Bufera sul 'dissidente' Petrocelli. Conte: "È fuori dal Movimento 5 stelle"
Il presidente della Commissione Esteri del Senato, che non vuole lasciare l'incarico, critica la scelta di ospitare in videoconferenza Zelensky in Parlamento, e chiede al suo partito di chiudere con il governo Draghi. L'ex premier: "Fraintende la linea del Movimento".
AGI - "Se lui dichiara questo oggi, a dispetto del ruolo che ha avuto sin qui in commissione, evidentemente si pone fuori da M5s, per scelta personale". Le parole sono del presidente di M5s, Giuseppe Conte, a Porta a porta, commentando le dichiarazioni del presidente della commissione Esteri del Senato, Vito Petrocelli, che ha detto di non voler più votare la fiducia al governo, in dissenso alla linea adottata nel conflitto in Ucraina.
Conte prosegue: "Petrocelli fraintende la linea di M5s: non siamo stati mai mediatori, abbiamo avuto sempre una posizione di parte. Non si puo' essere a meta' strada in un conflitto del genere".
La posizione di Petrocelli
Su Vito Petrocelli si addensano ora le ombre di una crisi interna alla maggioranza. Il presidente della Commissione Esteri del Senato, critico con la scelta di ospitare in videoconferenza il presidente Ucraino in Parlamento, chiede al suo partito di chiudere con il governo Draghi: "Penso che per il M5S sia arrivato il momento di ritirare ministri e sottosegretari dal governo Draghi. Questo governo ha deciso di inviare armi all'Ucraina in guerra, rendendo di fatto l'Italia un paese co-belligerante".
Il tutto, dopo le esternazioni contro la risoluzione bipartisan per gli aiuti all'Ucraina e mentre Petrocelli si prepara a presiedere i lavori dlela commissione del Senato sul decreto Ucraina. Di più: mentre la commissione è riunita, il senatore annuncia che non voterà più la fiducia al governo Draghi. Ce ne è a sufficienza da provocare la reazione di parti della maggoranza, a cominciare da Italia Viva che chiede ai vertici del Movimento 5 Stelle di prendere le distanze e al senatore di dimettersi dal suo incarico.
"I vertici del M5S si dissocino dalle gravissime parole di Vito Petrocelli riguardo al ritiro dei ministri e sottosegretari a un governo italiano definito 'interventista' che sta giustamente difendendo i valori della democrazia incarnati dalla eroica resistenza del popolo ucraino", chiede la vice presidente dei senatori di Italia Viva, Laura Garavini.
Un richiesta alla quale si associa anche il senatore dem, Andrea Marcucci: "La posizione del presidente della commissione Esteri del Senato, Vito Petrocelli, non è più sostenibile. Il M5S deve assumere una decisione". Da Azione, è il deputato Osvaldo Napoli a sottolineare che Petrocelli "apre una grave questione politica nella maggioranza e la soluzione può venire soltanto da un'iniziativa del leader Cinquestelle Giuseppe Conte".
Anche perchè di dimettersi Petrocelli non ne ha alcuna intenzione. "Non intendo lasciare la presidenza della commissione Esteri", spiega: "Credo di poter portare, come ho fatto in tre anni con tre maggioranze diverse, anche quando non condividevo passaggi di quelle maggioranze, la voce del governo in carica in ogni consesso internazionale, come farò anche lunedì a Washington".
Quindi, "è il leader del M5s che deve prendere la situazione di petto e provocare le dimissioni di Petrocelli", suggerisce ancora Napoli: "Se poi non vuole espellerlo dal partito, vorrà dire che aggiungerà un'altra contraddizione alle tante del movimento. Ma Petrocelli non può rimanere un minuto di più alla guida della Commissione. Nè Conte può traccheggiare oltre", conclude l'esponente di Azione.
L'espulsione è, in ogni caso,una possibilità che Petrocelli ha bene presente. "Il Movimento 5 stelle prenderà una decisione, può decidere di espellermi. Il presidente Conte può fare quello che vuole. Vogliono espellere un senatore perchè non vota per l'invio di armi a un Paese in guerra? Vedano loro quali sono le conseguenze".
I vertici Cinque Stelle sembrano voler minimizzare: "Quelle del senatore Petrocelli sono considerazioni personali che non rappresentano la posizione del M5S", spiega il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà. "Le posizioni del M5S sono quelle indicate da Conte, siamo qui per lavorare", aggiunge.
Nel frattempo, però, il volto segnato dalla stanchezza del presidente ucraino compare sugli schermi piazzati nell'Aula di Montecitorio, l'appello è a non lasciare solo il popolo ucraino.
Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, conferma l'aiuto da parte del governo italiano, auspica un ingresso dell'Ucraina nell'Unione europea, sebbene non dimentichi di segnalare che c'è un iter da seguire. Gli assenti non mancano, è vero, ma si tratta in gran parte di assenze "giustificate". Vito Petrocelli è fra questi. "Vengo, non vengo ad ascoltare Zalensky. Indecoroso balletto. Disonorevole scelta", osserva il segretario Pd, Enrico Letta, senza citare il senatore M5s.