AGI - Fallito il tentativo del centrodestra con Elisabetta Casellati, la palla torna nella metà campo dei progressisti.
Un minuto dopo la lettura del risultato che confermava la ‘bocciatura’ della presidente del Senato da parte dei grandi elettori, Enrico Letta ha riunito la coalizione nell’ormai consueto formato ‘tre per tre’, con i tre leader accompagnati dai rispettivi capigruppo di Camera e Senato.
L’analisi del voto è unanime e chiama chiaramente la coalizione progressista a compiere un passo politico confronti del centrodestra. La riunione diventa presto un gabinetto di guerra permanente, con Giuseppe Conte incaricato di sondare il centrodestra sulle possibili soluzioni condivise sul Quirinale.
“Abbiamo avviato una trattativa con il centrosinistra”, annuncia poco dopo la capogruppo di Forza Italia al Senato, Annamaria Bernini.
È la prova che qualcosa si sta muovendo e, poco dopo, Matteo Salvini entra negli uffici dei gruppi Pd, dai quali si accede, poi, alle scale che portano al M5S.
Lì, nella Sala Tatarella, si tiene il tanto atteso faccia a faccia tra Salvini e Letta. In Aula comincia la seconda votazione di oggi, Letta lascia la riunione per andare a votare.
Il volto del segretario è stanco, ma meno cupo di questa mattina, quando era in pieno corso lo scontro con il centrodestra: “Ci stiamo parlando sono in corso discussioni e poi vedremo. Stamane ero ottimista ed è andata bene. Abbiamo finalmente iniziato a parlare, ma siamo all’inizio”, dice Letta ai cronisti. Qualcuno chiede una previsione sui tempi: “Segretario, la domenica è salva o dobbiamo avvertire casa?”. Letta sorride: “Non è colpa mia”.
Archiviata l’opzione Casellati, ne rimangono aperte ancora tante. Ma tre sembrano ai dem le piste più calde. La prima è quella indicata dai numeri e porta a Sergio Mattarella.
L’aumento progressivo dei voti per il presidente della Repubblica in carica incoraggiano alcuni elettori di Pd, M5S e di Leu ad agevolare questo tentativo: che l’idea piaccia nelle file pentastellate non è mai stato un mistero, l’idea era stata avanzata in una riunione del gruppo al Senato, due settimane fa.
Fra i dem, era stato Matteo Orfini ad auspicare questa soluzione che ora sembra più vicina, almeno a sentire i grandi elettori dem.