingaggio. Quello che ha detto Lavrov è sconvolgente, ci fa capire quanto la Russia sia spietata e sia in errore, di quanto passi con un rullo compressore su uno Stato sovrano. C'è una totale condanna da parte di tutti per le cose che ha detto Lavrov, ma siccome siamo in un Paese in cui non c'è la censura a differenza della Russia, ascoltiamo per giudicare".
Niente affatto, per la presidente dei deputati Pd: "Credo che quel palcoscenico non dovesse essere dato. Noi non vediamo alcune emittenti russe perché non dobbiamo dare quello spazio, perché dobbiamo aggirare quelle regole, quel divieto?".
Infine, Ronzulli difende il giornalista che ha condotto l’intervista, attaccato dal Pd per aver augurato "buon lavoro" al titolare degli Esteri russo: "Ci sono conduttori in Italia che non hanno una linea così definita. Il giornalista ha specificato 'buon lavoro per trovare la pace'. Dire buon lavoro per trovare la pace non mi sembra così trascendentale", conclude Ronzulli.