AGI - Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha seguito gli sviluppi del conflitto in Ucraina a partire da una telefonata con il Presidente ucraino, Volodimir Zelensky.
Il premier resta in contatto costante con i leader dell'Unione europea, nella convinzione che l'Europa debba essere unita nella difesa del paese sotto attacco delle truppe di Mosca.
A Zelensky e al popolo ucraino Draghi ha espresso "la solidarietà e vicinanza dell’Italia di fronte all'attacco della Federazione Russa".
Zelensky ha dal canto suo "confermato il chiarimento totale del malinteso di comunicazioni avvenuto ieri e ha ringraziato il presidente Draghi per il suo sostegno e per la forte vicinanza e amicizia tra i due popoli".
Draghi ha ribadito che "l’Italia appoggia e appoggerà in pieno la linea dell’Unione Europea sulle sanzioni alla Russia, incluse quelle nell’ambito SWIFT".
L'Italia "fornirà all'Ucraina assistenza per difendersi". I due leader hanno concordato di restare in stretto contatto nell'immediato futuro.
Intanto, in vista delle comunicazioni che il presidente del Consiglio, Mario Draghi, terrà martedì alla Camera, si svolgerà lunedì una riunione fra i presidenti delle commissioni Esteri di Camera e Senato, Piero Fassino e Vito Petrocelli, per mettere a punto una risoluzione comune su cui far convergere anche le opposizioni, con l'obiettivo di una posizione unitaria del Parlamento a sostegno delle azioni che il governo metterà in campo. "Draghi è il presidente del Consiglio, ha il nostro sostegno. Decida".
A dirlo è il segretario della Lega, Matteo Salvini, che comunque rileva: "Le sanzioni si usino se sono uno strumento che può riportare alla ragione Putin. Ovviamente se l'Italia è dipendente per metà dalle forniture di gas dalla Russia cerchiamo di fare tutto il possibile senza lasciare milioni di italiani al freddo e senza costringere l'Italia al black-out".
Quindi per il leader della Lega: "Vanno bene le sanzioni, però senza essere autolesionisti. Le sanzioni devono andare a punire chi ha voluto la guerra e chi la porta avanti".
Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, conferma la fermezza verso Mosca: "Sulle sanzioni alla Russia, l'Italia è per la linea dura: di fronte alle atrocità di questa guerra, scatenata dal governo russo, non può esserci nessun tentennamento. Con i nostri partner Ue e atlantici mostreremo tutta la forza della nostra compattezza. Serve fermezza contro chi sta provocando la morte di donne e uomini, spargendo il sangue di persone innocenti".
Una linea su cui si esprime anche Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera: "La solidarietà al popolo ucraino vittima del folle progetto militare di Putin non deve limitarsi alle parole. Contro un'aggressione senza precedenti alla libertà, alla democrazia e alla pace, non c'è che la risposta ferma, unitaria, immediata della comunità internazionale. Appoggiamo convintamente il governo italiano nella decisione delle sanzioni e condividiamo la linea dell'esclusione della Russia dal sistema Swift. Non è il momento delle titubanze".
Ok, in linea di massima, da Fratelli d'Italia per una risoluzione che, sull'Ucraina, veda tutte le forze politiche italiane compatte. "Siamo stati i primi", spiega una fonte di primo livello di FdI, a chiedere un testo unitario. "Certo, vogliamo vedere le carte. Dalla maggioranza ci aspettiamo che non ci siano elementi divisivi e che si guardi al futuro. In ogni caso FdI è in prima linea a difendere le ragioni dell'Italia e rafforzare il ruolo della Nazione fuori dai confini".
Matteo Renzi manda un messaggio dall'assemblea nazionale di Italia viva: "L'Ue non può girarsi da altra parte: per le sanzioni alla Russia" serve subito uno stanziamento a livello europeo per le aziende che stanno pagando il prezzo della guerra.
E aggiunge: "Ieri abbiamo sentito Mario Draghi su energia, gas, sulle scelte di politica economica energetica e strategica: adesso passiamo dalle parole ai fatti. Come Italia viva annunciamo da subito il voto a favore di tutte le misure, in attesa che il Consiglio dei ministri indichi proposte concrete".