AGI - Nel giro di poche ora Giuseppe Conte interviene in due distinte assemblee del M5s. La prima, ieri sera alla Camera, dura quasi quattro ore e affronta i dossier più caldi, a cominciare dai referendum su Giustizia, eutanasia legale e cannabis, per poi soffermarsi sulla 'grana' interna dei due mandati.
La seconda, questa mattina, si concentra sulla posizione da tenere riguardo al green pass rafforzato e alle misure di contrasto alla pandemia.
Il leader pentastellato tenta così di ricompattare il Movimento dopo la scossa tellurica della sentenza di Napoli.
Sul fronte interno, l'ex premier apre al confronto, da una parte, ma 'blinda' anche la regola cercando la sponda del fondatore del Movimento: "Beppe Grillo ha già detto in più occasioni che per lui la regola del doppio mandato è una regola fondativa del Movimento 5 Stelle.
Anche su questo, l'ho detto: ci confronteremo, la nostra è una comunità di teste pensanti che si confronta e ovviamente la posizione del garante avrà un grande rilievo in questa valutazione interna".
L'ex presidente del consiglio, è noto, si ispira a quello che chiama un principio fondatore del Movimento: "Questa regola ha un valore identitario per il Movimento", spiega, "la politica non è una professione, è un servizio, una vocazione. E perchè lo sia deve essere necessariamente temporaneo, altrimenti è un mestiere e questo non lo vogliamo", aggiunge Conte.
È un lavoro di ricucitura interna per il quale il leader M5s si avvale della sponda del garante del Movimento. Una strada resa ancor più necessaria dai malumori che serpeggiano all'interno dei gruppi parlamentari e che si sono manifestati nelle ultime ore con la proposta di un ordine del giorno sul Green Pass e la crisi sanitaria.
A firmarlo è una decina di parlamentari, quanto basta per minare la posizione del M5s nel governo. Conte se ne rende conto immediatamente e convoca una seconda assemblea per questa mattina.
"Ormai ci sentiamo - spesso a torto più che a ragione - degli esperti. E consideriamo le misure contro il Covid una sorta di 'menu a la carte'. Non può funzionare in questo modo, bisogna fare affidamento su un percorso costruito nel corso del tempo, dal governo Conte II, e poi continuato con degli interventi che hanno introdotto sensibili novità", avverte per poi portare l'affondo: "È una posizione singolare rispetto a quella politica che stiamo perseguendo, non corrisponde alla linea sin qui seguita. È così radicale nella formulazione che chi lo firma si assume una responsabilità di fronte al Paese".
Toni ultimativi che, tuttavia, sortiscono gli effetti sperati: i promotori dell'ordine del giorno, infatti, ritirano il documento che avrebbe messo Conte e i vertici M5s in difficoltà nel governo.
L'ex premier, però, non sottovaluta le fibrillazioni che attraversano i suoi gruppi parlamentari, così come non sottovaluta i malumori che arrivano dalla base, e apre a chi chiede di rispondere ai timori di chi teme di non poter lavorare a causa della certificazione anti Covid.
"In prospettiva valuteremo le misure come le mascherine, non solo all'aperto, ma anche al chiuso", annuncia Conte per il quale è da valutare anche un ritorno al green pass di base, sebbene "in prospettiva".
A marzo, invece, i tempi potrebbero essere già maturi per "ribaltare" l'applicazione del green pass sui luoghi di lavoro: "Qualcuno ha rimarcato la condizione dei lavoratori che subiscono delle restrizioni sui luoghi di lavoro e quella è una prospettiva da tenere in considerazione. Non è da escludere che in questo dialogo con il governo nel mese di marzo si possa giungere a ribaltare una misura che rivalutare adesso non avrebbe significato".