AGI - Salta ogni schema nella corsa al successore di Mattarella. FI annuncia che da oggi in poi tratterà in maniera autonoma con i partiti, ovvero con il fronte moderato; i centristi alla fine restano ai margini della trattativa e i gruppi parlamentari di Pd, Leu e Movimento 5 stelle oggi hanno portato avanti un'operazione pro Mattarella per spianare il terreno domani per un bis.
Insomma la partita del Quirinale si complica ogni giorno di più.
Fonti parlamentari della maggioranza riferiscono che alcuni emissari avrebbero sondato gli umori del Quirinale ma dai palazzi istituzionali non filtra nulla dopo l'ennesima fumata nera.
Siamo a sei. Il flop di Casellati ha aperto il dialogo tra Conte, Salvini e Letta, ma mentre i leader della maggioranza trattano su Cartabia o Belloni al Colle, soprattutto per la seconda, monta il malessere nei gruppi parlamentari in maniera trasversale.
Salvini e Conte hanno cercato di rivendicare la candidatura al femminile, si sono presentati davanti alle telecamere per annunciare la novità. Non hanno fatto il nome, ma tutti hanno pensato alla guida del Dis, Belloni. Facendo partire il fuoco di fila di chi è contrario che chi è al comando dei Servizi possa andare al Colle.
Il segretario dem Letta ha chiesto serietà, frenando sul patto giallo-verde e ribadendo l'appello alla responsabilità.
Anche Di Maio ha abbandonato il suo 'low profile' sul Quirinale, rimarcando di aver trovato "indecoroso che sia stato buttato in pasto al dibattito pubblico un alto profilo come quello di Belloni senza un accordo condiviso". Una posizione differente da quella di Grillo che aveva fatto un endorsment su Belloni.
Sta di fatto che contro l'ipotesi Belloni sono insorti gli azzurri, Renzi, i moderati del centrodestra, Leu e una parte del Partito democratico e del Movimento 5 stelle. Il presidente pentastellato e il leader del partito di via Bellerio hanno rilanciato la battaglia sui social per portare una donna al Quirinale, una vera e propria fuga in avanti per il partito dem.
E se Salvini annuncia l'intenzione di chiudere un accordo per domani – sulla Belloni c'è l'ok anche di Fratelli d'Italia – alla Camera c'è un fronte sempre più largo che spinge per Mattarella.
"È la finalissima", diceva ai suoi Renzi, convinto che la partita del Quirinale sarebbe stata in dirittura d'arrivo sui nomi di Draghi o Casini. Ma al momento all'orizzonte si intravede, alla prova dei fatti, la strada per Mattarella.
"Invitiamo tutti a prendere atto della spinta che da due giorni e in modo trasversale in Parlamento viene a favore della riconferma del presidente Mattarella", spiegano dal Pd. Per chiedere la disponibilità all'attuale Capo dello Stato c'è una spinta fortissima del Movimento 5 stelle.
I 336 voti che sono arrivati oggi per la prima carica dello Stato potrebbero essere molti di più domani, considerato che i dem hanno voluto appositamente frenare sui numeri.
FI non chiude alla prospettiva e pure nella Lega c'è chi, come Giorgetti, sottolinea che di fronte ad un'impasse si replicherà il precedente di Napolitano.
Domani all'assemblea del partito del Nazareno una parte dei gruppi ribadirà la propria contrarietà all'ipotesi Belloni. Sullo sfondo resta sempre l'exit strategy che portano a Draghi o Casini, con il primo che ha visto Salvini mentre il secondo ha sentito Berlusconi.
E dunque Pd attraversato da forti fibrillazioni, centrodestra spaccato e Movimento 5 stelle diviso in due: il quadro politico, insomma, è destabilizzato e non può non preoccupare il presidente del Consiglio Draghi. Con Fratelli d'Italia che oltre a fare asse con Salvini nella partita del Quirinale auspica le urne.