AGI - "Avevo altri piani ma se serve sono a disposizione". Sergio Mattarella accetta quel che aveva cercato di scongiurare fino all'ultimo: sarà il successore di se stesso al Quirinale.
La grave crisi sanitaria, economica e sociale che stiamo vivendo "impongono di non sottrarsi ai doveri a cui si è chiamati e naturalmente devono prevalere su altre considerazioni e su prospettive personali differenti, con l'impegno di interpretare le attese e le speranze dei nostri concittadini" spiega appena i presidenti delle Camere Roberto Fico ed Elisabetta Casellati gli comunicano ufficialmente la rielezione.
La casa affittata vicino alla figlia, i progetti di pomeriggi con i nipoti, il ritorno agli studi giuridici, una vita normale. E la volontà di non stiracchiare la Costituzione, la speranza del ritorno a una fisiologica normalità istituzionale, con i partiti in grado di scegliere un nuovo inquilino del Colle.
Tutti questi motivi lo avevano finora indotto a rispondere a tutti gli interlocutori con un secco seppur garbato 'no'.
Poi la settimana di contorcimenti della trattativa, la ricerca infruttuosa di un equilibrio che evitasse l'instabilità del governo, i voti crescenti dei grandi elettori e infine la richiesta della stragrande maggioranza dei partiti: "Presidente resti". A farsi portavoce, e forse qualcosa di più, della richiesta corale è stato Mario Draghi.
Al termine della cerimonia di giuramento di Filippo Patroni Griffi a giudice della Consulta, il premier si è fermato oltre mezz'ora a colloquio con Mattarella.
I boatos raccontano di un premier che avrebbe messo sul piatto tutta la sua influenza per convincere il Capo dello Stato a quello che tutti sapevano essere lontanissimo dai suoi desiderata personali e istituzionali.
E su quel piatto, raccontano ancora fonti parlamentari, avrebbe messo anche il favore internazionale riscosso dall'attuale tandem istituzionale, il tema della stabilità del governo, a maggior ragione alla luce delle fibrillazioni che si sono registrate all'interno della maggioranza, nei partiti e nelle coalizioni durante la folle settimana della partita del Colle.
Tutti boatos non confermati, anche perché chi ha parlato con il premier riferisce che Draghi abbia rassicurato tutti in questi giorni circa la sua volontà di proseguire l'attività di governo con qualunque presidente.
A spiegare cosa è successo nel tete a tete solo una indiscrezione di fonti di palazzo Chigi, secondo le quali Draghi ha telefonato ai leader delle forze politiche per invitarli a confermare Sergio Mattarella Capo dello Stato per "il bene e la stabilità del Paese".
Il Presidente ha fatto qualche telefonata, chi gli ha parlato lo descrive in realtà come sereno nonostante il sacrificio che è stato chiesto. A far pendere l'ago della bilancia per il 'sì' il blocco di fatto del sistema politico-istituzionale, la situazione generale del Paese, il consenso crescente del Parlamento, l'attenzione verso la stabilità dell'esecutivo in una fase di uscita dalla pandemia e di tentativo di ripresa economica e il Parlamento in stallo da giorni.
Sono stati "giorni difficili", fa notare il Presidente con la solita concisione. Il rischio di subire gli attacchi di chi tra un anno gli chiederà di lasciare dopo le elezioni sono ben presenti nei radar del Colle, ma il movimento corale di chi chiedeva di mantenere l'attuale assetto istituzionale inaugurato un anno fa ha prevalso.
E ovviamente la rielezione non sarà a termine, il settennato si deve affrontare sapendo che può durare sette anni.
Mattarella nel pomeriggio ha ricevuto i capigruppo, non i leader, e i presidenti delle Regioni. Una scelta legata innanzitutto alla banale considerazione che la richiesta era giunta dai capigruppo e poi dal fatto che nei giorni scorsi era stato un moto spontaneo dei grandi elettori a consegnare centinaia di voti all'attuale presidente.
"Avevo altri piani per il futuro" ha detto con un eufemismo minimalista il Capo dello Stato, ma "se serve dare una mano io ci sono".
"Farò del mio meglio" ha proseguito, facendo notare che "vi sarebbe stata la possibilità di eleggere personalità di alto livello" ma che il Parlamento è sovrano e il suo rispetto per le istituzioni è massimo.
Alla fine tutti chiedono il suo bis tranne FdI e il gruppo di Alternativa, e il Parlamento lo elegge con numeri importanti, è il secondo presidente più votato nella storia repubblicana dopo Sandro Pertini.
Mattarella ringrazia i grandi elettori "per la fiducia" e spiega: la crisi covid e i problemi del Paese "richiamano al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento". Da giovedì, dopo il giuramento e il discorso di insediamento, comincia un nuovo settennato.