AGI - Un sopralluogo nella nuova casa che stava allestendo, in compagnia della figlia e un pranzo domenicale in famiglia, qualche telefonata e da domani al lavoro sul discorso di insediamento.
Sergio Mattarella trascorre il primo giorno dopo la sua rielezione facendo i conti con i programmi di una vita da riorganizzare. L'appartamento affittato da poche settimane, i mobili arrivati dalla casa di sempre di Palermo, una scelta da fare: mantenere la casa personale accanto a quella della figlia e andare al Quirinale tutte le mattine o restare altri sette anni nell'appartamento del palazzo presidenziale?
Stamattina il Presidente è tornato nell'appartamento preso da poco in affito nel quartiere Parioli e ha pranzato con la famiglia, la figlia, gli amatissimi nipoti.
Sotto alla casa nuova un piccolo gruppo di passanti lo ha applaudito ricevendo in cambio un cordiale saluto. Un bimbo gli ha regalato un disegno e lui gli ha dato un buffetto sulla guancia.
Poi di nuovo a Palazzo, in attesa che giovedì 3 scada il vecchio mandato e cominci quello nuovo.
Durante la giornata qualche telefonata, poche in realtà, una delle quali a Giovanni Malagò per fare il suo in bocca al lupo agli atleti in partenza per le Olimpiadi invernali di Pechino. Un saluto in particolare al portabandiera Michela Moioli e a Sofia Goggia per una pronta guarigione. "Vi seguirò con grande affetto e ci rivedremo al ritorno. L’Italia è sempre orgogliosa di voi” ha detto il presidente.
Da lunedì ricomincia il lavoro, per scrivere il discorso di insediamento e rimettere mano alla squadra dei consiglieri.
In realtà sono tutti riconfermati anche loro, ma ci sarà da sostituire il consigliere diplomatico Emanuela D'Alessandro, che aveva già ricevuto l'incarico come ambasciatrice a Parigi.
Quanto al discorso, sette anni fa il neo presidente aveva detto di sentire tutta la responsabilità dell'incarico di rappresentare una unità nazionale costituita anche "dall'insieme delle attese e delle aspirazioni dei nostri concittadini".
La Costituzione e la necessità delle riforme, le energie positive del Paese, il senso di responsabilità personale e collettivo, il suo ruolo di arbitro, la solidarietà e la speranza erano state alcune delle linee guida di quell'intervento.
Sabato sera Mattarella è tornato sul tema della responsabilità, oltre che del dovere, e della risposta alle attese dei cittadini. Poche parole per spiegare un sì al bis che non ha cercato e non voleva.
La grave emergenza che ancora fiacca il Paese, ha detto, impone "di non sottrarsi ai doveri cui si è chiamati – e, naturalmente, devono prevalere su altre considerazioni e su prospettive personali differenti – con l’impegno di interpretare le attese e le speranze dei nostri concittadini". "Se serve dare una mano, ci sono" ha detto ieri ai capigruppo che in coro gli hanno chiesto di restare.
L'accoglienza dei cittadini è stata positiva, centinaia di migliaia i messaggi di ringraziamento giunti ai profili social del Quirinale. L'accoglienza delle cancellerie unanimemente positiva, anche per quel che significa per la guida del paese: la conferma di un tandem, un asse tra la presidenza e il governo, che stava accompagnando il Paese fuori dalla crisi.
Da giovedì comincia un altro settennato e tutti hanno capito che il Presidente non intende accorciarlo.