AGI - Appuntamento al termine del Consiglio dei ministri per il confronto decisivo con Mario Draghi sulla delega fiscale. I leader e i capigruppo di Lega, Forza Italia e i centristi, il cosiddetto 'centrodestra di governo', sono oggi a Palazzo Chigi per cercare un accordo, dopo le tensioni della settimana scorsa in commissione Finanze della Camera, sfociate poi nella minaccia degli 'ex lumbard' di non votare la delega fiscale.
Sul tavolo dell'incontro, la contrarietà, netta, di Lega e FI alla parte della riforma del catasto che parifica i valori catastali a quelli di mercato. Tema prioritario per entrambi i partiti, con Matteo Salvini e Silvio Berlusconi che da giorni ripetono il mantra 'la casa non si tocca'.
Per quanto riguarda i centristi, fu proprio il voto decisivo dell'esponente di NcI, Alessandro Colucci, a far passare in commissione l'articolo 6 sul catasto. Mentre la settimana scorsa la formazione di Maurizio Lupi ha invece votato compatta con i colleghi di centrodestra.
Nei mesi e giorni scorsi, la presidenza del Consiglio ha respinto con fermezza le critiche di Lega e FI che evocano il rischio di un aumento delle tasse. "Il governo non ha alcuna intenzione di aumentare le tasse", ha precisato Palazzo Chigi, "nel caso della delega fiscale il presidente Draghi ha specificato, anche di recente, che il provvedimento non porta incrementi sull'imposizione fiscale degli immobili regolarmente accatastati. Nessuno pagherà più tasse. Il governo non tocca le case degli italiani. E lo stesso sarà per gli affitti e per i risparmi".
E il concetto sarà ribadito anche oggi da Draghi ai leader Matteo Salvini, Antonio Taiani e Maurizio Lupi, accompagnati dai rispettivi capigruppo. Restano le preoccupazioni di Lega e FI e al momento le posizioni sui nodi da sciogliere continuano ad essere distanti. "Sul tema della delega fiscale i punti che contestiamo sono tre", spiegano all'AGI gli 'sherpa' leghisti in Parlamento, Massimo Bitonci e Alberto Gusmeroli.
"In primo luogo, la riforma del catasto, che, legando il valore immobiliare al prezzo di mercato comporta il rischio di un aumento delle tasse sulla casa - spiegano - ma, incidendo anche la prima casa sulla Isee, rischia di aumentare le spese delle famiglie per asili pubblici, scuolabus, mensa e assistenza sociale".
"Noi avevamo proposto una mediazione che salvasse il primo comma dell'articolo 6 sul catasto - ricordano Bitonci e Gusmeroli - anche se il primo comma riguarda l'accatastamento di case abusive che già con la normativa esistente è possibile fare".
"In secondo luogo - continuano i leghisti - vediamo criticità nell'introduzione del sistema duale sulla riforma in generale dell'Irpef, che concentra le cedolari prima in due aliquote e poi in una unica: questo può comportare l'aumento delle tasse sui canoni convenzionati attualmente al 10%, sui titoli di Stato attualmente 12,50% e sulla cedolare sugli affitti abitativi liberi attualmente al 21%".
"Terzo: siccome la legge delega è assolutamente generica, poche pagine per riformare l'intero sistema fiscale italiano - concludono - abbiamo chiesto che i decreti attuativi diventino legge previo pare vincolante del Parlamento".
"A Draghi confermeremo le nostre posizioni su due temi per noi fondamentali: la casa e la giustizia", ha spiegato Tajani nei giorni scorsi. "Siamo favorevoli ad una riforma del catasto che faccia emergere gli immobili fantasma, ma questa riforma non deve far aumentare le tasse sulla casa e bloccare il mercato immobiliare", ha continuato, dicendosi convinto che l'accordo si può trovare.
E Berlusconi ha chiesto al premier di non porre la fiducia su delega fiscale e riforma del Csm. "Su un principio il centrodestra è unito. Non bisogna aumentare la pressione fiscale", ha spiegato, dal canto suo, Lupi. "Nell'incontro di domani con il presidente del Consiglio Draghi troveremo sicuramente una soluzione. Bisogna dare garanzie - ha sottolineato - che nell'attuazione di questa riforma non vi siano derive che possano diventare strumento per aumentare le tasse. Anche nel centrodestra ci sono posizioni e sensibilità diverse, ma questo è un nostro principio guida. È il momento dell'assunzione di responsabilità da parte di tutte le forze politiche che sostengono il governo".
All'interno del centrodestra, prosegue, poi, il dibattito in vista del secondo turno delle presidenziali francesi. Storico alleato di Marine Le Pen, sin dal 2012, Salvini è l'unico esponente della coalizione a sostenere apertamente la leader del Rassemblement national. Mentre Forza Italia e NcI vedrebbero con più favore l'affermazione di Emmanuele Macron, Giorgia Meloni ha messo in chiaro che al ballottaggio "nessun candidato" la rappresenta.